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Sport, tutti i momenti da ricordare del 2016

Ovvero quegli eventi, momenti e personaggi che hanno caratterizzato lo sport nel 2016. E ovviamente si parte dalla morte di Muhammad Ali per arrivare al trionfo della campionessa paraolimpica Beatrice Vio
Foto tratta da "Muhammad Ali: fighters Heaven 1974" di Peter Angelo Simon

Foto tratta da "Muhammad Ali: fighters Heaven 1974" di Peter Angelo Simon

Usain Bolt, Rosberg, Cristiano Ronaldo, Steph Curry e LeBron James, Simone Biles, Gregorio Paltrinieri e Michael Phelps sono alcuni dei nomi che quest’anno hanno avuto il merito di issarsi tra i grandi della storia dello sport, chi più chi meno al fianco di leggende, come Muhammad Ali.
E da lui che è d’obbligo partire riavvolgendo il nastro del passato prossimo e provando a condensare in qualche riga gli eventi, i momenti, i personaggi che hanno caratterizzato lo sport nel 2016.

Ali appunto, ci ha lasciato lo scorso 3 Giugno, la sua morte e il suo funerale sono stati uno degli eventi dell’anno: un addio a una leggenda carismatica che, oltre ad essere un atleta unico, è riuscito a trascendere dal mondo della boxe e diventare una delle persone più famose di tutti i tempi grazie al suo impegno per cause sociali e politiche. Il suo lavoro fuori e dentro il ring ha ispirato generazioni di atleti. Tra i tanti: Usain Bolt. Il giamaicano è un volto della contemporaneità, è l’uomo più veloce del mondo e, come Alì contro Sonny Liston nel lontano 1964, è riuscito a “scuotere il mondo”.

Anche lui come Alì si è definito, a ragione, “il più grande di tutti i tempi”, una maniera perfetta e succinta con cui ha confermato il suo status dopo aver vinto 100, 200 e 4×100 per la terza Olimpiade consecutiva. Unico nella storia a riuscirci. Bolt è un mito vivente come Michael Phelps. Poche parole su questo fenomeno marino: secondo Sport Illustrated è il più grande olimpionico di tutti i tempi (SI gli ha dedicato la copertina nel numero in edicola in cui Phelps compare con tutti e 23 gli ori vinti, di cui 5 in Brasile, che ne fanno l’atleta più titolato in assoluto), di sicuro è il più forte nuotatore che Madre Natura ci ha permesso di ammirare. Grazie. Le Olimpiadi di Rio ci hanno poi reso tutti testimoni della fantastica storia di Simone Biles, la piccola farfalla della ginnastica artistica capace di incantarci in pedana, di vincere un record di 4 ori (e un bronzo a squadre), ha un sorriso contagioso come quello di Bolt, e grazie ad un corpo da fenomeno è – a 19 anni – probabilmente la ginnasta più forte di tutti i tempi, arrivata ai Giochi Olimpici da favorita e tornata a casa con lo status di leggenda.

Anche per LeBron James lo status dopo questo 2016 è definitivamente di leggenda: è stato capace di portare i Cleveland Cavaliers al loro primo titolo NBA della storia battendo (con una epica rimonta ) i Golden State Warriors di Steph Curry. Curry è stato il volto più celebre del basket mondiale grazie alle incredibili giocate, al record di squadra (massimo di vittorie in stagione regolare battendo il record dei magnifici Chicago Bulls di Michael Jordan) ai record personali (per la prima volta nella storia ha vinto il titolo di miglior giocatore della stagione votato dall’unanimità dei delegati) ma anche in virtù del suo corpo “normale” in un contesto di atletismo monstre qual è il basket NBA nel 2016, anno che ha visto il ritiro di Kobe Bryant lo scorso aprile con un’ultima partita dal sapore hollywoodiano. Kobe, 37 anni, terzo realizzatore di ogni epoca, 5 anelli vinti, ha detto addio al basket con una partita surreale chiusa con 60 punti.

Per chiudere con lo sport a stelle e strisce: d’obbligo menzionare la vittoria dei Chicago Cubs nelle World Series di baseball, un trionfo arrivato dopo 71 (settantuno) anni d’attesa (menzione speciale per i super tifosi Eddie Vedder e Bill Murray)
Chi proprio non ha nessuna voglia di mollare è Nole Djokovic che, insieme ad Andy Murray, ha dominato il tennis nel 2016. A Parigi Nole ha raggiunto per la prima volta il Grande Slam (la vittoria dei 4 maggiori tornei, anche se non nell’arco dell’anno solare) mentre Andy Murray, dopo tante delusioni e “ferite” sportive, è riuscito a sedersi sul tetto del mondo con una seconda parte di stagione pazzesca: 24 vittorie consecutive, oro olimpico e vittoria a Wimbledon, così si è guadagnato per la prima volta il posto di numero uno del ranking mondiale. Andy Murray è la perfetta sintesi della perseveranza e della voglia di migliorarsi anche attraverso le sconfitte.
Prima volta sul tetto del mondo anche per Nico Rosberg, che a 31 anni si è laureto Campione del Mondo di Formula 1. “La mia missione è compiuta”, ha detto annunciando il ritiro dall’attività, sicuro di aver fatto la cosa giusta, finalmente libero dall’ingombrante paragone con il padre Keke, anche lui campione del mondo nel 1982.

E il calcio? Abbiamo assistito ad alcuni eventi incredibili, dal calcio di rigore sbagliato da Messi nella finale della Copa America Centenario persa dalla sua fortissima Argentina, al trionfo del Portogallo dell’arci rivale Ronaldo agli Europei di Francia. Cristiano non ha praticamente giocato la finale contro i padroni di casa uscendo in lacrime per infortunio intorno al 25’ del primo tempo, ha così assistito alla partita dalla panchina vivendo in uno stato di trance agonistica e personale gli epici minuti finali (gol-vittoria al 117’ di Eder, appena entrato e al primo pallone giocato).
Ma, inutile nascondersi, su tutti spicca il Leicester City Football Club. La squadra su cui non avrebbe scommesso nessuno (o quasi) ha vinto la Premier League (calcio inglese ) grazie soprattutto a Claudio Ranieri. L’ex allenatore della Juventus ha avuto il merito di portare ai massimi livelli le sue capacità tattiche e la cura per l’organizzazione di gioco spaccando in due e a tratti dominando il massimo campionato inglese. il tutto con una rosa con un monte ingaggi da 60 milioni di euro a fronte di corazzate come Chelsea o Manchester United che spendono oltre 260 milioni in stipendi. Per chi l’ha seguita, quella delle foxes è stata davvero una cavalcata epica, con partite come quelle contro Manchester City o Liverpool di cui si parlerà a lungo nei pub di Leicester.

Infine, tra gli italiani che in questo 2016 hanno fatto l’impresa, scegliamo Paltrinieri e Cagnotto, non tanto per le vittorie e le medaglie conquistate alle Olimpiadi, ma per le emozioni che entrambi durante le gare ci hanno saputo dare. I 1500 metri vinti da Greg hanno spiegato al mondo cosa significhi essere un campione, vincendo sotto la spada di Damocle del favorito. Tania invece ha finalmente centrato il suo obiettivo, portandosi a casa un bronzo che vale come un oro. Una delle massime tuffatrici ha sempre mancato l’appuntamento con il podio di Olimpia, a Rio ce l’ha fatta, vincendo l’argento in coppia con Francesca Dallapé e poi, in solitario e al termine di una gara da batticuore anche per i meno esperti, Tania ha conquistato il bronzo– nel trampolino da 3 metri – e l’immagine che conserviamo è quella di tutte, tutte, le avversarie che la cingono con spontanei abbracci di sincero rispetto per le sue qualità umane e sportive. Infine, se la Cagnotto ci ha ricordato che perseveranza, lavoro, sacrificio e forza dalle sconfitte ti possono portare lontano, dove non si è mai arrivati, la lezione della campionessa paraolimpica Beatrice Vio è andata ancora oltre: la sua voglia di vivere e il suo sorriso sono l’emblema di questo 2016 sportivo, tanto più bello quanto più umano.

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