Paolo Sorrentino su ‘Tropico del Capricorno’ e Guè: «Dietro la facciata ci sono ironia e sentimento» | Rolling Stone Italia
«La sua grazia è sgraziata»

Paolo Sorrentino su ‘Tropico del Capricorno’ e Guè: «Dietro la facciata ci sono ironia e sentimento»

Per il regista l’album «sta diventando un’ossessione». E sul rapper: «Del politicamente corretto se ne infischia, nelle canzoni e nella vita. È libero e dice tutto quel che gli pare. Molti lo amano, molti lo odiano, ma lui è tranquillo perché sa di essere un uomo buono»

Paolo Sorrentino su ‘Tropico del Capricorno’ e Guè: «Dietro la facciata ci sono ironia e sentimento»

Paolo Sorrentino e Guè

Foto: Gianni Fiorito (1), press (2)

In un’intervista che ha realizzato col rapper e che uscirà domani sul Venerdì di Repubblica, Paolo Sorrentino scrive della «grazia sgraziata» di Guè e di Tropico del Capricorno, che per lui è, «come direbbero gli intellettuali di professione, un piccolo capolavoro».

Se Guè ha definito Parthenope, che ha presentato col regista a Milano, «un film sul tempo e sul destino», Sorrentino scrive che Tropico del Capricorno è pieno di ironia e sentimento. Per la precisione, «dietro la facciata necessaria per mantenere inalterata l’iconografia, fatta di armi, champagne, droga, donne facili, orologi di lusso e auto costose, si agitano due pilastri: ironia e sentimento. E questo è tutto quel che conta nella vita».

Il regista, per il quale l’album «sta diventando un’ossessione da ascoltare in continuazione», fa due esempi. Il sentimento: “Si parlerà di noi a testa alta / Ancora vivi / Con in braccio i nostri figli”. L’ironia: “Però soffro perché sputi nel piatto dove ha i pippato”.

Del tempo trascorso a studiare alla facoltà di Lettere, che Guè ha poi lasciato «perché il sesso e la strada gli sono sembrate, a 20 anni, cose un attimo più stimolanti di Leopardi e le siepi», secondo Sorrentino «sono rimaste attaccate addosso, è evidente, l’ironia e la passione per la cultura. I suoi testi, al netto delle solite critiche negative trite e ritrite che non ripeterò, sono intrisi di ironia, citazioni, metafore, ritmo perfetto e possiede un’autoironia indomabile».

Altrove Sorrentino dice di Guè che «la sua grazia è sgraziata. Il che lo rende irresistibile» e lo definisce «una boccata d’aria fresca in questo paesello pieno di smog che è diventato il mondo. Del politicamente corretto se ne infischia, nelle canzoni e nella vita. È libero e dice tutto quel che gli pare. Molti lo amano, molti lo odiano, ma lui è tranquillo perché sa di essere un uomo buono».

Infine, una frase di Guè su Sanremo, dove sarà ospite con Joshua e Tormento di Shablo (la canzone si intitola La mia parola): «Un concentrato di gente assurda, dove trionfano signore di 70 anni con la sigaretta all’angolo della bocca impegnate solo a giudicarti male». Morale del regista: a Sanremo non si salva nessuno, neanche i fiori.

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