Rolling Stone Italia

Moncler Genius, ossia quando la moda diventa arte, visione, e guarda al futuro

Il brand ha portato a Londra lo straordinario evento live ‘The Art of Genius’, segnando il passaggio da universo di collaborazioni a vera e propria piattaforma di co-creazione che esplora i confini della creatività collegando arte, design, musica, sport e cultura

In un tempo nemmeno troppo lontano in cui la moda era spogliata di sottotesti ed esclusivamente fine a sé stessa, Moncler era sinonimo di piumino. Categorizzazioni semplicistiche e riduttive, sebbene per molti consolatorie e confortanti: perché caricare di significati, valori e simbolismi ciò che ci fa tanto comodo ritenere vuoto e volatile? La moda, avendo strettamente a che fare col corpo, creava imbarazzo e per questo motivo la si è voluta relegare a un capriccio, a un costoso passatempo per individui leggeri, più interessati all’apparire che all’essere. Solo recentemente – grazie alla messa in discussione degli stereotipi legati all’espressione di sé e alla conseguente disinvoltura con cui affrontiamo le tematiche a ciò connesse – gli abiti hanno assunto un peso diverso: non più esclusivamente “abiti”, bensì uno strumento per manifestare al mondo la propria identità attraverso la ricerca, la collaborazione, la condivisione.

E in tal senso, Moncler non è più “il piumino” per antonomasia, ma il brand che prima di altri ha afferrato e fatto suo lo spirito del tempo, cogliendo le nuove esigenze (che se soddisfatte si trasformano in potenzialità) di Millennial e Generazione Z. Il 20 febbraio 2018 debuttava a Milano Moncler Genius, progetto fortemente voluto dal Presidente e Amministratore Delegato Remo Ruffini, un “creative hub” composto menti creative ben distinte, ognuna delle quali portava (e ha portato nel corso degli anni) al brand un mix di culture e riferimenti diversi con lo scopo di concretizzare un’inclusività ricca di sfaccettature, come richiesto a gran voce dalle generazioni più giovani.

Oggi, Genius è passato da universo di collaborazioni a vera e propria piattaforma di co-creazione, continuando a esplorare i confini della creatività mettendo in connessione arte, design, musica, sport e cultura. Lo scorso 20 febbraio una community di diecimila persone si è riunita all’Olympia London in occasione dell’evento ‘The Art of Genius’ per vivere un’esperienza unica, con la partecipazione di numerosi artisti e personalità tra cui Awich, Bianca Balti, J Balvin, Hailey Bieber, Naomi Campbell, Alexa Chung, Poppy Delevingne, Lewis Hamilton, Winnie Harlow, SAINt JHN, Chen Linong, Hwang Minhyun, Naenano, ASAP Nast, Tobe Nwigwe, Fat Nwigwe, Marcus Rashford, Maria Sharapova, Nigel Sylvester, FKA Twigs, Cole Walliser, Serena Williams, Letitia Wright e Charli XCX.

Moncler Genius è riuscito nella difficilissima impresa di portare a un nuovo livello la filosofia delle collaborazioni con cui è nato: se finora le collezioni erano state firmate solo da nomi dell’industria della moda, questa volta il brand ha coinvolto il mondo della musica, con Alicia Keys (che oltre a presentare la sua visione stilistica ha regalato un’emozionante esibizione live, accompagnata da Little Simz e Cleo Sol), Jay Z con la sua label Roc Nation e Pharrell Williams con una collezione che ruota attorno all’idea del glamping.

Poi l’automotive, con Mercedes-Benz – che da parte sua preannuncia già «nuove potenziali opportunità» di collaborazione – e un’installazione i cui protagonisti erano il fuoristrada futuristico Mercedes-Benz Classe G e l’iconico piumino Moncler. Non sono mancati i grandi ritorni: quello di Palm Angels (marchio di Francesco Ragazzi), che ha alzato il volume con la London Boiler Room in una performance unica di schiuma e suono, e di FRGMT, un peep show con gli adorabili LOVOT ha animato la visione futuristica di Hiroshi Fujiwara sulle connessioni emotive.

Inoltre, una passerella mobile ha trasportato gli ospiti all’interno di un ghiacciaio verticale di LED avvolto in una atmosfera nebbiosa alla scoperta della collaborazione con adidas Originals e – anticipando il suo attesissimo debutto nel ready to wear – il guru delle sneakers Salehe Bembury ha individuato come centro gravitazionale della narrazione un’imponente roccia scolpita con il suo caratteristico motivo “a impronta”. Infine, uno Sleep Pod in acciaio insonorizzato, a temperatura controllata, ha permesso agli spettatori di sperimentare la visione sofisticata del designer di culto Rick Owens, autore di una capsule di giacche bomber, cappotti, piumini ma anche gonne, pantaloni e top.

«Questa continua ricerca di forme inedite di creatività e di contaminazione culturale è ciò che ci guida ancora oggi. Quello che evolve sono gli spazi entro i quali la creatività si muove e si espande fino a superarne i confini. È la capacità di vedere e creare insieme ciò che da soli non saremmo mai riusciti ad immaginare. È il riconoscimento di una contemporaneità fatta di mondi che interagiscono e si ispirano reciprocamente. È il continuo istinto ad esplorare paradigmi sempre nuovi», ha commentato Ruffini. Concludendo che «sin dall’inizio Genius è stato una promessa di continua evoluzione (…) A Londra abbiamo visto la nostra visione ampliarsi ulteriormente, da universo di collaborazioni a piattaforma di co-creazione. Abbiamo visto mondi diversi esprimersi insieme e creare un linguaggio che definisce una nuova esperienza di brand: musica, design, arte, sport e moda hanno portato i loro codici e la loro energia dando vita a momenti memorabili per le nostre community. Questo è Genius».

Iscriviti