Il caso Marco Bellavia dimostra che al Grande Fratello Vip a non stare bene è qualcun altro | Rolling Stone Italia
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Il caso Marco Bellavia dimostra che al Grande Fratello Vip a non stare bene è qualcun altro

A partire dagli autori del reality. L’occasione di parlare di salute mentale in prima serata è stata barattata in cambio dell’ennesimo ‘scandalo’ e di facili ascolti. A rimetterci è il concorrente che si è ritirato. E la dignità in generale

Il caso Marco Bellavia dimostra che al Grande Fratello Vip a non stare bene è qualcun altro

Marco Bellavia al GF Vip

Foto: Mediaset

Seriamente: qui non sta bene nessuno. E quando diciamo nessuno non intendiamo solo Marco Bellavia, che ha ammesso di avere dei problemi mentali, o i concorrenti aguzzini che lo hanno isolato inviandolo ad “andare alla neurodeliri” (citazione testuale). In quel nessuno – concedetecelo – mettiamo dentro pure gli autori del Grande fratello Vip e buona parte della produzione che realizza il reality. Che poi – di nuovo, concedetecelo – sono gli unici a esserne usciti puliti e vincenti da tutta questa deprimente faccenda che non è semplicemente “la peggior pagina di televisione”, come ha ammesso giustamente il conduttore Alfonso Signorini. È molto di più: è l’ipocrisia dello show must go on, sublimato nel retorico “il reality ci mostra la realtà e, purtroppo, quello che abbiamo visto fa parte del nostro quotidiano”. Ma andiamo per gradi.

Lunedì 3 ottobre Alfonso Signorini ha aperto la puntata del GF Vip facendo mea culpa. Con grande onestà intellettuale, ha ammesso di avere sbagliato: lui, così come gli autori del programma, non si erano accorti che Marco Bellavia soffrisse, peraltro da anni, di disagi psicologici. L’ex volto di Bim Bum Bam l’ha rivelato solo una volta entrato in Casa e, in fase di provini, non avrebbe dato segnali in tal senso (ma lo psicologo del GF, esattamente, che ci sta a fare?). Invece, il nostro stava male eccome e, per ovvie ragioni, il suo disturbo ha finito per essere amplificato dalle condizioni di isolamento e costrizione della Casa.

La situazione è diventata velocemente ingestibile: isolato e bullizzato dagli altri concorrenti, Bellavia ha deciso di ritirarsi. “Questa Casa mi muove dentro dei mostri che non riesco a controllare”, ha spiegato nel confessionale, chiedendo scusa alla produzione e a Mediaset. In realtà questi mostri non erano solo farina del suo sacco. Gli altri coinquilini gli hanno infatti detto di tutto: tra le mille boiate, citiamo “Se hai dei problemi, stai a casa: mica puoi venire qui e fare psicoanalisi gratis”; “Sei tu la causa dei tuoi mali”; “Non si è ancora capito chi sei, se non che sei un cretino”; “Hai qualche rotella fuori posto”; fino al “Ti meriti di essere bullizzato” di Ginevra Lamborghini.

La produzione ha preso ovviamente dei duri provvedimenti: nello specifico, ha comminato la squalifica immediata per Ginevra e ha indetto un televoto flash per Giovanni Ciacci, Gegia, Elenoire Ferruzzi e Patrizia Rossetti. Il pubblico ha eliminato Ciacci. Nel frattempo, l’opinione pubblica online si è divisa in due fazioni che potremmo ribattezzare in giustizialisti e realisti. I primi chiedevano che tutto il cast fosse rimandato a casa, i secondi ribadivano che questa, in fondo, è la dura realtà perché, nel quotidiano, noi siamo i primi a fregarcene se qualcuno sta male.

Fateci però caso: manca qualcuno all’appello. Esatto: gli autori. Certo, attraverso le dichiarazioni di Signorini hanno chiesto scusa ma, nei fatti, per loro non è cambiato nulla nell’immediato. Anzi. Il team si è tuffato a pesce nel casino, strutturando una puntata tutta sul caso Bellavia. Solo all’una di notte s’è cambiato argomento. Ora, è chiaro che non si poteva glissare sul tema: sarebbe stato come minimizzarlo oppure avallarlo. Né si poteva realizzare il sogno proibito di un Ground Zero dei concorrenti: della serie, li rimandiamo tutti a casa e facciamo da capo i provini. Sarebbe stato bellissimo, ma a livello produttivo infattibile.

Qualcosa però si poteva fare – e non è stato fatto. Per esempio, si poteva decidere, dichiarandolo magari in apertura del reality, che alla luce di quanto era successo la puntata del Gf Vip in questione sarebbe durata meno: non fino all’una di notte inoltrata ma, che so, alle 23. In questo modo, si sarebbe potuto affrontare il tema e sviscerarlo, ma senza cavalcarlo in nome degli ascolti (che, puntualmente, si sono rivelati altissimi: 3,3 milioni di spettatori e 25,1% di share). Oppure si sarebbero potuti prevedere meno stacchi pubblicitari: ce ne saranno stati un milione e ognuno era tarato sul provvedimento o la strigliata di turno. O, ancora, si poteva annunciare un’edizione ridotta del Gf Vip: a Natale, tutti a casa. Sono ovviamente tre soluzioni che, in crescendo, danneggiano tanto la società Endemol quanto Mediaset: ce ne rendiamo conto. E sappiamo bene che in prima serata tutto è monetizzabile, soprattutto gli scandali. E questo, che avrebbe potuto essere un’occasione per affrontare un tema serio e reale, a scandaletto social è stato presto rubricato.

Infine, una piccola parentesi su questa faccenda del “signori miei, la vita è anche questo”: la tv non deve certo essere pedagogica, ci mancherebbe altro. Ma non deve nemmeno per forza farci vedere tutto lo schifo del mondo. Di solito, quando lo fa, è perché raschiando il barile si alzano gli ascolti. Il prezzo da pagare però può essere alto, come abbiamo visto lunedì sera. Perché, alla fine, chi risponderà davvero sulla propria pelle di tutto questo sarà solo Bellavia. E tutto per un reality show.