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È un’estate caldissima, (anche) dalle parti della boxe

In un anno "scarico" dal punto di vista delle maxi-competizioni sportive estive, il ring arriva in aiuto. Che, tra grandi match internazionali e puntate italiane, corre il rischio di far appassionare sul serio
boxe

Foto: Johann Walter Bantz su Unsplash

Nessuna Olimpiade a riempire le serate con il salto in lungo, nessun Mondiale di calcio per sventolare bandiere e brindare con birre ghiacciate, nemmeno un Europeo a offrire l’alibi perfetto delle partite della nazionale. L’estate 2025 si presenta insolitamente priva di quei grandi eventi sportivi che, anche per i meno appassionati, sanno trasformare un rigore ai supplementari in un momento memorabile.

Ma una risposta arriva dal mondo della boxe, che quest’anno propone tre incontri di rilievo mondiale, capaci di attrarre l’attenzione ben oltre la cerchia degli appassionati. Tra appuntamenti carichi di rivalità, leggende e colpi di scena, pronti a infiammare l’estate, che siate già esperti o che tutta la vostra conoscenza pugilistica sia Cinderella Man. Ancor prima del solstizio, due match hanno scaldato gli appassionati italiani: da un lato il ritorno trionfale di Fabio Turchi a Firenze, dall’altro il sogno mondiale di Claudio Squeo in Australia.

Turchi, soprannominato “Stone Crusher”, è tornato sul ring nella sua città natale l’8 giugno, nella cornice di piazza Santa Croce. Davanti a una platea gremita, ha affrontato il lettone Milans Volkovs per il titolo WBO Global dei pesi cruiser. Pur frenato da una ferita sopra l’occhio destro, ha stretto i denti fino all’ultimo round, portando a casa la vittoria ai punti e regalando ai fiorentini una serata di boxe che sapeva di riscatto e di orgoglio. Nello stesso giorno, a 16.000 chilometri di distanza, un altro italiano scriveva il proprio nome tra i protagonisti della stagione: Claudio Squeo, pugliese di Terlizzi, ha sfidato Jai Opetaia per i titoli mondiali dei pesi cruiser. Per Squeo era la prima volta fuori dall’Italia, la prima vera opportunità globale. Nonostante la sconfitta, ha dimostrato carattere, resistenza e coraggio, guadagnandosi l’attenzione di pubblico e critica. Anche quando non si vince, si può far sognare.

Oleksandr Usyk vs Daniel Dubois II – 19 luglio, Wembley Stadium, Londra
Il 19 luglio 2025 ad accendersi sarà il Wembley Stadium: Oleksandr Usyk e Daniel Dubois tornano faccia a faccia, e questa volta lo fanno per tutte le cinture dei massimi unificate. Ma chi segue la boxe sa che non è solo un match per i titoli dei pesi massimi, ma una sfida con un conto in sospeso che ha già diviso tifosi e appassionati a metà.

Per chi si fosse perso l’andata (e diciamocelo, male!), facciamo un salto indietro. Nel 2023 Usyk, ucraino di 38 anni, dominatore nei cruiser e poi nei massimi, aveva vinto per KO al nono round contro Dubois. Ma il punto che ancora oggi accende discussioni, forum e chat di WhatsApp è il famoso colpo basso del quinto round: fu regolare? Fu un errore arbitrale? Per alcuni è un momento epico alla Maradona-Mano de Dios, per altri un episodio che grida vendetta, tipo l’arbitro Moreno con l’Italia ai Mondiali 2002. Insomma, non proprio un dettaglio da poco. E visto che da lì in poi il trash talking è arte del gioco, in conferenza stampa l’Ucraino si è presentato con un finto libretto di regolamento del pugilato per spiegare all’avversario dove si poteva colpire e dove no.

Foto: press

Daniel Dubois, 27 anni, britannico con una potenza da far tremare le corde del ring, non ha certo pianto sull’occasione persa. Dopo quella sconfitta si è rialzato alla grande, ha conquistato il titolo IBF e lo ha difeso con successo contro Anthony Joshua. Ora torna a Wembley, in casa sua, non solo per provare a unificare le cinture, ma per prendersi la rivincita più gustosa della sua carriera.

Dall’altro lato, Usyk non è tipo da cedere facilmente. Maestro di tecnica e intelligenza tattica, ha messo in fila avversari del calibro di Joshua e Fury, conquistando titoli e il rispetto della boxe mondiale. Per lui questa sfida è l’occasione di riprendersi il titolo IBF e confermarsi, ancora una volta, campione indiscusso della categoria.

Si prevede un Wembley gremito con oltre 90.000 spettatori e milioni di occhi incollati da casa: una vera notte di adrenalina, strategia e colpi pesanti. Non importa se siete appassionati di vecchia data o se accendete la tv solo per gli incontri epici: questa è una sfida che promette emozioni forti, colpi da KO (reali e simbolici) e, chissà, magari un finale che questa volta metta tutti d’accordo… O che faccia discutere per i prossimi vent’anni.

Canelo Alvarez vs Terence Crawford – 13 settembre 2025 Las Vegas
Il 13 settembre 2025 Las Vegas si prepara a ospitare dei campioni assoluti. Sul ring saliranno Saul “Canelo” Álvarez e Terence “Bud” Crawford, due fuoriclasse. Due stelle gemelle, ma (e qui sta il vero fascino) di categorie di peso diverse.

Proviamo a tradurlo per chi non è pratico: è come se un campione dei 100 metri sfidasse un professionista dei 200. Le regole sono simili, ma l’esperienza e il corpo sono tarati su un altro tipo di sfida. Insomma, il bello di questo match è che non è solo uno scontro tra pugili: è un salto di livello, una sfida che mette sul tavolo l’adattamento, il coraggio e l’intelligenza strategica.

Canelo, 34 anni, viene da Guadalajara, Messico, ed è il re indiscusso dei supermedi. Il suo curriculum parla chiaro: 63 vittorie (39 per KO), 2 sconfitte e 2 pareggi, titoli mondiali conquistati in ben quattro categorie di peso. È un pugile potente, resistente, capace di dettare il ritmo del combattimento. Anche quando qualcuno lo critica (come dopo la vittoria su William Scull, giudicata poco spettacolare), lui resta il punto di riferimento per la sua categoria.

Dall’altra parte c’è Terence Crawford, 37 anni, da Omaha, Nebraska, uno dei talenti più fini e tecnici della boxe moderna. Crawford non ha mai perso: 41 vittorie, di cui 31 per KO, e una capacità straordinaria di adattarsi a ogni avversario. Ha già scritto la storia diventando campione indiscusso nei superleggeri e nei welter, ma adesso vuole spingersi oltre: salirà di due categorie di peso per affrontare Canelo tra i supermedi.

Qui entra in gioco la magia di questo incontro. Crawford sarà più leggero, più veloce, più tecnico – ma dovrà gestire il salto di peso e affrontare un avversario abituato a pugni più pesanti e ritmi più duri. Canelo, al contrario, dovrà dimostrare di poter reggere la rapidità, l’agilità e l’intelligenza di un pugile che combatte con una leggerezza e una fluidità fuori dal comune.

L’incontro si terrà a Las Vegas a settembre e già l’attesa è tale da poter potenzialmente battere i record di pay-per-view che, fino a ora, appartengono a Pacquiao-Mayweather del 2015.

Il ritorno di Pac Man – 19 luglio 2025
E se il record di Pacquiao-Mayweather del 2015 è in bilico, poco importa a uno dei pugili più importanti della storia, perché in questo momento nella testa di Pac-Man c’è ben altro. Il 19 luglio 2025, il filippino Manny Pacquiao tornerà sul ring al MGM Grand di Las Vegas per sfidare Mario Barrios, attuale campione WBC dei pesi welter. A 46 anni, “Pac-Man” cerca di riscrivere la storia, puntando a diventare uno dei campioni più longevi del pugilato.

A differenza del ritorno di Mike Tyson, che è stato poco più che un (triste) show, la sfida di Pacquiao è reale. Dopo il ritiro nel 2021 e una parentesi politica, Pacquiao ha deciso di tornare seriamente alla competizione, dimostrando che non si tratta di un semplice evento nostalgico, ma di un tentativo concreto di aggiungere un altro capitolo glorioso alla sua carriera.

Il match contro Barrios rappresenta una sfida significativa: Barrios, 29 anni, è un pugile in ascesa con un record di 29 vittorie, 2 sconfitte e 1 pareggio, noto per la sua potenza e determinazione. Ma dall’altra parte stiamo parlando di un superuomo. Il pugile filippino infatti non solo ha uno score di 62 vittorie, 8 sconfitte e 2 pareggi, ma soprattutto è l’unico pugile ad aver conquistato titoli mondiali in otto diverse categorie di peso. Insomma, vi ricordate l’esempio di prima? È come dire che nella sua carriera Manny ha vinto sui 100m, i 200, i 400, gli 800 e via così. Ogni volta crescendo di massa, senza mai perdere tecnica e capacita pugilistica.

Insomma, a Paquiao piace piegare le leggi della fisica, e se lo ha fatto già con il peso, perché non dovrebbe riuscirci anche con il tempo?

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