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Gli uomini non riescono proprio a evitare di tirare fuori il cazzo su Zoom

Giornalisti, manager, politici: la pandemia ci ha dato una carrellata di casi di questo tipo. Speriamo di trovare presto un vaccino, così potremo tornare a uscire e smettere di uscirlo

Foto via Unsplash

Se c’è una cosa che questa pandemia ci ha insegnato, è che gli esseri umani non sono ancora pronti per lavoro e studio telematico. I primi tentativi massificati di smart working e didattica a distanza sono stati costellati da pessime figure: infamate ai professori in diretta, peti durante le conferenze, riunioni di commissioni elettorali interrotte da filmati porno, coppie che fanno sesso durante i teleincontri del consiglio comunale di Rio De Janeiro, e soprattutto un sacco uomini di mezza età con le braghe calate.

Qualche settimana Jeffrey Toobin, importante giornalista del New Yorker, è stato beccato a masturbarsi durante una call redazionale su Zoom. Secondo quanto ha dichiarato, scusandosi, credeva di aver disattivato la telecamera, e quindi pensava che nessuno lo stesse vedendo. Dopo un periodo di sospensione, ieri la dirigenza del New Yorker ha comunicato di aver licenziato Toobin

La cosa interessante, è che il suo caso è singolarmente emblematico di un fenomeno che si è replicato più volte negli ultimi mesi. Un sacco di uomini con ruoli di potere, si sono fatti beccare su Zoom mentre erano preda di istinti sessuali irrefrenabili, o  di comportamenti totalmente fuori luogo. Ed è molto istruttivo cercare di tracciare una fenomenologia di questi eventi.

Innanzitutto ci sono i guasconi da terza media, come Nick Emery, amministratore delegato della media company Mindshare. Durante una chiamata con il suo team, Emery ha deciso di portare il laptop in bagno, e di mostrare il deretano a tutti mentre stava urinando. Una scelta del tutto consapevole, che è stata giustificata come “uno scherzo finito male” dal diretto interessato. Dopo 20 anni di militanza nell’azienda, Emery è stato licenziato in tronco.

Poi ci sono i cliché divenuti virali. Lo scorso agosto un importante funzionario governativo delle Filippine, Jesus Estil, si è connesso per sbaglio al meeting settimanale che i membri del suo gabinetto stavano svolgendo su Zoom, e li ha resi partecipi del suo amplesso con la segretaria. Anche lui è stato immediatamente destituito dalla sua carica.

Seguono gli erotomani senza freno. Capitanati da un altro politico: l’argentino Juan Emilio Ameri, che durante una riunione del congresso ha pensato bene di prendere la moglie in braccio davanti a tutti, e iniziare a baciarle i seni in diretta. Si è giustificato anche lui sostenendo di aver pensato che la webcam fosse disattivata, ma è stato comunque costretto a rassegnare le dimissioni.

Un’altra categoria importante, infine, è proprio quella degli onanisti: guidata da Jeffrey Toobin. Che è riuscito a spiegare come mai sia stato beccato, ma non il motivo che lo ha spinto a valutare come buona l’idea di cominciare a masturbarsi durante una riunione di lavoro.

Quello che sembra accomunare tutti questi uomini, infatti, è la difficoltà a controllare i propri istinti sessuali. È bastato qualche piccolo filtro ulteriore alla vita sociale, come uno schermo e la poca dimestichezza con le videochiamate, e subito si sono fatti beccare con la mani in pasta. Politici, imprenditori, burocrati, intellettuali: tutti sudati, paonazzi, e stravolti. Incapaci di non rendersi ridicoli.

Il merito della tecnologia, insomma, è stato ancora una volta quello di snidare il vero volto della natura umana.

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