Roberto Vecchioni: «Perché Springsteen a Ferrara non ha fatto sapere che era con chi stava soffrendo?» | Rolling Stone Italia
Le parole contano

Roberto Vecchioni: «Perché Springsteen a Ferrara non ha fatto sapere che era con chi stava soffrendo?»

«Non avere rimandato il concerto è accettabile», ha detto il cantautore da Gramellini. È inaccettabile avere ignorato quel che è accaduto in Emilia-Romagna: «Me lo sarei aspettato dall’ultimo rocker del mondo, ma non dal più grande per cuore e per anima»

Roberto Vecchioni: «Perché Springsteen a Ferrara non ha fatto sapere che era con chi stava soffrendo?»

Bruce Springsteen e Roberto Vecchioni

Foto: Danny Clinch (1), Vision Distribution (2)

Il concertone di Bruce Springsteen a Ferrara continua a far discutere: prima le proteste ambientaliste per la salvaguardia di faune ed ecosistemi, poi le polemiche relative alla decisione di confermare l’evento nonostante i disagi causati dall’alluvione; ora arrivano anche i primi biasimi da parte del mondo della musica italiana. Ospite come ogni sabato del programma Rai Le parole, Roberto Vecchioni ha infatti criticato Springsteen per non avere omaggiato le vittime dell’Emilia Romagna durante l’esibizione.

«Io che sono un centesimo di Springsteen probabilmente non avrei fatto il concerto, ma bisogna stare attenti a sperare ideale e reale», ha detto il cantautore. «L’ideale è che l’umanità è una gran cosa meravigliosa che è sopra a tutto e quindi sarebbe stato un gran bel segno rimandare il concerto. Il reale è altra roba. Il reale sono quelle 70mila persone (un po’ meno di 50 mila, in realtà, ndr) che volevano vedere passare il re. Come nei racconti di Kafka, il re sarebbe passato una volta sola nella vita, potevano vederlo solo in quel momento, sapendo che si poteva fare perché era abbastanza lontano» dalle zone alluvionate.«C’erano centinaia di persone che avevano lavorato, avrebbero guadagnando i soldi forse di un mese, due mesi, operai, eccetera».

E quindi, conclude Vecchioni, «è anche accettabile questa cosa», ovvero il fatto di avere tenuto il concerto «L’inaccettabile è non sapere in che realtà sei. Me lo sarei aspettato dall’ultimo rocker del mondo, ma non dal più grande, il più grande per cuore e per anima. Lui che ha detto sempre nella sua vita che l’umanità è tutta uguale, che il dolore è per tutti, avrebbe potuto far capire non solo all’inizio del concerto, ma anche ogni tanto, canzone per canzone, che era con chi stava soffrendo. Perché non è successo non è dato saperlo».