Luca Toni, "quella" Nazionale e una stagione di delusioni | Rolling Stone Italia
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Luca Toni, “quella” Nazionale e una stagione di delusioni

È stato Campione del mondo nel 2006, per due volte capocannoniere della Serie A e una volta della Bundesliga. Ma ora è arrivato il momento di appendere le scarpette al chiodo

Luca Toni con la maglia del Verona, l'ultima vestita nella sua carriera

Luca Toni con la maglia del Verona, l'ultima vestita nella sua carriera

Con l’Europeo iniziato appena ieri sera e l’Italia che ha fatto anche una buona figura, i paragoni con la Nazionale del 2006 si sono forse placati.

Luca Toni, protagonista di quel Mondiale, dice che secondo lui non è troppo corretto fare confronti continui, perché «ogni squadra ha la sua storia». Abbiamo parlato con il campione del mondo, che ha chiuso da poche settimane la sua carriera nel mondo del calcio con la maglia del Verona. Dopo una stagione deludente, iniziata con un infortunio e finita con la retrocessione. Perché «per lasciare un grande amore ci vuole una grande delusione».

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Hai visto la nazionale ieri sera, vero?
Certo, l’ho vista ed ho visto una bella Italia: ha fatto una grande gara. È stata una bella partita, con un’Italia davvero tosta. Senza dimenticare la tecnica: il gesto tecnico di Bonucci sul primo gol è una cosa che nessun difensore dell’Europeo sa fare. Oltre al cuore ci sono anche i piedi buoni.

Che ricordi hai della nazionale?
Ho avuto la fortuna di vivere questa esperienza con dei campioni e ho raggiunto il traguardo più importante di tutti, il Mondiale del 2006. Sono molto contento di quello che ho vissuto con la maglia azzurra. Indossarla ha sempre un fascino incredibile.

Tutti paragonano le nazionali degli ultimi dieci anni a quella squadra…
Secondo me non ha tanto senso, ogni squadra ha la sua storia. Però è normale, è l’ultima nazionale vincente.

Venendo a te, come mai la scelta di chiudere con il calcio quest’anno?
È nata perché per me il calcio è stato vita, è stato passione ed è stato amore. Ma quest’anno ho vissuto una stagione di forti delusioni, tra la rottura del ginocchio e la retrocessione con il Verona. Per lasciare un grande amore ci vuole una grande delusione, quindi diciamo che è stata una mia scelta, smettere con il calcio e iniziare una nuova vita.

Che sarà da dirigente quindi?
Sì, inizierò a lavorare con il Verona all’interno della società, voglio dare una mano per creare una squadra competitiva per tornare su.

Hai chiuso segnando un cucchiaio, una cosa un po’ inusuale per te…
Mi andava! Ho fatto una splendida carriera, volevo finire con il botto, con qualcosa che non mi apparteneva.

Sei uno che in carriera si è tolto parecchie soddisfazioni, tra cui vincere la classifica marcatori in Germania. Perché pochi italiani hanno così tanta fortuna all’estero?
Perché non ce l’hanno neanche in Italia! Il problema è che ci sono pochi italiani in Serie A: nelle 3 o 4 squadre più forti ci sono pochissimi attaccanti titolari italiani. Se non hai successo in Italia è difficile avercelo all’estero.

Luca Toni questa mattina allo stand Lotto Leggenda di Pitti Immagine

Luca Toni questa mattina allo stand Lotto Leggenda di Pitti Immagine

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