Abbiamo parlato con gli scenografi e la costumista che hanno ideato i set e gli abiti del film visivamente più sbalorditivo della stagione. E loro ci hanno spiegato le ispirazioni, i simboli e il metodo alla base di tutto: «Yorgos Lanthimos ci ha lasciato la massima libertà»
Dal favorito (‘Oppenheimer’) a tutti gli altri, compresi quelli che potrebbero riservare sorprese (‘Povere creature’!) e quelli che si sono già ritrovati snobbati (‘Barbie’). And the winner will be…
Sembra finalmente arrivato il momento di Nolan, ma Lanthimos e Scorsese potrebbero insidiare il favorito. Chi vincerà?
Da 'Anatomia di una caduta', ormai verso la statuetta per la prima categoria, alla partita ancora aperta per le 'adapted'. Vincerà 'Barbie' per cancellare le altre mancate nomination?
Tecnologia a vapore mischiata a elementi fantastici, costumi pseudo-vittoriani intrecciati con la moda contemporanea. Il film di cui tutti parlano è anche un nuovo tuffo nel mondo inventato da H.G. Wells & Co.
Abbiamo incontrato il regista greco, di cui arriva (finalmente) al cinema ‘Povere creature!’, l’ultimo film già Leone d’oro a Venezia. Il punto di vista tutto femminile, la creazione di un nuovo mondo e il rapporto speciale con Emma Stone
Dominano 'Oppenheimer', 'Povere creature!' e 'Killers of the Flower Moon', mentre 'Barbie' porta a casa meno di quello che sperava. Tra i migliori film internazionali c'è il nostro 'Io capitano'
‘Oppenheimer’ trionfa con 5 statuette, ‘Barbie’ sconfitto da ‘Povere creature!’. Sul fronte serie vincono ‘Succession’ e ‘The Bear’. E l’Italia di Garrone non ce la fa
Tantissimi sequel già cult: ‘Joker: Folie à Deux’, ‘Dune – Parte due’, ‘Il gladiatore 2’, ‘Beetlejuice 2’ e ‘Un altro Ferragosto’. Ma anche i nuovi Sorrentino e Guadagnino, passando per ‘Furiosa’ e Amy Winehouse
Dal Leone d’oro ‘Povere creature!’ di Yorgos Lanthimos (finalmente!) agli umanissimi ‘Perfect Days’ di Wim Wenders e ‘The Holdovers’ di Alexander Payne. Ma anche l’attesissimo Miyazaki, l’opera seconda di Pietro Castellitto e tanti altri
Più che la versione femminile di Frankenstein, quella raccontata dal regista greco è una figura sovversiva sulla via di un’emancipazione estrema, di un "fuck you" al patriarcato ancora più urlato e sì, (letteralmente) goduto
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