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Migliori performance e una community globale: il futuro tracciato dalla partnership Inter-Lenovo

I dati non sono soltanto il futuro, ma anche il presente. Lo hanno capito da tempo in casa Inter, dove la collaborazione con Lenovo ha portato a migliorare le prestazioni dei calciatori, gestire sempre meglio i contenuti per i fan e a costruire una community mondiale sempre più numerosa

Il calcio è uno sport che può contare su 3,5 miliardi di spettatori, il che significa la metà della popolazione mondiale, e soltanto una squadra come l’Inter ha 60 milioni di tifosi sparsi in tutto il mondo (sempre per fare un paragone: quasi l’intera popolazione dell’Italia).

Già questi numeri possono rendere l’idea del giro d’affari che si nasconde dietro a quello che da molti viene ancora considerato soltanto un gioco. Lo hanno capito bene i nerazzurri, che da qualche tempo hanno intrapreso un innovativo percorso per massimizzare il valore dei dati e contribuire a migliorare le prestazioni dei giocatori, la gestione dei contenuti per i fan e il coinvolgimento della propria community.

Per raggiungere questi obiettivi si sono rivolti a Lenovo, a cui è stata affidata la trasformazione tecnologica del club. Ma come riuscire a gestire milioni di data point, centinaia di ore di contenuti (anche d’archivio) e svariate fonti di dati sui giocatori, non solo da monitorare ma anche da interpretare?

Ce lo ha spiegato Mark Van Huuksloot, Chief Operating Officer di Inter: «Negli ultimi anni abbiamo potenziato le nostre risorse tecnologiche, non solo per offrire ai tifosi nuovi modi per interagire con il club, ma anche per aiutare i nostri campioni ad analizzare e accrescere le proprie prestazioni. Entrambe le attività – ha proseguito – hanno generato una massiccia quantità di dati. Nelle ultime due stagioni abbiamo collezionato 60 milioni di dati GPS relativi alle prestazioni dei giocatori. Poter contare su un’infrastruttura altamente performante, scalabile e affidabile al centro delle nostre attività è fondamentale per guidare l’innovazione e trasformare i dati in informazioni utili e tempestive». Con una mole di dati impressionante: 600 terabyte per ogni stagione nella sola analisi sportiva.

Altro aspetto fondamentale per il calcio, da sempre, è il rapporto con i supporter. Anche sotto questo aspetto la partnership Inter-Lenovo ha dato dei frutti davvero incredibili, in particolare grazie alla creazione di contenuti speciali ed esclusivi, sempre più in linea con i gusti del pubblico collocato in qualsiasi area geografica. «Assicurarsi di proporre contenuti personalizzati, al momento giusto e tramite i canali preferiti, è fondamentale per fidelizzare i fan e interagire con i supporter» ha premesso Roberto Monzani, Media House Director di Inter, il quale ha sottolineato come il lockdown, invece di essere vissuto come un limite, in questo settore è stato sfruttato come una opportunità: «In quel momento il potenziamento del digitale per restare accanto ai nostri tifosi è diventato il nostro obiettivo principale». E così, l’Inter Media House, il team di circa 30 persone che crea contenuti di grande impatto, gestisce a sua volta 80 terabyte multimediali realizzati ogni anno e un archivio recentemente digitalizzato di oltre 1 milione di immagini e 60mila ore di video, il tutto facilmente reperibile attraverso tag e metadati. E oltre alla squadra maschile, è stata registrata una forte crescita anche delle donne che si interessano alla squadra femminile. Una collaborazione ormai strettissima, che ha portato Lenovo a diventare partner ufficiale per le maglie della squadra in un passaggio delicato per qualsiasi club: il rinnovo dello stemma. Ma anche in questo caso, il lavoro in sinergia ha reso il tutto naturale e proiettato verso il futuro, sia per la società che per la tifoseria: «Non vediamo l’ora di consolidare la partnership con Lenovo per poter esplorare nuove modalità di migliorare l’esperienza dei tifosi e le prestazioni dei giocatori con tecnologie di nuova generazione» ha concluso Van Huuksloot, che ha definito Lenovo «il cuore della nuova Inter».

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