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‘Sarò Franco’ è il documentario che racconta com’è cambiato il porno negli ultimi 20 anni

Con il pretesto di raccontare la vita dell'attore Franco Trentalance il film mette insieme un racconto corale sul settore, attraverso voci come quelle di Priscilla Salerno, Max Felicitas e Giuseppe Cruciani

Dopo la première dello scorso 23 novembre nella sua città natale, Bologna, Sarò Franco – Una vita un po’ porno (2021, regia di Alessio De Leonardis, Wobinda Produzioni), documentario biografico su Franco Trentalance e il mondo della pornografia in Italia, arriva in altre città con l’obiettivo di raccontare il mondo del porno, attorno al quale si sovrappongono miti e leggende.

Durante la lavorazione non sono mancate le polemiche. L’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia Orientale ha infatti negato l’autorizzazione alle riprese del documentario affermando che “il contenuto non è coerente con i luoghi”, nonostante – a detta della produzione – l’intenzione fosse quella di girare delle inquadrature panoramiche. Il porno, del resto, in questo docufilm è presente solo nel titolo, che lo rende accattivante allo sguardo del pubblico.

Franco Trentalance, classe 1967, è entrato nel mondo del porno come attore, e successivamente ha fatto anche il regista. La sua carriera pluridecennale è durata dal 1996 al 2017, anni durante i quali ha preso parte a ben 445 film e ricevuto 28 premi a livello internazionale. Durante la carriera come pornoattore ha cominciato a dedicarsi alla scrittura e al mental coaching, attività che adesso svolge a tempo pieno.

Sarò Franco ripercorre la sua vita, dalla tarda adolescenza fino a oggi. Dai pomeriggi al cinema porno sognando di entrare un giorno in quel mondo, ai casting come performer, alle prime esperienze sul set, fino al successo e infine alla decisione razionale e ragionata di dedicarsi ad altro. Ma il documentario non si concentra solo sulla carriera di Trentalance: coglie l’occasione per raccontare anche in generale l’industria pornografica italiana.

Tra i contributi c’è quello di Priscilla Salerno, attrice porno in attività dall’inizio degli anni Duemila, che racconta i suoi esordi, il suo modo di lavorare, il suo approccio alle relazioni personali e le differenze tra il porno di inizio millennio e quello di oggi. Il mondo dove ha trovato il successo Max Felicitas, altro nome noto del settore intervistato dal documentario, che si racconta in modo schietto e autoironico, spiegando che il suo successo è dovuto all’aver fatto breccia nel cuore dei giovanissimi, che si immedesimano nel suo personaggio di ragazzo della porta accanto un po’ nerd e un po’ sfigato, all’uso dei social e all’intraprendenza. C’è poi l’intervento di Rudy Franca, produttore di Pinko – che oggi è la casa di produzione porno più attiva in Italia – il quale lamenta come fare porno nel nostro Paese non sia una passeggiata, per via dell’assenza di una regolamentazione chiara cosa si può fare o meno, come invece c’è negli Stati Uniti. 

La voce più sorprendente tra quelle che prendono parte al documentario è quella di Giuseppe Cruciani, autore e conduttore del celebre programma radiofonico La Zanzara su Radio24, che approfitta dell’incontro con Trentalance per fargli qualche domanda sulla sua vita sessuale dentro e fuori dal set. La voce più significativa è invece quella di Fiorella Milan, titolare del cinema Excelsior di Bologna – una sala nata per la proiezioni di film di ogni genere, che nel 1980 è stata convertita in cinema porno, che ha resistito persino alla pandemia per poi chiudere lo scorso anno soccombendo alla gentrificazione.

Insomma, Sarò Franco è un film corale che racconta come negli ultimi 20 anni il porno italiano sia cambiato completamente. Ma ciò che emerge con più forza sono il solito bigottismo e i soliti pregiudizi che gravano su un settore visto ancora con diffidenza e, al contempo, con una certa ossessione dalla maggior parte della società. 

Basti pensare alla reazione delle famiglie di due dei performer intervistati, Priscilla Salerno e Max Felicitas, alla scoperta che la prima si era esibita in una discoteca ballando nuda e che il secondo aveva girato un video sessualmente esplicito (che però, in teoria, sarebbe dovuto restare privato). Salerno era stata sbattuta fuori di casa senza spiegazioni, mentre Felicitas aveva dovuto affrontare la madre in lacrime e il padre furioso. Per non parlare poi delle domande pruriginose che spesso vengono rivolte a chi fa porno, sintomo del fatto che – per quanto possiamo raccontarcela – chi lavora in ambito sessuale è messo sotto una lente d’ingrandimento come se dovesse giustificare la propria vita. Da questo punto di vista un documentario come Sarò Franco restituisce un po’ di umanità a un settore bistrattato, raccontando il quotidiano di persone che non sono (solo) personaggi.

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