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Ho il lavoro più bello del mondo. Infatti lo faccio gratis

Il Nongio Francesco Mandelli racconta il suo concetto di lavoro gratis. Un viaggio in pulmino tutti i venerdì sera. Oltre a questo pezzo, s'intende

Un van della Ford a sette posti e via verso Parigi

Un van della Ford a sette posti e via verso Parigi

Di lavoro porto in giro dei Rumeni. Almeno loro dicono di essere tali. A Parigi li porto. Tutti i venerdì sera. Come lavoro non è che si guadagna. A me piace farlo gratis. Il lavoro consiste nel passare a prendere uomini sui trent’anni, muratori, gente tosta, nati a Bucarest, sul loro posto di lavoro: un cantiere destinato al fallimento. Il proprietario del cantiere, tale Gionata Nachiàrico, scapperà poi in Isvizzera sul suo Jaguar per sfuggire ai creditori. Ma questa è un’altra storia. La storia di lui che viene mangiato dai cani a Kiev, dopo giorni di latitanza e circa settanta famiglie che non arriveranno a fine mese. Sarebbe una bella storia ma non è la storia del mio lavoro. Dispiace. Dopo che sono passato a prenderli, un venti/trenta persone, le carico su un van della Ford da sette posti. A quel punto, dopo aver bevuto una cassa di tavernello offerta dalla casa (mia mamma in realtà), partiamo per Bucarest. Eh, in pulmino son venti ore circa. Senza mai fermarsi. È un bel viaggio comunque. A me piace farlo. Si parte la sera, si arriva giù il pomeriggio del giorno dopo e si va subito a fare un giro. Poco però, mezz’ora al massimo, zona stazione o zona industriale in periferia, che le birre costano meno. All’uscita del casello Bucarest ovest, carichiamo il piccolo Sthaimario, un bambino che dice di essere la reincarnazione di Ceausescu, il sanguinario dittatore giustiziato anni fa per mano del capitalismo più sfrenato e della mafia delle mignotte. Lo portiamo in giro, perché Sthaimario è una vera calamita per la figa. E i drogati, quelli innocui, al massimo senza un dente. Ha la sindrome che aveva il tipo che faceva Arnold. Ha dodici anni e ne dimostra tre. Sthaimario è uno che beve così, senza motivo. Caricato Sthaimario, partiamo alla volta di Parigi. L’atmosfera è sempre festosa, ci si dà pacche sulle spalle e si gioca a coltello. A coltello si gioca dappertutto tranne che in Isvizzera.

Perché in Isvizzera sono rinomatamente neutrali e pacifisti e noi, di indole, quando andiamo nei posti, tendiamo a farci i cazzi nostri. Soprattutto in Isvizzera. Passata la frontiera con la Francia poi è un attimo andar su a Parigi in furgone. Il viaggio è bellissimo, si attraversano paesini e prati tipo film francese, e poi a un certo punto sei a Parigi. Solo che non ho mai capito come. A Lione sono sempre cotto, non capisco più niente, perché Sthaimario comincia a tirare fuori la grappa e l’erba, e a parlare di quando in italia c’era la DC, che la televisione italiana era più bella, che rimpiange Fanfani. Grappa/cannone, grappa/cannone, così per 2300km. Arriviamo a Parigi che è domenica pomeriggio. Riposiamo un po’ nel monolocale di un amico di Sthaimario, lo stilista Santo Del Lory, e poi tutti liberi fino alle dieci di sera. Raccolta la trentina di ragazzotti ubriachi (di solito ci concediamo almeno una rissa con dei figli di papà), si riparte alla volta di Milano. Il weekend è finito, ma è stato bello. Al ritorno ci prende sempre una malinconia della madonna. Pensiamo a quanto cazzo ci siamo divertiti, alle risate, alle corse sotto la pioggia per Parigi. Sì, perché tra l’altro pioveva, ma questo non ha cambiato niente, anzi. Io lo faccio di lavoro, ma ogni volta con tutti i muratori si instaura un rapporto fantastico.

Per questo lo faccio gratis e per me è il lavoro più bello del mondo. Arriviamo il lunedì mattina all’alba, freddo, periferia di Brescia, pioviggina, direttamente in cantiere, stanchi ma felici, i miei rumeni. Mi dovrebbero dare 10 euro ciascuno,
ma alla fine non li voglio, anzi mi verrebbe quasi voglia a me di pagargli la colazione. Gli voglio bene come a dei figli, e come una madre li saluto tutti, e li seguo con lo sguardo ad uno ad uno fino a quando non sono sulla loro impalcatura senza sistemi di sicurezza. Io il loro lavoro non lo farei gratis. Neanche loro, ma tanto Nachiàrico è gia scappato. Adesso devo andare giù ad Ancona a riportare il furgone perché l’ho noleggiato là. Il tutto mi costa ogni settimana sui 3000 euro. Ci vado sotto, ma mi diverto. I soldi li rubo dove capita per finanziare il business. O spaccio. Tra i lavori che ho fatto in precedenza: ho leccato i sassi, ho spinto dei cani, per sei mesi ho lavorato come porta in un hotel su a Cortina (bello quello), ho provato simpatia per il fango, ho aperto una società con delle suore conosciute su Instagram e svuotato le pozzanghere. Questi sono solo i più importanti.Tutti pagati bene. Tranne svuotare le pozzanghere, quello lo facevo gratis. Anche questo pezzo l’ho scritto gratis.

Questo articolo è stato pubblicato su Rolling Stone di luglio-agosto.
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