'Tredici 2', senza filtri | Rolling Stone Italia
Interviste

‘Tredici 2’, senza filtri

Il creatore della serie Brian Yorkey e Alisha Boe (Jessica Davis) parlano della seconda stagione. Tra scene forti e colonna sonora.

‘Tredici 2’, senza filtri

«Abbiamo pensato a lungo a come gestire alcune delle scene più forti della prima stagione – la violenza sessuale, il suicidio – e abbiamo preso una decisione: trattarle in maniera molto vera, andare diritti al punto». Nessuna edulcorazione, mostrare cose terribili per quello che sono: è così che il creatore di Tredici, Brian Yorkey, racconta l’approccio al coraggioso e controverso teen drama di Netflix.

«Non volevamo rendere quelle sequenze più glamour o distogliere lo sguardo. Il pubblico doveva essere parte di ciò che i personaggi stavano vivendo. Sapevamo che queste scelte sarebbe state discusse ma la sorpresa è stata il numero di persone che ne hanno parlato, la dimensione che ha assunto il dibattito».

Alisha Boe, che interpreta Jessica Davis, è d’accordo: «Non avevamo idea che il successo dello show sarebbe stato così grande, Eravamo coscienti che avrebbe avuto un impatto, perché il libro di Jay Asher su cui si basa aveva già parecchio seguito e poi il nome di Selena Gomez era legato alla serie, ma non potevamo sapere che avrebbe dato il via a un tale confronto».

Come avete preparato gli attori per interpretare delle scene così emozionali?

Bryan Siamo stati fortunati perché per la prima stagione abbiamo avuto dei consulenti strepitosi, che hanno parlato con gli sceneggiatori, per assicurarsi che rappresentassero in maniera corretta quelle esperienze, e hanno collaborato con i registi, in modo che sapessero qual era la cosa importante da mostrare. Ogni volta che c’era una scena tosta, ci sedevamo insieme agli attori per quello che chiamavamo un “sensitivity meeting”, per pensare a come prendersi cura l’uno dell’altro durante le riprese, soprattutto quelle delle sequenza di violenza. È stato un processo molto pensato, che ha permesso ai ragazzi non solo di sentirsi a proprio agio, ma di sentirsi al sicuro al punto da fare il necessario per rendere tutto realistico.

Come vi fa sentire avere un tale potere sui ragazzi? Spingerli a denunciare il bullismo, a confessare la depressione…

Alisha Come attrice vuoi raccontare storie in cui ti puoi riconoscere e con Tredici, dove abbiamo a che fare con temi così delicati, è stato incredibile incontrare persone che mi dicevano: “Mi è accaduto tutto quello che è successo a Jessica e grazie a questo sono riuscita parlarne con i miei cari”. È stato fortissimo e mi ha fatto tornare al lavoro con una motivazione ancora più potente, perché so che stiamo facendo qualcosa di veramente buono.

La seconda stagione è sul superamento del trauma, qual è il primo passo da fare contro l’isolamento?

Bryan 
Superare il trauma significa essere sinceri sulla propria storia, parlarne e creare connessione. Guariamo solo come comunità, aiutandoci l’un l’altro. La prima stagione era un po’ più ognuno per sé, la seconda è sul realizzare quanto si è più forti insieme.

Dopo aver lavorato sul tema così a lungo, ci sono delle idee sbagliate sui suicidi dei teen ager di cui vi siete resi conto?

Bryan Non so se ci siano convinzione sbagliate, ma posso dire che la cosa di cui sono più sicuro è che il silenzio e la vergogna non servono. Quello che serve è parlare onestamente delle esperienze dure, dei momenti difficili, della lotta contro la depressione e del fatto che esiste la possibilità di aiuto. Ma devi essere in grado di chiederlo.

Senti di dover dare un esempio su Instagram o nella tua vita quotidiana?

Alisha Questa è una domanda con cui mi scontro ogni volta: ho realizzato che sono davvero profondamente connessa a Jessica, la amo e la proteggo ad ogni costo. Quando i fan fanno slut-shaming, io reagisco tipo: “Come ti permetti?!”. Però non sono Jessica! Faccio quello che voglio! Ma so che ci sono persone molto giovani che mi seguono. L’anno scorso i miei follower erano solo gli amici con cui sono cresciuta. E ora ho tutto questo seguito, mentre sto ancora provando a capire chi sono. Ma cerco di non pensarci troppo, guardo ai social media non come a un lavoro ma come se la mia famiglia e i miei amici mi seguissero.

Quando vedi dei commenti negativi, come li gestisci?

Alisha Ovviamente ci rimango male, è uno schifo. Le persone sottolineano aspetti di cui sei già insicura, so che cosa odio o non mi piace di me stessa, non ho bisogno che mi venga ribadito. All’inizio ero davvero sopraffatta, mi venivano gli attacchi d’ansia: capisci che ci sono così tanti occhi puntati su di te e non è eccitante come si pensa. Sono degli sconosciuti dietro la tastiera di un computer o di un telefonino a dire quello che vogliono e dimenticano che siamo attori sì, ma siamo anche essere umani e abbiamo sentimenti. Ormai non leggo più i commenti, cerco di non pensarci proprio.

Come avete lavorato alla colonna sonora? Perché c’è un tocco molto anni ’80…

Bryan Film di quel periodo come The Breakfast club, Bella in rosa, Un compleanno da ricordare sono stati molto importanti per me, sono i primi che ho visto e che riflettevano la mia storia. E la soundtrack ra molto importante. Devo dire che Season Kent, la nostra music supervisor, è davvero brillante, ha vinto un premio per lo show. Avevamo questa teoria per la prima stagione: se ascolti molte delle band di oggi, tipo Arcade Fire, The Killers, Pale Waves senti i Joy Division, Echo & the Bunnymen, The Smiths, è come se fossero discendenti di questi gruppi. Ho sempre voluto che Tredici fosse una serie per i teen ager e per i loro genitori e abbiamo pensato: se metà della musica fosse dei Cure, Echo & the Bunnymen e Tears for Fears e l’altra metà Future Islands e la dance che oggi è l’erede di quello? I ragazzi chiederanno: “Cos’è questa canzone?”, e i genitori risponderanno: “Sono i Cure”. E viceversa con gli Arcade Fire. Perché è quello che vuole essere lo show, una condivisione di esperienze. E poi ovviamente sono tutti brani che amo.

E nella seconda stagione questa concezione musicale ritorna?

Sì! E siamo entusiasti anche che ci sia un’apertura verso il mondo punk perché ci sono delle super punk band contemporanee e della grande musica punk classica: potreste sentire i Buzzcocks o The Damned nei nuovi episodi.

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