Spesso l’avvio delle carriere soliste, per i componenti di una band, è l’anticamera della separazione. Per loro invece, dopo un anno sulle montagne russe, è un nuovo inizio. Anche perché Fiks, Plant e Theø hanno sempre incarnato, attraverso La Sad, una sorta di idra a più teste: ognuno con una storia, una sensibilità e gusti musicali ben distinti.
Siamo tornati a incontrarli. Sia per l’avvio dei tre progetti solisti, dove ognuno tornerà alle origini sperimentando nuove sonorità. Sia per la partenza del La Sad 4Life Tour: prima data il 21 dicembre al Vox di Nonantola (Modena) per chiudere il 31 gennaio al Gran Teatro Geox di Padova. Per salutare i loro fan prima di una pausa e raccontar loro l’ultimo anno, che è stato un vortice: Sanremo con le sue follie, l’album con varie collaborazioni (Pinguini Tattici Nucleari, Articolo 31, Rose Villain, Naska, Rettore), un tour estivo da tutto esaurito.
«Siamo passati dal vivere insieme in un buco a fare i sold out. Ma non ci montiamo la testa», raccontano. Lo spirito è quello dell’ultima data della scorsa stagione al Carroponte quando inscenarono una finta interruzione del concerto, con una donna che salì sul palco urlando che erano «tre tossici che non sanno cantare». Ancora ridono: «Abbiamo esorcizzato tutto con una gag, ma a volte la realtà non è distante». I nuovi concerti saranno un viaggio completo nella loro storia. Ci saranno pogo, sudore e urla. E naturalmente i loro pezzi, che trasformano il dolore in forza.
Ragazzi, che anno è stato il 2024 per La Sad?
Fiks: Un tritacarne. Dodici mesi fa eravamo alle prese con mille decisioni per la partecipazione a Sanremo. E un anno che ci ha riempito di emozioni inaspettate, tra alti e bassi. Perché quando sei in mezzo a situazioni forti è anche facile impazzire. Però ci siamo goduti tutto quello che è arrivato.
Theø: Anche perché subito dopo Sanremo abbiamo pubblicato il disco Odio La Sad, pieno di feat importanti, poi subito il tour. Quindi non-stop fino a poche settimane fa.
Plant: E adesso siamo già carichi per il nuovo tour, abbiamo fatto le prove, ci siamo rinchiusi in studio a registrare altri pezzi.
Nell’ultima data dello scorso tour al Carroponte, una signora era salita sul palco gridando che siete «tre tossici che non sanno cantare». Era tutto vero o si trattava di un fake?
Fiks: Quella donna era scatenata! Ha saltato le transenne, ha tirato due pugni in faccia all’addetto della sicurezza, ci ha rubato il microfono e si è messa a insultarci…
Theø: Abbiamo giocato, però non è che la realtà sia così distante. Quando usciamo di casa c’è ancora una vecchia che ci guarda e dice: «Che schifo!». Abbiamo esorcizzato con quella gag.
Plant: Angela, che era salita sul palco, è nostra “sorella”. È della gang de La Sad. Era anche nella copertina del disco Odio La Sad.
Questo dimostra che i giornalisti non verificano più le notizie…
Fiks: Vergognatevi!
E invece come rispondete a chi, nella realtà, vi critica dicendo che siete «tossici» e «non sapete cantare»?
Theø: Che hanno ragione (ride).
Fiks: Una volta ce la prendevamo di più. Invece adesso, dopo tutto quello che abbiamo raggiunto, o ridiamo o cerchiamo di interrompere questo odio. Altrimenti diventa un circo che continua all’infinito. Cosa fai, mandi affanculo una vecchia?
Dopo la vostra partecipazione a Sanremo immagino siano cambiate un sacco di cose. Vi faccio una lista. Primo: il pubblico?
Theø: All’inizio, e anche prima di Sanremo, il pubblico era composto quasi esclusivamente da ragazzini dai 17 ai 26 anni. Con il Festival l’età si è molto differenziata. Ci sono tantissimi bambini, che ci hanno apprezzato prima per i “personaggi” e poi per la musica. Anche perché, quando sono piccoli, non comprendono la profondità dei testi. E si è aggiunto tanto pubblico adulto, per l’effetto nostalgia sulle sonorità punk del passato.
Fiks: Ormai ci fermano persone di tutte le età. Per i bambini siamo dei cartoni animati, mentre tutti gli altri hanno capito che non siamo tre imbecilli, ma che portiamo avanti dei messaggi che possono salvare delle vite. Infatti chi ci ascolta ce lo scrive sempre di più. Non è neanche una questione di punk, perché ci apprezza gente che non ascoltava questo genere, però trova nelle nostre canzoni una via d’uscita ai tanti problemi che sta attraversando.
Plant: Ci sono anche tantissimi genitori, portano i figli ai nostri live, poi vengono a dirci qualcosa di positivo. Tanti hanno preso come regalo di Natale i biglietti del nuovo tour ai loro figli, perché trovano loro coetanei e si possono far forza a vicenda.
Altra cosa che è cambiata, le ragazze. Ho visto che siete tutti e tre fidanzati.
Fiks: Io già da prima, quindi non guardare me…
Plant: Si sente nei nuovi testi, sono più carichi di amore e speranza, e non solo di cuori spezzati. Oggi ci sono protesta e amore.
Ve l’ho chiesto perché, a volte, gli artisti che si fidanzano perdono una parte di pubblico.
Fiks: Altre lo aumentano. Guarda cos’è successo a Tommy Lee e Pamela Anderson…
Con il successo cambiano i soldi. Fate un gesto punk, dite quanto avete sul conto…
Fiks: Nooo, dovrai passare sul mio cadavere! La differenza è che viviamo per conto nostro.
Theø: Rispetto a quando vivevamo tutti e tre insieme in un buco, be’, sì, qualcosa è cambiato.
Plant: Per ora non siamo diventati ricchi, anche se prima di Sanremo ci avevano promesso tre Lamborghini rosa. Dove sono? Al massimo ci hanno dato tre monopattini…
Altro elemento che cambia con la popolarità sono gli amici. Sono più quelli che avete perso o quelli che avete guadagnato?
Fiks: A me è successo che, siccome prima ero quello pazzo e avevano timore ad avvicinarmi, adesso che sono stato a Sanremo per certa gente sono anch’io un musicista. Non è una cosa tanto bella, in Italia però succede spesso. Ma va bene così, vogliamo bene a tutti.
Plant: Per me più sali in questo ambiente e più rimani solo. Sei attorniato da persone che ti stanno attorno solo per interessi legati al lavoro. Non c’è una vera volontà di diventare tuo amico.
Theø: Anche per me è così. Per cui, più vai avanti, più ti accorgi che i veri amici rimangono quelli di un tempo. Ma anche in questo caso, stando lontani, qualcuno lo perdi.
Prima di Sanremo avete raccontato di alcuni problemi personali che hanno ispirato le vostre canzoni. Con la fama spariscono anche quei problemi?
Plant: Sistemate le questioni economiche, l’avere una casa e un po’ di comodità, alcuni problemi di prima non ci sono più, ma ce ne sono altri. Infatti li mettiamo nelle canzoni nuove.
Theø: La notorietà non me la sono vissuta bene. Non ho mai voluto apparire. Ho sempre vissuto la mia vita attirando l’attenzione delle persone per il mio aspetto, tra capelli colorati e tatuaggi, solo che non l’ho mai fatto per quello. Era semplicemente come mi sentivo davvero. Se avessi potuto essere me stesso senza attirare tutta questa attenzione, sinceramente, avrei preferito. Questa botta di successo mi ha destabilizzato. Con il tempo si impara a gestirlo.
Fiks: Io sono scappato dal Veneto perché la gente aveva paura di me. Adesso che mi sono un po’ ripigliato, tanti problemi del passato sono alle spalle e quindi mi godo questo momento.
Con la vostra esplosione è tornato ancora più forte il punk-pop, in varie forme. Da Naska al Forum ai Punkcake a X Factor. Sentite di aver contribuito a questa rinascita?
Fiks: Questo è un paese retrogrado, che arriva alle novità andando all’indietro. Però è vero, su alcune cose abbiamo aperto delle porte. O le abbiamo riaperte.
Theø: La scena punk non è mai mancata. Le serviva soltanto una ventata di freschezza, o qualcuno che facesse entrare un po’ di energia nuova.
Plant: Le band punk in Italia sono tante. Dei Punkcake ci piace l’attitude, sono forti. Invece Naska è un amico, siamo stati al Forum con lui. Insieme abbiamo riportato il punk ad alto livello.
La cosa più punk che vi è successa, a parte la foto con Orietta Berti?
Theø: È indimenticabile il momento in cui abbiamo conosciuto i Ricchi e Poveri.
Plant: Crazy. Angela era più carica di noi…
Fiks: Per fare il red carpet di Sanremo ti portano prima dentro al teatro e poi ancora fuori con un furgone. Quando siamo entrati nel furgone, noi indossavamo delle camicie di forza in pelle nera di latex con le maschere sulla faccia. Eravamo delle bestie! Loro invece erano vestiti da cuoricioni, tutti di rosa. Pensavamo di spaventarli, invece ci accarezzavano le borchie dicendo: «Siete proprio fighi!». Comunque a Sanremo ogni situazione è folle e ci ha stupito. Pensavamo di terrorizzare i vecchi che passavano per strada, ma erano loro quelli più pazzi e ci prendevano sottobraccio per fare i selfie. Ci sembrava di rivivere le scene dell’arrivo dei Beatles in Italia che si vedono nei documentari. Erano tutti super fanatici!
Prima avete accennato all’essere tornati in studio, anche per progetti solisti. Non è che dopo il successo vi siete montati la testa e vi dividete, eh?
Fiks: No no, la nostra è solamente una pausa. Siamo nati come artisti solisti e, oltre a La Sad, riprendiamo in mano quello che ognuno ha lasciato in stand-by per rinnovarlo.
Plant: Tu ci conosci da un sacco di tempo, sai benissimo come ci siamo sempre comportati anche prima. Il nostro primo pezzo, Summersad, è uscito come unione di tre personalità distinte. Seguiamo un flusso che ci ha portato fino a qui, per sperimentare parlando di questioni più personali e per mischiare i nostri sound con suoni differenti e crearne di nuovi.
Theø: Prima vivevamo insieme, quindi tutto quello che facevamo o che pensavamo in musica veniva fatto insieme. Adesso che ognuno ha anche un’altra vita, abbiamo altre cose da raccontare. Ma non è la fine de La Sad, perché non finirà mai. È una nuova stagione.
Ok, mi sembrate pronti per La Sad è 4Life. Che novità proporrete?
Plant: Non abbiamo un’orchestra con fiati e archi?
Fiks: Non ce la possiamo ancora permettere. Però sarà il mondo La Sad a 360 gradi, dagli albori quando ci siamo conosciuti fino a ieri. Ci sarà dentro tutto. Come sempre, tra una canzone e l’altra abbiamo inserito un sacco di messaggi importanti e altrettante puttanate. Interagiremo con i fan perché vogliamo dare loro tantissimo, visto che sono così riconoscenti con noi.
Theø: Uno show che ripercorrerà il nostro percorso, da scappati di casa a Sanremo e oltre.
Prossimo sogno da raggiungere post tour?
Fiks: Io sono talmente concentrato su questo che non riesco a pensare ad altro.
Plant: L’intento è lo stesso delle origini: fare musica che ci fa stare meglio e farla ascoltare ad altri per far star meglio anche loro. Vogliamo lasciare un segno, aiutarci e aiutare.
Theø: Abbiamo lanciato un messaggio così forte che, anche se per un periodo sarà diviso in tre percorsi solisti, non si affievolirà. Anzi, sarà un modo per farlo esplodere sempre di più.
La collaborazione dei sogni?
Fiks: Quelle in programma non te le diciamo adesso, altrimenti perdiamo l’effetto sorpresa. Quelle dei sogni, da quando siamo insieme, sono sempre due: Blink-182 e Rancid.