La ventesima edizione del Flow Festival, la punta di diamante dell’estate finlandese, è giunta al termine. Per fortuna dei fan, la chiusura è stata seguita dalla notizia che il festival, almeno per un anno ancora, non abbandonerà la sua splendida cornice, un complesso industriale abbandonato in centro città.
Nella sua tre giorni il Flow ha confermato quanto di buono vi avevamo già raccontato nelle nostre precedenti avventure finlandesi. Tutto è organizzato alla perfezione, l’acqua è gratis, non ci sono mai code al bar nonostante ogni singolo giorno ci siano circa 30 mila persone. Inoltre la varietà musicale, e di stage (otto), garantisce un facile movimento all’interno dell’area. In un festival che ha sposato – e per davvero – un approccio green a partire dal cibo (a ogni stand è richiesta una soluzione vegetariana e vegana e non è ammessa carne rossa o proveniente da allevamenti intensivi), a colpire è l’attenzione del pubblico e dello staff nella gestione dei rifiuti. L’area infatti è sempre incredibilmente polita, anche vista la policy per cui la restituzione di lattine garantisce la restituzione dell’euro di caparra. Una sorta di piccola economica circolare all’interno del festival che mostra i suoi risultati; altro che token o braccialetti elettronici ricaricabili.
Anche quest’anno il cartellone è stato molto vario. A livello di concerto gli highlight sono stati sicuramente Fred Again.., Janalle Monáe e i Pulp, mentre sui dj set il palco di Resident Advisor ha dato del suo meglio con una programmazione molto fitta in cui hanno spiccato Lsdxoxo e Helena Huff. Al Balloon 360, il palco circolare simbolo del festival, ci hanno colpito le performance di Nabihah Iqbal e Arooj Aftab. Potentissima la performance degli Idles, ma intriganti anche gli show di Raye, Ecco2k, Pj Harvey, James Blake e Jessie Ware.
Quest’anno, visto che spesso siamo passati al festival, abbiamo però deciso di focalizzarci sui tre artisti finlandesi che più ci hanno colpito.
Glayden
Di lui c’eravamo innamorati già la scorsa edizione quando, girando tra la decina di palchi del festival, finimmo per imbatterci nel suo show per venire ribaltati dalla sua energia. Emo-trap e hyper-pop, trance e avant-pop; nella musica del giovane artista di Helsinki c’è tutto ciò che bussa le porte al futuro. Seguendo la scia di artisti come Ecco2k, Yung Lean, si mischia minimalismo sonoro a massimalismo sentimentale, che live si traduce in show adrenalinici in cui lacrime e pogo si alternano con facilità. Se qualcuno può sfondare le barriere della Scandinavia, Glayden è il prescelto.
DJ JVS
È uno dei resident dj del Post-Bar, il club più cool di Helsinki posizionato proprio a poche centinaia di metri dal festival. Dopo aver pubblicato una serie di tracce per la Below0, l’etichetta del sopracitato Glayden con cui ha condiviso il singolo Rack City II, ha spostato le sue attenzioni alla ricerca di un suono capace di rappresentare al meglio la sua realtà, trovando la soluzione in set iptonici e intensi che mischiano progressive, techno dub su ritmi insistenti. Ora sapete chi cercate se volete venire a ballare a Helsinki.
Joalin
Prima della carriera solista, Joalin è stata membro del pop group Now United, creato da Simon Fuller già manager delle Spice Girl. Diventata così una delle figure più seguire sui social in Finlandia, Joalin si è lanciata nella carriera solista mischiando due mondi molto differenti tra loro: la sua cultura nordica e l’universo sonoro latino (Joalin ha vissuto in Messico e Spagna). Il risultato è un pop molto moderno, che punta dritto alle classifiche, ma rimanendo cool. Sentite singoli come La Chica-Cá, Angelito o Without You per farvi un’idea.