Le società calcistiche stanno allargando i loro orizzonti, sconfinando e intercettando trend che vanno molto oltre ventidue giocatori in un campo lungo 105 metri e largo 68. I design dei kit, le collaborazioni con marchi e sponsor non sportivi, il legame con la musica, la comunicazione supportata da creator e artisti, l’esperienza stadio che va oltre la semplice fruizione della partita, le innovazioni tecnologiche. Solo per dire alcune.
Non per nulla qualche anno fa, tra gli addetti ai lavori si iniziava a parlare dei club calcistici come di media company, società che oltre al risultato nei 90 minuti e alla posizione in classifica devono anche pensare a come costruire e distribuire contenuti – nel senso più ampio del termine – per fidelizzare i propri supporter. Trovarne di nuovi così da attrarre nuovi sponsor e investimenti. Un approccio che ha spesso fatto storcere il naso allo zoccolo duro dei tifosi, indignati dal rebranding dello stemma o dalla maglia che rompe con la tradizione.
Negli ultimi tempi, però, sta nascendo una nuova consapevolezza: quella dell’attenzione alla sostenibilità e all’inclusione. Le società calcistiche sono delle “piattaforme” che vivono quotidianamente in rapporto non solo con i propri tifosi, ma anche con un territorio. Sono soggetti baricentrici che possono generare, oltre a un ritorno economico con cui ammodernare strutture e acquistare nuovi campioni, un valore sociale per la loro comunità.
Il Como 1907 è uno degli esempi più virtuosi di questa consapevolezza, non solo nel panorama calcistico italiano. Una squadra che, grazie a importanti investimenti internazionali, è tornata sul palcoscenico della Serie A e si sta affermando grazie a una forte ambizione sportiva e a una visione che va, appunto, oltre i 90 minuti di gioco.
Lo sta facendo costruendo un’identità moderna e inclusiva. L’ultima innovazione è stata portare al Sinigaglia l’audiodescrizione delle partite per tifosi ciechi e ipovedenti, in collaborazione con la piattaforma Connect Me Too. Una rivoluzione per chi finora si è dovuto affidare all’immaginazione o a una radiolina, e che oggi può finalmente vivere la partita con una consapevolezza dei dettagli fino a prima sconosciuta.
Durante Como-Venezia, prima occasione di attivazione, alcuni tifosi hanno potuto seguire la partita in cuffia, ricevendo, grazie a Connect Me Too, una cronaca audio iper-dettagliata, curata da un narratore che è molto più di un telecronista, perché chiamato a rendere visibile quello che normalmente i suoi colleghi affidano all’occhio delle decine di telecamere che circondano un campo da calcio: dal modello di scarpino dell’attaccante, all’acconciatura del nuovo acquisto, passando per la mimica facciale e gli striscioni appesi agli spalti.
Connect Me Too è un sistema tecnologico che nasce proprio per rendere più accessibili e interconnessi gli eventi dal vivo, sportivi e non. Si basa su una trasmissione completamente digitale via rete mobile (4G o 5G), che consente a chiunque, con uno smartphone e un paio di auricolari, di accedere all’audiodescrizione in tempo reale. La sua flessibilità lo rende adatto a ogni tipo di evento: partite ma anche conferenze, riunioni aziendali o spettacoli teatrali. E l’inclusione non si ferma ai confini dello stadio: il servizio è pensato anche per raggiungere chi segue la partita da casa, abbattendo ogni barriera fisica.
Uno degli usi più significativi di questo sistema è proprio legato all’inclusione di tifosi ciechi, ipovedenti e pluridisabili visivi. L’audiodescrizione immersiva unisce accuratezza tecnica e coinvolgimento emotivo: la voce narrante e il suono ad alta definizione trasformano l’esperienza della partita in un viaggio sensoriale, che rafforza ancora di più l’atmosfera dello stadio fatta di cori ed esultanze.
Per Tony D’Angelo, responsabile del progetto: «Offrire ai tifosi ciechi e ipovedenti la possibilità di vivere il calcio in modo autentico è un segnale di apertura e sensibilità che valorizza l’esperienza allo stadio. Il calcio è passione, emozione e appartenenza, e con Connect Me Too nessuno viene lasciato indietro».
Francesco Terrazzani, Amministratore Delegato di Como 1907, ha commentato: «Con l’introduzione di questo servizio, Como 1907 vuole rafforzare il suo impegno verso la comunità, permettendo a tutti i tifosi, senza distinzione, di vivere le emozioni della partita in maniera completa e inclusiva. Siamo molto felici di poter offrire questa esperienza unica ai nostri tifosi con disabilità visiva, per un calcio più inclusivo affinché ogni tifoso possa sentire, emozionarsi e vivere la passione del calcio senza barriere».
Il calcio, insomma, non è più solo una questione di vittorie sul campo.