Fare sesso è bello, prendersi un’infezione molto meno | Rolling Stone Italia
Sessualità

Fare sesso è bello, prendersi un’infezione molto meno 


Anche nell’anno della pandemia l’estate è la stagione del libertinaggio. Ecco alcuni metodi per divertirsi responsabilmente, ma sempre in modo soddisfacente

Fare sesso è bello, prendersi un’infezione molto meno  


Foto via Unsplash

Anche se questa non si prospetta come quelle passate, l’estate è la stagione del libertinaggio o quantomeno ci si aspetta che sia così. Siccome fare sesso è bello, ma beccarsi qualche infezione sessualmente trasmissibile non lo è affatto, voglio proporvi alcune metodi per farlo responsabilmente ma sempre in modo soddisfacente.

Guanti. Se c’è una cosa che ci ha insegnato il Coronavirus, è quella di lavare le mani accuratamente. Una volta fatto, indossiamo i guanti: i più utilizzati sono di lattice (anche se alcune persone sono allergiche a questo materiale) e un suo derivato, il nitrile. Ormai sono venduti in vari colori: a me piacciono moltissimo neri, per esempio.

All’inizio sembra strano usarli, bisogna farci l’abitudine, ma poi – inseriti nel contesto ludico sessuale – potrebbe diventare una sorta di fetish. Per evitare l’effetto carta-vetrata dovuto all’attrito, sarebbe preferibile abbinarli a un lubrificante, la cui composizione va scelta in base al materiale dei guanti stessi (il nitrile, per esempio, è compatibile con quelli a base acquosa, siliconica e oleosa). Particolarmente indicati per la masturbazione anale, vanno cambiati quando si cambia zona (es. da vagina ad ano o viceversa, anche se è principalmente il passaggio da quest’ultimo ad altri orifizi quello sconsigliato. Questa regola vale anche senza il loro utilizzo).

Pro: per chi ha fantasie mediche, garantiscono l’effetto visita ginecologica/proctologica che piace a molte persone con questo feticismo.
Contro: chi li indossa lamenta la mancanza di contatto epidermico e insensibilità al tatto.

Dental/Oral dam/Diga dentale. Inizialmente utilizzate in ambito odontoiatrico, sono divenute ben presto alleate del sesso orale (cunnilingus e aniligus). Si tratta di piccoli rettangoli in lattice di gomma naturale o poliuretano, elastici ed espandibili che si appoggiano su genitali o ano per leccarli senza che le mucose vengano a contatto. Va da sé che sono monouso e vanno usati solo da un lato. Non è facile trovarle: la maggior parte delle farmacie non ne dispone e neanche tutti i sex shop ne sono provvisti, ma cercando online qualcosa si trova e spesso sono anche aromatizzate (vaniglia il gusto più gettonato). Di tutti i dispositivi per tutelare e tutelarsi dalle infezioni sessualmente trasmissibili (ITS), sono probabilmente le meno utilizzate, anche per via del prezzo. Alcune persone però optano per una versione DYI: basta prendere un preservativo, srotolarlo, tagliare le estremità in senso perpendicolare alla lunghezza e poi tagliarlo per il lungo in modo da ottenere una diga pronta all’uso. In un Centro MTS (Malattie Trasmissibili Sessualmente) mi dissero che – se proprio non avevo nulla – avrei anche potuto usare la pellicola trasparente per alimenti. Non ho ancora capito se fosse una battuta.

Pro: possono essere utilizzate anche se non abbiamo quelle originali. Consigliate a chi ancora non ha superato la freudiana fase orale!
Contro: costano troppo e leccarle potrebbe non essere particolarmente entusiasmante.

Preservativo vaginale. Noto come Femidom (da feminine, femminile, e condom, profilattico), altro non è che un cilindro di poliuretano (più resistente del lattice) o nitrile, con l’estremità che si pone all’interno della vagina, chiusa. Non può essere usato per il sesso anale.

La versione in poliuretano fu la prima a essere realizzata, ma poi si è passati al nitrile perché più economico a parità di qualità. La particolarità di questo dispositivo è che può essere indossato già qualche ora prima del rapporto penetrativo e che la parte esterna copre la vulva (labbra e clitoride), permettendo quindi una protezione completa sia dei genitali interni che esterni. Non essendo pubblicizzato ed essendo poco diffuso, il suo costo è piuttosto alto (una media di 1,50€ a preservativo), il che lo rende un metodo barriera scarsamente utilizzato. In alcuni Paesi viene distribuito gratuitamente dalle realtà che si occupano di sensibilizzazione ed educazione sessuale, per rendere le donne più autonome nella scelta di gravidanze e per evitare che contraggano infezioni sessualmente trasmissibili, ed è diventato un simbolo di empowerment. Peccato che – pur essendo in vendita da almeno tre decenni – molte persone non conoscano neppure la sua esistenza.

Pro: il fatto di poterlo indossare precedentemente al rapporto, rendo il medesimo molto più fluido e disinvolto, senza interruzioni del tipo: «Hai il preservativo?», seguito dagli eventuali «Prendilo!» e «Mettilo!».
Contro: ok l’empowerment, ma bisogna avere i soldi per poterselo permettere e quando lo si può fare, bisogna trovare un posto dove comprarli!

Preservativo penieno. Quando diciamo “preservativo”, “condom” o “profilattico” ci viene in mente sempre la stessa cosa: una guaina lubrificata di lattice o poliuretano che riveste il pene. Ne esistono delle tipologie più disparate: quelli che producono un effetto caldo/freddo, con nervature esterne o interne per stimolare sia il pene che la vagina (o l’ano), aromatizzati, ritardanti, colorati, super sottili, anatomici, e così via. Nonostante la maggior parte delle persone li compri senza prestare particolare attenzione, la taglia è forse il criterio principale che bisognerebbe utilizzare nella scelta del profilattico. A parte la scomodità di indossarne uno troppo stretto o troppo largo, ci sono gli effetti secondari come la facilità di rottura o il rischio che si sfili durante la penetrazione e noi vogliamo evitare sia l’una che l’altro. Bisognerebbe misurare quindi la circonferenza del pene in erezione e in base a essa scegliere il condom più appropriato (le taglie si trovano sempre sulla confezione).

Facilmente reperibili, si trovano dai supermercati alla farmacie, fino ai distributori automatici e ovviamente nei sex shop in confezioni da 6, 9, 12 o 24 (molti brand inoltre fanno dei pacchetti speciali con dei campioni in omaggio). Alcuni produttori hanno anche messo sul mercato dei lubrificanti compatibili, perché – seppure già pronti all’uso, spesso necessitano di una lubrificazione extra, soprattutto per il sesso anale.

Pro: si trovano praticamente dappertutto e il loro costo è (tutto sommato) accessibile.
Contro: proteggono solo le mucose interne, ma i genitali esterni restano scoperti.

Prima di salutarvi e augurarvi del sesso focoso, vi suggerisco l’uso di questi metodi anche con persone di vostra conoscenza, perché fidarsi è bene, ma proteggersi è meglio!