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02. arte
La Bauhaus compie 100 anni e possiamo dire che una realtà durata così poco e che ha influito così tanto non ha paragoni nel mondo dell’arte dell’ultimo secolo.

02. arte

La Bauhaus compie 100 anni e possiamo dire che una realtà durata così poco e che ha influito così tanto non ha paragoni nel mondo dell’arte dell’ultimo secolo.

Nata a Weimar e finita a Berlino, in soli 14 anni ha introdotto un punto di vista nuovo nel design e nell’arte, portando la figura dell’artista a essere visto come l’ennesima potenza, la nobilitazione dell’artigiano.

Da Vassily Kandinsky a Paul Klee, furono in tanti gli artisti a passare di lì per insegnare la chiarezza e l’essenzialità, ma soprattutto è da lì che nasce la moderna concezione di “factory”. Tutti pensiamo naturalmente a Andy Warhol se sentiamo questa parola, ma fu la Bauhaus a introdurre i laboratori creativi multidisciplinari. E se la Bauhaus di giorno era il luogo del rigore e della tecnica, di notte risentiva dello spirito di libertà che si respirava in Germania.

E dove l’arte prospera, le libertà sessuali avanzano (o forse il contrario?) e infatti Berlino gioca un ruolo fondamentale anche per Francis Bacon, tormentato dal padre perché omosessuale, che sceglie di scappare dalla bacchettona Dublino per la capitale tedesca. Infatti Berlino, negli anni ’20 è ancora una fucina di avanguardie, probabilmente esplose sulla scia dell’espressionismo che proprio lì nacque quindici anni prima. Arriva poi il Ministero della Propaganda a introdurre il concetto di “arte degenerata” e questa follia diede inconsapevolmente vita a una mostra che voleva deridere Georg Grosz, ma anche gli stessi Klee, Kandinsky e molti altri, ma che è invece passata alla storia.

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Ma se prima dell’avvento del nazismo era simbolo di libertà, dopo la seconda guerra mondiale Berlino non si lascia schiacciare dal peso della storia e in particolare dagli anni ’70 decide di abbandonare ogni discrezione e di tornare ad alzare la voce con un tipo di arte spettacolare: nel 1969 Anselm Kiefer introduce un nuovo lessico con una serie fotografica realizzata viaggiando per i luoghi simbolo del Reich e ritraendo se stesso mentre simula il saluto nazista. L’intento di Kiefer ovviamente è quello di porre l’accento su una riflessione obbligata, di svelare il tabù, di denunciare il fatto che i tedeschi tentassero di rimuovere una pagina di storia che invece non va dimenticata. È uno dei primi grandi scandali prodotti dalla politica trattata attraverso l’arte.

Ma soprattutto è dal cuore della Germania che l’artista per eccellenza del ‘900 tedesco, Joseph Beuys, mostra al mondo le basi per la performance artistica come la conosciamo oggi, per esempio portando in una galleria un coyote vivo, simbolo divino per gli indiani, con il quale prenderà confidenza dopo giorni di convivenza, non prima che l’animale tentasse di sbranarlo. Oppure quando mette in scena, come azione artistica, la morte del più grande criminale del ‘900 americano John Dillinger. Spiegando quella azione Beuys disse che “artisti e criminali sono compagni di strada, hanno entrambi una creatività esaltata, sono senza morale, animati solo dalla forza della libertà”. Il massimo della spettacolarità si manifesta nell’approccio rivoluzionario e laico della politica verso l’arte: nel 1994 Christo e Jean-Claude “impacchettano” il parlamento tedesco con 200 tonnellate di struttura di acciaio per reggere 100.000 metri quadrati di tessuto, legati con oltre 15 kilometri di corda. Mai il palazzo del Reichstag aveva attratto così tanta gente, e Christo e Jean-Claude riescono a portare 5 milioni di visitatori in pochi giorni: il Palazzo non c’è, è invisibile, ma non è mai stato così presente.

*** E se negli ultimi anni Berlino è diventata un riferimento internazionale anche per la street art, generando le crew più numerose e potenti (basti pensare a 1UP) e facendo esplodere di arte urbana quartieri simbolo del multiculturalismo (Kreuzberg e Friedrichshain i più interessanti), anche nel nell’arte contemporanea più strutturata ha dominato il sistema, vincendo tre su quattro dei Leoni d’Oro nelle ultime Biennali di Venezia. E dobbiamo dire che anche sul campo delle kermesse internazionali d’arte, ormai dOCUMENTA a Kassel è divenuta un punto di riferimento con un prestigio senza pari. Con una piccola differenza rispetto alle altre rassegna: la fanno una volta ogni 5 anni e questo aumenta la sua esclusività.

capitoli:

01. musica

mobilità .02

sostenibilità. 04

Opel Corsa