‘Rolling Stone’ e la politica: Obama e Trump nell’ultima puntata della serie | Rolling Stone Italia
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‘Rolling Stone’ e la politica: Obama e Trump nell’ultima puntata della serie

"Quando ho iniziato a seguire la campagna elettorale per la rivista mi sono reso conto che le presidenziali del 1972 e quelle del 2016 avevamo molto in comune" racconta Matt Taibbi

“Nell’estate del 2015, quando Trump ha annunciato la propria candidatura alle primarie, per la rivista si è delineata la possibilità di tornare a fare quello che aveva sempre cercato di fare: prendere un articolo, scomporlo, dissezionarlo, analizzarlo, andare in profondità, scoprendo di cosa si tratta” spiega la giornalista Janet Reitman nella sesta e ultima puntata di Rolling Stone – Sesso, Stampa e Rock’n’roll, la docu-serie diretta dal premio Oscar Alex Gibney e dal vincitore dell’Emmy Blair Foster, che ripercorre gli ultimi 50 anni di musica, politica e cultura popolare americana attraverso la prospettiva di una rivista iconica, la nostra.

Per la campagna del 2016, Matt Taibbi ha girato praticamente tutti gli Stati per parlare con la gente e capire come siamo arrivati a questo punto. Lo stesso fece Hunter Thompson negli anni ’70, quando scriveva di Nixon nella sua maniera bizzarra, da gonzo.

“Quando ho iniziato a seguire la campagna elettorale per Rolling Stone mi sono reso conto che le presidenziali del 1972 e quelle del 2016 avevamo molto in comune” spiega Taibbi riguardo al mestiere del giornalista, Hunter Thompson credeva – e ne sono convinto anch’io – che l’obiettività non esista, è una bugia. Ogni singola cosa che fai è una scelta editoriale, che si tratti del titolo, della dimensione della foto o del numero di pagina. Tutti hanno un opinione, tanto vale ammetterlo”.

Nel dicembre del 2016 poi Jann Wenner intervista Obama per la cover story: “Non serve a niente chiudersi assumendo una posizione fetale, bisogna andare lì fuori, lavorare e destreggiarsi in messo alle difficoltà (…) Guardando ai dati delle elezioni, se avessero votato solo i giovani, Hillary avrebbero ottenuto 500 voti elettorali, è stato un gruppo di elettori bianchi della classe operaia ad alimentare i voti per Trump. Non si fidano di Wall Street, dell’establishment. Qualsiasi ricetta politica da noi proposta non li convince, non viene ascoltata da gente di queste comunità. Non è semplicemente un problema economico, è un problema culturale”.

Rolling Stone – Sesso, Stampa e Rock’n’roll, su Sky Arte ogni mercoledì alle 21.15.

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