X Factor 12, le pagelle della seconda puntata: : una bella voce non basta più | Rolling Stone Italia
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X Factor 12, le pagelle: una bella voce non basta più

Arrivati alla seconda puntata delle selezioni, una categoria sembra già la favorita per la vittoria finale e tra mitomani, attori porno e "Xanax come noccioline", spiccano due sedicenni

X Factor 12, le pagelle: una bella voce non basta più

Con la puntata di ieri sera abbiamo scoperto che gli attori porno non sanno cantare, ma possono dare adito a un numero potenzialmente infinito di battute e doppi-sensi che fanno impazzire di gioia Fedez. Possiamo già fare un pronostico azzardatissimo: la categoria under donne per ora è la migliore.

La t-shirt d Manuel Agnelli voto: 7

Alla consueta gara nella gara tra le t-shirt dei giudici ha partecipato anche l’ospite della serata, Lodo de Lo stato sociale (perfettamente a suo agio, voto 7), ma dopo aver vinto facile con quella di Nick Cave & Bad Seeds, anche questa settimana Manuel Agnelli vince il premio per lo slogan migliore, che esprime un concetto semplice: “God is sound”, ormai famigliare a chi bazzica i concerti degli Afterhours da qualche anno. Ale Cattelan invece si è sottratto alla sfida e non ha sfoggiato neppure una camicia pazza, ma solo un total black, perfetto per fare il cameriere (voto 5 con tantissimo amore). Una menzione speciale va anche ai dieci chili di anelli, bracciali e talismani che è in grado di indossare Asia Argento, che per quanto mi riguarda può fare quello che vuole e avrà sempre questo voto: 10.

Adolescenti alla conquista del mondo voto: 8


L’altro concetto semplice della puntata è «stiamo cercando personalità», ma era difficile immaginare che la risposta migliore sarebbe arrivata da due ragazze sedicenni: la prima è Camilla Musso, che si presenta coi capelli metà neri e metà viola in onore di Crudelia De Mon, tutti temevamo un bagno di sangue e invece è tutto per lei il primo pianto della serata. L’altra è Luna Melis, che mi fa sentire molto vecchio col suo mash-up di Ariana Grande e Dua Lipa. Due bellissime sorprese.

Mitomani voto: 7

Se c’è una cosa sicura come la morte, è che se inciti il pubblico o te la tiri nel modo sbagliato, vieni mandato a casa prima di subito. Davide Celiento ha il merito di riuscire a pestare tutte le merde possibili in pochi istanti (e proprio per questo ha tutto il mio appoggio): si presenta dicendo che era stato raccomandato da Laura Pausini – che in realtà l’aveva silurato in un modo carino all’edizione spagnola di X Factor – poi spara un fuori luogo “Torino salta!!!” manco fosse Samuel dei Subsonica, infine screzia con Fedez sull’utilizzo del diaframma. Una performance perfetta per beccarsi quattro no.

“Le hit estive sono una cagata pazzesca” voto: 4


Le band deludono, anche perché dopo i Måneskin, bisognerà darsi fuoco sul palco per suscitare un po’ di interesse. Di sicuro i Novel non riescono nell’impresa, e sono stati più che altro un pretesto per ricordare che le hit estive elettro-pop piene di luoghi comuni (selfie, mare, giga byte sul cellulare, mi voglio ammazzare) assemblati in laboratorio, sono il male assoluto e ne abbiamo abbastanza. «Un testo irritante da dodicenni» (voto 10) ha sentenziato Agnelli, in accordo con Asia Argento: e così il blocco alternativo ha vinto, almeno fino alla prossima estate.

Pete Dohetry con la febbre voto: 5,5


Contro ogni aspettativa, abbiamo constatato che l’indie-rock british anni zero è vivo e lotta insieme a noi con tutti i suoi cliché estetici, grazie al passaggio del turno dei Red Bricks Foundation, il cui frontman è un incrocio tra il giovane Mick Jagger, il giovane Richard Ashcroft e il giovane figlio di Alberto Angela. Che comunque, non mi sembra male. Il voto è un 5,5 carico di speranza, anche perché conosco un esercito di gente per cui ogni scusa è buona per rispolverare gli stivaletti e la giacca di pelle e girare per pub fino all’alba.

Rosiconi voto: 4

Il miglior dissing è senza ombra di dubbio quello tra Cristian Toppeta e il resto del mondo, il concorrente se ne va prima del verdetto dei giudici millantando un fantomatico successo del suo pezzo in Argentina, mentre Asia Argento fonda il suo partito «Basta falsetti! (a meno che tu non sia Mango o Thom Yorke)», sto pensando di tesserarmi. Un bel 9 va invece alla “trattativa Angelo-X Factor”: il ritorno del concorrente che va fuori di testa se gli si dice che è stonato e accetta di non presentarsi mai più in cambio di quattro sì.

Mara come Martin Luther King voto: 6

«Un sì sbagliato è peggio di un no giusto». Il discorso motivazionale della serata è quello rivolto alla giovane Anna Boconcello (voto 5), che non passa il turno dopo una performance un po’ opaca e si ammutolisce, finché la Maionchi non sale in cattedra conquistandosi la sua dose di applausi, in una serata in cui rischiava di rimanere un po’ in ombra. Il dubbio comunque rimane: ma non è che Mara si è stufata?

“Xanax come noccioline” voto: 9

Infine la migliore esibizione della serata è probabilmente quella di Marco Anastasio, che a 21 anni porta un pezzo rap inedito che diventa sempre più convincente di barra in barra, fino alla seconda strofa che fuga ogni dubbio, persino quelli di Fedez che è costretto ad ammettere «non ho mai trovato una persona che scrive così a X Factor».

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