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La meglio gioventù del calcio italiano

In Serie A si punta sempre di più sui talenti locali. Idee e numeri di un trend in crescita

La meglio gioventù del calcio italiano

Gianluigi Donnarumma durante gli allenamenti della Nazionale Under-21. Foto via Facebook

Di recente i giovani calciatori italiani si sono ritagliati uno spazio sempre più importante in Serie A. Non è un slogan, ma un dato di fatto. L’inversione di tendenza del movimento, da sempre considerato sotto questo aspetto conservatore, è evidente: i dati del nostro massimo campionato e i risultati delle nazionali giovanili parlano di una nuova predisposizione nei confronti degli under-21. I giovani giocano di più, segnano di più e sono in grado di dare lustro al nostro calcio anche a livello internazionale.

Dove individuare le motivazioni di questo cambiamento? La causa non è mai una sola, ma senz’altro le linee guida tracciate dal nuovo ct della Nazionale, Giampiero Ventura, hanno inciso concretamente. Sin dalla prima conferenza stampa da commissario tecnico, l’ex allenatore del Torino ha posto l’accento sulla necessità di dare più fiducia ai talenti nostrani. Un messaggio seguito dai fatti: lo sforzo di Ventura per creare delle finestre da dedicare a stage – o nazionali sperimentali – per i calciatori emergenti è stato concreto e ha aperto le porte di Coverciano a ragazzi provenienti da A e B.

Le direttive dell’allenatore hanno portato le squadre di Serie A ad affidarsi a sempre più agli under: 41 azzurri sotto i 22 anni di età sono scesi in campo nella massima serie nel 2016/2017. Addirittura in 15 hanno giocato almeno dieci partite. Un classe 1998 come Locatelli ha deciso una partita tra Juventus e Milan, con uno strepitoso gol che ha fatto saltare in piedi il pubblico di San Siro.

Questo nuovo indirizzo ha addirittura portato all’exploit di due minorenni. Pietro Pellegri (16 anni) e Moise Kean (17) hanno esordito e segnato in A rispettivamente con Genoa e Juventus. Il ragazzo del grifo ha inoltre battuto il record di Amedeo Amadei, avendo esordito in Serie A all’età di 15 anni e 280, un primato che reggeva dal 1936. I giovani hanno realmente iniziato a prendersi il nostro calcio.

Under 21 italiani in Serie A

StagioneUnder-21 impiegati in AU-21 con almeno 10 presenze
2012-201330
2013-2014101
2014-2015250
2015-2016213
2016-20174115

Tuttavia, l’inversione di tendenza non è giustificabile solo con un ‘dirigismo’ della federazione. E’ evidente che il calcio italiano abbia trovato una generazione fortunata con Donnarumma, Pellegrini ma anche nei vecchi – al fine del nostro conteggio – Romagnoli, Berardi e Bernardeschi, che rappresentano già oggi il futuro della Nazionale maggiore. E dietro di loro una nidiata più giovane formata dai Barella, Chiesa, Locatelli, Kean e Dimarco, per la quale non è attualmente possibile pronosticare un futuro certo in azzurro, ma che sembra già avere la prospettiva di lunga carriera in A.

La componente talento si può anche individuare nei risultati dell’ultimo anno di under-19 e under-20. Nella scorsa estate Paolo Vanoli, oggi assistente proprio di Ventura, ha condotto l’U-19 a un glorioso europeo di categoria, conclusosi con una sconfitta in finale contro la Francia. Quei ragazzi, se si eccettuano Barella e Dimarco, venivano tutti dalle squadre Primavera e nonostante questo sono riusciti a superare Germania e Inghilterra che vantavano talenti ben più inseriti nelle prime squadre. La sconfitta contro i galletti per 4-0 era un risultato all’epoca inevitabile: in quella Francia c’erano giocatori come Mbappé, meno uno anno dopo super stella del calcio mondiale, Augustin e Harit, che faranno tanta, tantissima strada.

Lo stesso vale per l’Italia di Evani, che ha raggiunto qualche giorno fa la semifinale del Mondiale U-20, miglior risultato di sempre per gli azzurrini nella competizione. Il tutto battendo la Francia, ancora infarcita di tanti ragazzi del citato 4-0, per poi finire ko contro l’Inghilterra di Solanke e Lookman. Il primo passerà al Liverpool nella prossima stagione, l’altro ha già esordito e segnato con l’Everton (ed è il giocatore più pagato di sempre della League One, la Lega Pro inglese): si tratta di eccellenze.

Under-21 di tutte le nazionalità dei principali campionati europei (2016-2017)

CampionatoUnder-21 impiegatiU-21 con almeno 10 presenze
Serie A9238
Liga (Spa)8345
Ligue 1 (Fra)12755
Bundesliga8341
Premier League (Ing)6925

Tutto questo per dire che l’Italia sta crescendo, ma ci sono ancora passi in avanti da fare per avvicinarsi culturalmente alle altre nazioni. In Ligue 1 gli U-21 francesi impiegati sono 85 e in dieci hanno realizzato più di 30 presenze (da noi solo 2). In Inghilterra ci sono dati simili ai nostri ma a fare la differenza è il sistema giovanile, che prevede un campionato U-23 competitivo, la Premier League 2. Il risultato è che i giocatori che si affacciano in prima squadra avranno un gap inferiore da colmare rispetto ai ragazzi della nostra Primavera: non è un caso che dalla prossima stagione in Italia partirà la riforma della divisione giovanile, che raggrupperà le squadre per ranking e non per vicinanza geografica.

La strada è quella giusta, ma solo il tempo ci dirà se si è trattata di una moda passeggera, di una generazione particolarmente fortunata, o di un progetto a lungo termine per valorizzare il calcio italiano.

Fonte Dati: whoscored.com

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