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Rolling Mondiale: il risultato esatto di Croazia-Inghilterra

I Beckham e i Rooney non hanno vinto nulla, e magari ora la gloria eterna spetterà a Trippier e al suo parrucchiere. Ecco cosa succederà nella semifinale mondiale.

Da sinistra: Dele Alli, Luka Modrić, Harry Kane e Ivan Rakitić. Foto via Facebook

L’ammiraglio Nelson, Nobby Stiles, William Shakespeare. E poi Jordan Pickford: ha la faccia astuta del bambino di This is England e due guantoni al posto delle mani, il nuovo eroe delle lande oltre la Manica. La semifinale confermerà la predestinazione del giovanotto con la faccia da tripla pinta al banco per cominciare?
Il portiere dell’Everton e della nazionale inglese è reduce da un Mondiale strepitoso, nei 90 e 120 minuti e ancor più ai rigori.

Fare meglio dei predecessori, da Seaman a Hart, non era impossibile, ma il ragazzo venuto dal Nord, ex panchinaro di Vito Mannone al Sunderland, ci ha messo del suo con una serie di interventi notevoli. Al resto ha pensato il calendario: se ora gli inglesi possono tornare a cantare il loro “Football’s Coming Home”, un cero alla congiuntura astrale che ha permesso loro di evitare tutte le big del pianeta, come forse non era mai capitato prima a una candidata alla vittoria finale, forse andrebbe acceso.

Tutto questo senza sminuire il lavoro fatto dal mod fuori tempo massimo Gareth Southgate e la crescita evidenziata in queste settimane ai un gruppo di giovani di talento e personalità. Il calcio è strano, Beppe: i Beckham e i Rooney non hanno vinto nulla, e magari ora la gloria eterna spetterà a Trippier e al suo parrucchiere.
A loro opposti sul rettangolo moscovita la grande rivelazione di un torneo di sole rivelazioni, la Croazia di Modric e Rakitic, quel genere di personaggi che non vorreste mai incontrare a undici metri di distanza. Per ora.

I balcanici hanno fin qui fatto un torneo sensazionale, al netto del tentativo del centrale Vida di scatenare la rappresaglia russa e impedire il rientro in patria a sé e ai suoi compagni. Trascendentale nei gironi, solida e fortunata nelle due sfide a eliminazione diretta, i biancorossi si sono retti sulle geometrie dei suoi centrocampisti e la fisicità dei totem offensivi. Basterà contro i virgulti d’Albione?

La partita inizia lenta, con uno scambio di testate tra Maguire e Mandzukic, che esterna così la sua gioia per l’approdo a Torino di Cristiano Ronaldo. Si accende Kane, risponde Perisic con un paio di dribbling fini a se stessi e la dimostrazione che giocare assieme a Candreva nuoce gravemente alla salute. Il primo tempo va in archivio sullo 0 a 0, nel secondo prevalgono ancora le botte rispetto ai tiri nello specchio. Sterling non punge, Rebic si divora il vantaggio croato. Tre fischi ed è sempre parità, come è giusto che sia tra due squadre che non sanno come abbiano fatto ad arrivare fin lì. Nulla accade nei supplementari, una mezz’ora di attesa dolente dei rigori per decretare la sfidante della Francia.

Subasic indovina l’angolo di Alli e porta avanti i suoi, Modric sbaglia come già aveva fatto pochi giorni prima. Questa volta è il rigore finale, come sempre assegnato a Rakitic, ad essere fatale ai balcanici. L’uomo del destino é Jordan Pickford, che sventa sulla propria destra. Gli oracoli avevano ragione: è lui, il latteo fanciullo giunto in Terra per riportare il calcio a casa. Almeno fino alle tre pere che gli girerà Mbappé.

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