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Non è Motomondiale senza Valentino Rossi

A 38 anni il pluricampione della Yamaha è ancora uno dei punti di riferimento del circus. E la sua assenza pesa più delle altre

Valentino Rossi al Red Bull Ring durante il MotoGP d'Austria: GEPA pictures/ Michael RiedlerPhoto: GEPA pictures/ Michael Riedler

Uno degli appuntamenti più attesi dell’anno, una delle corse più noiose. Il Gran Premio di San Marino della Riviera di Rimini, che si corre a Misano nel circuito intitolato a Marco Simoncelli, è stato un flop. E non è una questione di bandiera messa in piedi dopo il successo di Marc Marquez davanti a Danilo Petrucci e Andrea Dovizioso: l’ultimo GP non ha avuto il brio delle altre corse del Motomondiale ed è un dato di fatto.

Certo, la corsa è una delle più lunghe della stagione, con 28 giri non velocissimi (inevitabile in condizioni di pioggia come domenica scorsa) ma dopo la caduta da leader in pista di Jorge Lorenzo e la rimonta di Petrucci, ancora ottimo su Ducati Pramac, la gara ha fatto sbadigliare i tifosi. Perché? Sicuramente la tattica cerebrale di Marquez non ha aiutato, con lo spagnolo della Honda abile nel replicare il ritmo di Petrucci per poi sverniciarlo all’inizio dell’ultimo giro. Ma la verità è che mancava Valentino Rossi.

Valentino Rossi al Red Bull Ring durante il MotoGP d’Austria: GEPA pictures/ Michael Riedler

Il pilota della Yamaha si è rotto tibia e perone in un allenamento di supermotard, e dovrà rinunciare ad almeno un altro Gp (Aragon, sarà sostituito da Michael van der Mark). Un’assenza che neanche a dirlo ha lasciato un vuoto incolmabile in griglia e non solo per il fatto che la lotta Mondiale è passata da quattro a tre piloti. Valentino, infatti, crea quel ‘non so che’ che nella Gerusalemme Liberata aveva un’accezione positiva, in grado di scombinare l’ordine prestabilito dalla volontà (divina, in quel caso). Valentino genera interesse, spettacolo, sorpassi e anche quando finisce lontano dal podio – 10° a Jerez e 7° in Austria nel 2017 – crea uno stato di tensione in chi è incollato alla televisione. E non si tratta di una questione di tifo.

Questa mancanza è esemplificata dal sorpasso di Marquez: una manovra implacabile, pulita e soprattutto permette allo spagnolo di riagganciare Andrea Dovizioso a 199 punti in classifica, ma che Rossi avrebbe compiuto in modo diverso: Valentino ci avrebbe messo più pepe, allargato la gamba come fa sempre nelle sue staccate, portando il sole anche in un weekend grigio come quella di Misano.

Ma ora si presenta un problema. Valentino è del 1979, ha 38 anni e prima o poi smetterà di correre. Sarà in quel momento che ci lascerà in dote una MotoGp diversa, anche se al momento sembra mancare un suo erede dal punto di vista della personalità. Andrea Dovizioso e Maverick Viñales hanno regalato dei begli highlights in stagione, ma non sono in grado di monopolizzare la scena come Rossi, anche quando in giornata di grazia. Lo stesso vale per campioni affermati come Marquez e Lorenzo.

Insomma, il panorama non sembra offrire un ricambio immediato. Allo stato attuale delle cose c’è solo una possibilità: aspettare un paio di settimane – sperando che Aragon smentisca quanto sopra – e godersi il rientro di Valentino. Nella speranza che duri in eterno.

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