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Comincia la NFL, ma si parla solo di chi non c’è

Con la sfida tra i Patriots campioni in carica e i Chiefs parte la nuova stagione del football americano. Da Tom Brady a Cole Beasley, ecco i giocatori da tenere d'occhio per la corsa al Super Bowl LII. Compreso chi non ci sarà: dopo le proteste antirazziste Colin Kaepernick è rimasto senza squadra

Tom Brady dei New England Patriots innalza il Trofeo Vince Lombardi dopo la vittoria al Super Bowl 51, 5 febbraio 2017, Houston (TX)

L’ultimo in ordine di tempo a metterci sopra il carico è stato Ray Lewis, ex linebacker dei Baltimora Ravens. È stato lui nelle scorse ore a spiegare che Colin Kaepernick aveva perso un contratto già pronto nella franchigia del Maryland dopo il tweet qua sotto, ad opera dalla fidanzata del giocatore. Nel post la ragazza accostava una fotografia di Lewis abbracciato al proprietario dei Ravens Steve Bisciotti a quella di Samuel L. Jackson e Leonardo Di Caprio nel film Django, sostenendo, nemmeno troppo velatamente, che l’ex atleta è solo uno schiavo fedele. “Era fatta, ma dopo quel tweet tutto è saltato”, ha detto Lewis.

E così, quando l’astinenza da touch down  sta per terminare, gli States si ritrovano a parlare soprattutto di chi quest’anno non ci sarà. Colin Kaepernick è stato il giocatore più chiacchierato della scorsa stagione, e ora si ripete in contumacia. Non è mai stato un fenomeno, ma, tra alti e bassi, si era costruito una più che discreta carriera da quarter back titolare con i San Francisco 49ers, fino al Super Bowl XLVII perso. La scorsa estate, sin dalla preseason del campionato, si era reso protagonista di un gesto clamoroso: durante l’esecuzione dell’inno americano era rimasto seduto, perché non provava “orgoglio per la bandiera di un paese che opprime i neri e le minoranze etniche”. La protesta era dilagata e aveva coinvolto altri giocatori e altre discipline, in tanti lo avevano insultato e altrettanti avevano preso le sue difese. 

 

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Nel frattempo parecchie cose sono successe, alla Casa Bianca non c’è più Barack Obama, che si era schierato apertamente con Kae a suo tempo. Quest’estate, terminata la sua esperienza nella Baia, il quarter back è rimasto in attesa di offerte, che non sono arrivate. Per editorialisti e tifosi, una parte di loro almeno, la motivazione andava ricercata nella “cattiva fama” del giocatore, che starebbe pagando per le sue idee politiche. A Manhattan è stata persino organizzata una manifestazione in solidarietà. Poi, a complicare ulteriormente le cose, l’affaire Ravens. Kaepernick sarebbe potuto finire in una delle città da cui era divampata la protesta per le uccisioni di giovani afroamericani da parte di uomini in divisa, la ragione della sua indignazione, e invece tutto è saltato. E così il complotto, per alcuni, piuttosto che le inutile polemiche, per chi legge la vicenda solo da un punto di vista sportivo, sono destinate a proseguire.

Giovedì notte la nuova stagione avrà il via con il match tra i New England Patriots, campioni in carica dopo l’incredibile titolo vinto lo scorso febbraio a Houston, e i Kansas City Chiefs. Il prossimo 4 febbraio a Minneapolis è in calendario il Super Bowl LII, e allora ecco a voi i giocatori da tenere d’occhio quest’anno.

TOM BRADY

A 40 anni suonati il quarterback dei New England Patriots ha tutte le carte in regola per confermarsi quale giocatore più odiato della squadra più odiata della NFL. Il successo della scorsa stagione, il quinto di una irripetibile carriera, ha dato nuovo materiale agli hater. Al resto provvedono il matrimonio con Gisele Bundchen e le tanto chiacchierata simpatie trumpiste. Eppure lui in campo ha dimostrato di essere ancora un numero uno, e i suoi Pats, se possibile, appaiono ancora più completi del trionfale anno in archivio. 

MARSHAWN LYNCH

La bestia è tornata, in modalità bestiale. Dopo il titolo vinto con i Seattle Seahawks e due anni di inattività, il running back, una vera forza della natura, è tornato e giocherà per i colori della sua città. La sua firma per i Raiders potrebbe essere la storia sportiva dell’anno, nel caso, non fantascientifico, di una vittoria targata Oakland. Città che, tra una stagione o due, perderà la sua squadra a favore di Las Vegas, divenuta negli ultimi anni la nuova scintillante Mecca dello sport professionistico americano.

AARON RODGERS

Questo è il nostro anno, dicono, con diverse intensità di scaramanzia, i tifosi dei Green Bay Packers. La squadra è carica a mille, e non poco merito va attribuito a Aaron Rodgers, il quarter back dei bianco-giallo-verdi. The Bad Man a 33 anni appare al top di una carriera da collezionista di record e riconoscimenti personali. Ha vinto però “solo” un Super Bowl, quello del 2010, e, dice chi lo conosce bene, da questa estate non ha in testa altro che il bis.

COLE BEASLEY

Giocatore di culto di una squadra di culto, almeno per una parte di America. Wide receiver dei Dallas Cowboys, Cole è uno dei più piccoli e dei più sguscianti di tutto il lotto. Per lui la bilancia dice 82 chili di peso forma e 1 metro e 73 di altezza, all’interno di una lega in cui il volume personale riduce almeno un po’ le possibilità di farsi davvero male. Arrivato in sordina nel 2012, dopo che nessuno lo aveva chiamato al draft, ha conquistato negli anni sempre più spazio, fino alle ottime statistiche con cui ha chiuso il 2016. E i tifosi texani per le sue giocate vanno fuori di testa.

BEN ROETHLISBERGER

Eccessivo, discutibile, decisivo. Big Ben è uno dei personaggi più catalizzanti della NFL, capace di fare parlare di sé per le doti di passatore e per le nefandezze fuori dal campo (vedi alla voce “violenze sessuali”, un problema comune a molti atleti del circuito). Le ultime stagioni del nativo dell’Ohio sono state funestate dai guai fisici, e non sono pochi a ritenere che i tempi d’oro per il quarter back dei Pittsburgh Steelers siano alle spalle. Nel frattempo continuano le speculazioni sui danni cerebrali che le botte di 13 anni di carriera gli avrebbero procurato, e lui butta lì l’ipotesi ritiro. Ma prima vorrebbe completare il lavoro.

RICHIE INCOGNITO

L’offensive guard, di chiari origini italiane, è stato uno dei pochi a salvarsi, almeno nel cuore dei suoi tifosi, nelle ultime stagioni dei Buffalo Bills, reduci da una serie infinita di delusioni. La stagione che va a cominciare non appare offrire molto da un punto di vista astrologico, ma Incognito vorrebbe continuare a gridare i suoi “Yeah Bitch” agli avversari. Momenti di esuberanza sportiva che non possono cancellare le accuse di comportamenti scorretti, in campo e fuori, che incombono su di lui, dai casi di bullismo da spogliatoio ai tempi dei Miami Dolphins all’eccessivo ricorso al dirty play. Negli ultimi anni, da quando è a Buffalo, si dice un uomo nuovo. Ovviamente è un fiero sostenitore di Donald Trump.

CAMERON JORDAN

Un difensore, uno dei migliori in assoluto, per chiudere l’elenco. Cameron Jordan è il defensive end dei New Orleans Saints, e negli anni le sue prestazioni non sono mai state in discussione. Meno appariscente di altri colleghi, il figlio di Steve, ex professionista, mette in mostra letture sempre nuove sulle giocate avversarie, grazie anche a una reattività straordinaria sulle linee di passaggio. È molto attivo e spesso divertente sui social, dicono le sue decine di migliaia di follower.

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