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Dove vuole arrivare la Renault in Formula 1

Abbiamo parlato con Daniel Ricciardo ed Esteban Ocon, i due piloti della scuderia F1 di Renault: "l'obiettivo è davvero salire sul podio prima della fine della stagione"

Dove vuole arrivare la Renault in Formula 1

Peter Fox/Getty Images

Uno dei due va matto per la pizza, l’altro adora giocare ai videogiochi sin da quanto è piccolo. Uno è australiano, l’altro francese. Uno la prima guida esperta che attende di vincere, l’altro il giovane talento pronto a esplodere. Uno sorride sempre e l’altro pure. Ecco, Daniel Ricciardo ed Esteban Ocon da questo punto di vista viaggiano sulla stessa linea d’onda: vivono la vita presentandosi sempre con un sorriso e non è una caratteristica che appartiene a tutti.

Il Gran Premio di Monza ha visto uscire Renault senza un risultato interessante in termini di punti e prestazione: Ricciardo ha chiuso al sesto posto mentre Ocon è solo ottavo, e la classifica fa ancora più male con l’australiano decimo con 41 punti e il francese dodicesimo a soli 30 punti. Renault però ci prova, ci crede, combatte e ha voglia di continuare a crescere, sperimentare, innovarsi in un campionato talmente competitivo e complesso che anche quando sei perfetto non basta, devi dare di più, devi crearti le condizioni per essere migliore della perfezione. 

Parlare coi piloti, quando si ha poco tempo e una schiera di colleghi che vogliono fare le proprie domande, non è mai semplice. Ma Ocon e Ricciardo sembrano a loro agio, completamente immedesimati nel loro ruolo di intrattenitori. Ricciardo è uno showman, Ocon ha il viso da bravo ragazzo ma con l’occhio da furbetto, quasi da italiano, giusto per sottostare a qualche stereotipo di basso borgo. Anche se l’Italia, nella vita del francese, esiste davvero: “Per me ha rappresentato una parte importante della mia vita e della mia carriera, avendo guidato su tutte le piste italiane i kart e avendo vissuto un anno a Padova, quando correvo in Formula 3 con la Prema Racing, campionato che poi ho vinto”.

Mentre Ricciardo, si sa, è innamorato di Monza, della pizza e del Cavallino. Infatti, tra una domanda e l’altra dice “non vedo l’ora di andarmi a mangiare un paio di pizze” e poi ride coinvolgendo tutti. La luce che porta Ricciardo la portano in pochi, anzi nessuno. Ecco, forse è una luce che servirebbe in questo momento nel team di Maranello: “Credo che la Ferrari abbia sorpreso tutti, i suoi rivali e i tifosi. Anche nei test aveva avuto delle difficoltà e ora sta dimostrando che i problemi erano seri e non si stava nascondendo. Credo che potranno fare dei miglioramenti, ma è difficile che le cose cambino radicalmente: devono pensare al prossimo anno”. Ma qual è l’obiettivo del team Renault di Formula 1 in questa stagione? “Per noi è importante stare più avanti possibile e fare molti punti. Ovviamente l’obiettivo è davvero salire sul podio prima della fine della stagione”. 

La notizia ha un po’ scombussolato le carte in tavola: dal prossimo anno la Renault non fornirà la propria power unit ad altri team. E questo, secondo Ocon, potrebbe essere uno svantaggio perché più motori hai in pista montati sulle monoposto di diverse scuderie meglio è – perché raccogli più dati. Dall’altra parte però è evidente che queste power unit sono utilizzate da tanto tempo e di conseguenza hanno, probabilmente, dato tutto quello che dovevamo dare in termini di informazioni.

Una stagione strana, da come è nata e da come sta andando avanti, ma quello che è interessante è come due piloti della Formula 1 sono arrivati pronti al via per questo 2020 sportivo. Da una parte c’è Esteban Ocon che se l’è spassata con i videogiochi: “Sono cresciuto giocando, avevo quattro anni quando ho iniziato. Giocavo con quelli di corse, con la PlayStation. Anche se con i Virtual GP ho avuto qualche problema tecnico, ma è stato divertente e un buon modo per tenersi allenati”.

Dall’altra c’è Ricciardo che invece si è riposato e allenato. Lo scorso anno mi aveva detto che le gare di F1 sono diventate noiose: “A volte vorrei che le corse fossero un po’ più eccitanti, anche se per esempio a Spa, qualche giorno fa, la gara per me è stata molto buona, con un sacco di battaglie e di giri veloci. Mi piacerebbe che le macchine potessero giocarsela di più. Non credo che questo sport sia noioso, amo guidare e sono molto grato di poter fare questo lavoro, ma come spettatore mi piacerebbe che ci fosse più lotta, come nella MotoGP, che è straordinaria sotto questo aspetto”.

E a proposito di Motomondiale Ricciardo si sente simile, o vorrebbe essere simile, a Valentino Rossi. “Sin da ragazzo ero un suo grande fan. Mi piace come si diverte, come scherza e ancora oggi è molto aggressivo in pista e fa dei sorpassi incredibili. Rossi sarà per sempre il mio eroe. Ma ci sono anche piloti della nuova generazione che mi piacciono: Quartararo, che ho incontrato qualche volta e che trovo un ragazzo molto piacevole, e Jack Miller, mio connazionale, che l’anno prossimo correrà con la Ducati, quindi sarà molto competitivo”.