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Coffee Machine Talk

Quello che devi sapere prima di presentarti alla macchinetta del caffè

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Artwork Stefania Magli

Succede tutte le mattine: il rituale del caffè al distributore automatico, insieme a un gruppo di colleghi. Gente che vi piace mixata con gente che normalmente non frequentereste nemmeno per un caffè, appunto. In questi casi non si può sempre parlare del meteo, e nemmeno dispensare malignità sul capo – non tutti i giorni, almeno.

In un ambiente competitivo come l’ufficio è fondamentale avere sempre un aneddoto interessante da raccontare, una curiosità più o meno pruriginosa da tirare fuori. Ecco quindi che Rolling Stone viene in vostro aiuto: tre argomenti al giorno, selezionati con amore, per non farsi cogliere mai impreparati. Filtriamo la massa spuria di Internet per voi, e vi presentiamo il meglio. Prego.

(Sì, lo sappiamo. Il caffè delle vostre macchinette fa schifo, come il nostro. Su questo non possiamo ancora aiutarvi.)

 

1. Usain Bolt ha battuto un altro record, e non aveva nemmeno le scarpe giuste

Alla vigilia del Super Bowl, l’uomo più veloce del mondo (ora in pensione) ha battuto il record di velocità sulle 40 yards della NFL, la lega professionistica americana di football, con il primato di 4.22 secondi. La cosa incredibile è che a) alcuni giocatori della NFL sono autentici bolidi b) non sappiamo quale sia il livello di allenamento di Bolt, ma di sicuro non indossava le scarpe chiodate tipiche dei velocisti. Era semplicemente in tuta e scarpe da ginnastica. Da Mashable.

2. Un tizio si è portato nella tomba la password della società, e i suoi clienti rischiano di perdere milioni di dollari

Foto Igor Kralj/PIXSELL

137 milioni, per la precisione. Ars Technica racconta che QuadrigaCX, una società canadese di cambio di criptovaluta (la valuta decentralizzata digitale che utilizza la crittografia per garantire la sicurezza delle transazioni) ha perso il controllo di beni dei suoi clienti dopo che il suo fondatore e direttore Gerry Cotten è morto in India a causa del morbo di Crohn, lo scorso dicembre. Il capitale digitale si troverebbe nel cosiddetto cold wallett crittografato, contenuto dentro un portatile, a cui aveva accesso il solo Cotten. Leggi qui il resto della storia.

3. L’autore del “furto del secolo” ha deciso di raccontare come ha fatto

Foto Ben Pruchnie/Getty Images

Il Post ricostruisce, bene, la vicenda di Vjeran Tomic, l’uomo che nel 2010 ha rubato a Parigi cinque quadri, tra cui un Picasso e un Modigliani, per un valore complessivo di 100 milioni di euro. Il tutto in una sola notte. Arrestato nel 2011, Tomic è stato condannato a otto anni di prigione nel 2017. Ora ha deciso di raccontare le sue imprese e la sua vita avventurosa in decine di lettere inviate a un giornalista del New Yorker. Qui trovate il resto della storia.

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