Naomi Watts e la sua 'Gypsy': «Non vorrei mai che fosse la mia terapista» | Rolling Stone Italia
News

Naomi Watts e la sua ‘Gypsy’: «Non vorrei mai che fosse la mia terapista»

L'attrice nominata due volte all'Oscar è la protagonista della serie tv Netflix su una psicologa dalla doppia vita

gypsy

«Non vorrei mai che Jean fosse la mia terapista» ride Naomi Watts. Per chi si è già dato al binge-watching con Gypsy, la serie tv di cui l’attrice nominata due volte all’Oscar è protagonista, il motivo sarà chiarissimo. Per chi invece ancora non l’ha ancora fatto, eccoci qua. Jean Holloway è una psicologa che instaura dei rapporti pericolosi e molto intimi con persone che fanno parte della quotidianità e degli affetti dei suoi pazienti. In pratica, per dirla con Lou Reed, si fa “a walk on the wild side”. «Viviamo tutti con pensieri oscuri, fantasie e desideri» racconta la Watts. «E qui è come se potessimo sederci nel comfort delle nostre routine e guardare questo personaggio mentre scatena il caos nella sua esistenza, compiacendoci del fatto che noi invece siamo bravi e buoni».

Dal cinema alla tv: Naomi Watts fa parte all’esercito di star hollywoodiane che hanno sentito il richiamo irresistibile della serialità. Oltre a Gypsy, è anche nel cast della terza stagione di Twin Peaks: «David Lynch è unico nel suo genere, non ti dà molte informazioni su quello che stai girando, sul suo significato, niente». Il genere preferito dell’attrice è senza dubbio quello drammatico: «Amo essere coinvolta in qualcosa di profondo ma è bello avere la possibilità di fare tante cose, non rimanere bloccata in un mondo. Non mi è piaciuto quando si pensava che non potessi fare commedia e per fortuna poi ho avuto qualche buona possibilità».

gypsy serie

Nella serie targata Netflix il suo personaggio inizia una relazione con l’affascinante e carismatica ex fidanzata di un paziente, interpretata da Sophie Cookson: «Sidney, il mio personaggio, è molto vulnerabile ma si presenta come una tigre che controlla tutto, si annoia facilmente e adora le attenzioni» spiega la 27enne inglese, già vista in Kingsman: The Secret Service «Sono entrambe bravissime bugiarde e giocano allo stesso gioco». «Sembrava che fossimo obbligati a dire che Naomi era fantastica ma in realtà è stata davvero fantastica» afferma Sam Taylor-Johnson, la regista di Cinquanta sfumature di grigio che ha diretto e prodotto i primi due episodi dello show, «serviva un’interprete così per dare corpo a una protagonista tanto complessa. Lei poi è super professionale: sempre in orario, sempre preparata, rende il mio lavoro molto più semplice» spiega la Taylor-Johnson che, divertita, svela anche com’è finita a collaborare con i Pet Shop Boys a fine anni ’90: «Avevano lo studio di registrazione sotto il mio ufficio a East London e siamo diventati amici: mi hanno chiesto “Puoi venire a cantare questa cosa così sentiamo com’è?” È stato bello ma anche imbarazzante fingere di saper cantare».

Nello show la musica gioca un ruolo fondamentale a partire dalla sigla, un’inedita versione acustica di Gypsy, il brano del 1982 dei Fleetwood Mac, che Stevie Nicks ha inciso appositamente per la serie: «È stato incredibile perché Lisa Rubin ha scritto la sceneggiatura ispirandosi proprio a quella canzone» dichiara la regista. Quando chiediamo a Naomi Watts quante volte l’ha sentita nel corso dei cinque mesi di riprese, Sophie è più veloce di lei a rispondere: «Ci eravamo appena conosciuti con il cast alla lettura del copione e ci hanno dato la notizia di Stevie Nicks: “What?!” è stata la reazione di tutti. È una versione fighissima, l’abbiamo ascoltata insieme subito, è stato molto intenso». E Naomi sulla velocità di reazione della collega commenta: «Avevo dimenticato come fosse avere una persona giovane intorno».

Nello show il personaggio di Sidney è la front woman di una band chiamata Vagabond Hotel, che suona un paio di brani nel corso della serie, composti dalla cantautrice Esmé Patterson. E se i titoli di coda sono affidati quasi sempre al vintage pop di Billy Fury, gli episodi sono arricchiti da pezzi di gruppi come i Cigarettes After Sex o i The xx, senza dimenticare chicche come We Three di Patti Smith e la cover di Don’t let me be misunderstood fatta da Cyndi Lauper, perfetta da ascoltare in un giorno di pioggia.