Burning Man 2017: il deserto brucia ancora. Guarda le foto | Rolling Stone Italia
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Burning Man 2017: il deserto brucia ancora. Guarda le foto

Anche quest'anno Black Rock City ha ospitato il festival nato come esperimento sociale e diventato ormai luogo di ritrovo per il jet-set americano

Burning-Man

Otto giorni in cui, nel bel mezzo del Deserto Black Rock nello Stato del Nevada, nasce una comunità ideale e autosufficiente, concepita come esperimento sociale in cui sentirsi liberi di sperimentare i propri confini, artistici estetici e cognitivi.

Il Burning Man nasce nel 1991 come un festival contro-culturale in cui lasciarsi alle spalle la modernità e il consumismo, dove l’uniche forme di commercio accettate sono il dono e il baratto. Durante l’evento, dagli stessi partecipanti viene creata una cittadina chiamata Black Rock City tra generatori, tende, camper e attrezzature da campeggio. Il festival, inoltre, non prevede una vera e propria line-up, e sono infatti gli stessi avventori a organizzare concerti, mostre d’arte, performance, workshop senza l’obbligo di segnalarli all’organizzazione. A ogni edizione vengono create maestose opere e sculture che vengono successivamente date alle fiamme.

Tuttavia, nel corso delle varie edizioni, da ‘revival’ hippie con sfumature cyber-punk il Burning Man si è trasformato in un ritrovo sempre più in voga, tanto da richiamare il jet-set dello show business statunitense.

Questa stagione del festival verrà ricordata anche per la morte del 41enne Aaron Joel Mitchell che, probabilmente sotto l’effetto di alcol e droghe, si è lanciato fra le fiamme durante la cerimonia di chiusura in cui ogni anno viene bruciata una gigantesca scultura di legno dalle sembianze umane, chiamata The Man.

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