Il meglio e il peggio delle pubblicità del Super Bowl 50 | Rolling Stone Italia
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Il meglio e il peggio delle pubblicità del Super Bowl 50

Dalla adorabile Helen Mirren alla dannata PuppyMonkeyBaby, ecco gli spot che ci sono piaciuti e quelli che abbiamo odiato

Lo spot Heinz è stato tra i migliori del Super Bowl 50

Lo spot Heinz è stato tra i migliori del Super Bowl 50

Anche i fan più accaniti dei Broncos probabilmente ammetteranno che il Super Bowl 50 è stata una noia, con la difesa di Denver a controllare Cam Newton, per usare un eufemismo, e tirare fuori una vittoria nel Big Game.

È stata una serata parecchio seriosa per la pubblicità del Super Bowl, almeno fino a quando Peyton Manning ha promesso di bere tutte le Budweiser di San Francisco (ops, Santa Clara) durante il suo discorso post-partita. Ecco la nostre scelte per il meglio e il peggio dal Super Bowl 50.

Meglio: Honda Ridgeline, ‘A New Truck to Love’

Gli animali parlanti generano sempre spot di successo al Super Bowl, e Honda ha sfruttato in pieno questa tradizione per questa pubblicità in stile Babe per la sua Ridgeline, con al suo interno un gregge di pecore che intona il classico dei Queen Somebody to Love. Mettici un cane parlante sul finale e ti garantirai un sorriso anche da parte del più triste fan dei Panther.

Peggio: Mountain Dew, ‘PuppyMonkeyBaby’

C’è uno strano buono e uno cattivo, e questa mostruosità finisce di certo nella seconda categoria. Creata per promuovere la miscela Kickstart di Mountaun Dew, ha come protagonista un abominevole ibrido uomo-animale che ripete il suo nome alla nausea e… ecco, lo spot è questo. E nonostante il nostro pollice verso per questo spot, evidentemente ha funzionato: “PuppyMonkeyBaby” non ha solo terrificato gli spettatori del Super Bowl, ma è stato anche un top trend su Twitter. E nel mondo della pubblicità, l’importante è che se ne parli. Peccato che non riusciremo a dormire mai più.

Meglio: Budweiser, ‘Give a Damn’

Questo spot aveva già avuto successo prima del Big Game, ma vedere Helen Mirren strigliare gli automobilisti ubriachi è stato ancora meglio questa domenica. Give a Damn di Budweiser non ha solo fatto ridere, ma il suo messaggio ha funzionato ancora meglio in una delle notte più sbronze dell’anno. Semplice, divertente ed efficace, ha dimostrato che non servono gli effetti speciali, l’umorismo stupido o i doppi sensi sessuali per fare una pubblicità memorabile. Ti serve solo la signora Helen. Speriamo che qualcuno l’abbia ascoltata e abbia portato a casa Peyton Manning dai festeggiamenti del dopo partita.

Peggio: Colonial Williamsburg, ‘It Started Here’

È chiaro che questa pubblicità di Williamsburg (quella coloniale, non la mecca hipster di Brooklyn) è stato un tentativo di accaparrarsi le simpatie dei patrioti più caldi che solo il Super Bowl può risvegliare. Ma di sicuro c’erano modi migliori di farlo che mostrare il crollo del World Trade Center. Al contrario. Gli americani guardano il Super Bowl per un sacco di ragioni. Il ricordo delle tragedie sicuramente non è una di quelle.

Meglio: PayPal, ‘There’s a New Money in Town’

Come puoi far diventare PayPal un prodotto eccitante? Con uno spot di stile come questo, il debutto della compagnia nel mondo del Super Bowl. Con come colonna sonora il miglior beat che Kanye West abbia mai prodotto, e con un testo dinamico, che racconta ai vecchiacci attaccati ai soldi che il loro tempo è finito (anche se sono lì a scuotere i loro stivaloni pieni di soldi), siamo sicuri che questo spot abbia fatto centro nei nostri cuori e sulle nostre dite. Che hanno cliccato così tanto da farci spendere un sacco di soldi su Etsy.

Peggio: Doritos, ‘Ultrasound’

Doritos Ultrasound

Questo spot è quindi il vincitore del sondaggio che Doritos ha lanciato per decidere lo spot del Super Bowl. È naturale chiederci quanto facesse schifo quello arrivato secondo. Uno spot stanco, pieno di noiosi stereotipi (la moglie assillante, il marito scemo), che racconta un futuro padre che usa un sacchetto di Doritos per far divertire il suo figlio, ancora nella pancia della mamma. Il punto più alto è quando una patatina vagante causa la nascita anticipata del piccolo. Chissà se ne ha un’altra pronta per l’allattamento…

Meglio: Apartments.com, ‘Moving Day’

Ci vergogniamo a dire che ci abbiamo messo del tempo a capire che questo spot è stato essenzialmente una presa in giro dei Jefferson, ma quando finalmente l’abbiamo capito, (“George Washington e Lil Wayne…George e Weezy…aspetta un attimo!”) non abbiamo potuto fare altro che ridere. Aggiungeteci il venditore Jeff Goldblum, un coro gospel e una stimolante cover della sigla della serie, e abbiamo un vincitore! Un punto in più per averci fornito la prova definitiva che i fagioli non si bruciano sulla griglia.

Peggio: Shock Top, ‘Unfiltered Talk’

Povero T.J. Miller, un comico che di solito ci fa ridere un sacco, questa volta deve cercare di far sembrare divertente una spillatrice parlante. Potremmo dire che la mascotte occhialuta di Shock Top è stata la cosa che abbiamo odiato di più domenica, ma faremmo un torto a PuppyMonkeyBaby. E in più, almeno l’animale mutante era memorabile. La fetta d’arancia ci ha fatto rimpiangere i giorni della rana della Budweiser.

Meglio del meglio: Heinz – Wiener Dogs, Seth e Amy – Bud Light Party

Gli adorabili hot dog di Heinz sono stati un successo sulla Twittersfera per un buono motivo, il pupazzo di Kia assieme a Christopher Walken è stato meravigliosamente stupido e che non ha amato vedere Amy Schumer e Seth Rogen insieme per quello spot di Bud Light?

Peggio del peggio: Amazon – Baldwin Bowl, Audi – Bowie Spot

Amazon Echo: #BaldwinBowl Party feat Alec Baldwin, Dan Marino, Jason Schwartzman, & Missy Elliott

Stavamo per fare una categoria a parte per l’infinita sequenza di spot per le stupide serie delle CBS che abbiamo visto durante il Big Game. Invece, le abbiamo unite in questa categoria, assieme a chi non ce l’ha fatta. Il peccato più grosso di Amazon è stato quello di ammazzare il talento di Alec Baldwin (e Jason Schwartzman) con uno spot davvero scemo, mentre l’utilizzo di Starman da parte di Audi ci ha fatto stare male, anche se il marchio ha cercato di trasformare lo spot in un omaggio a Bowie. Non ci potete prendere in giro, amici.

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