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Si può essere dipendenti dai videogiochi?

Sì, ma niente panico. L'Organizzazione Mondiale della Sanità parla di una vera e propria patologia, che andrebbe controllata e curata

Si può essere dipendenti dai videogiochi?

Foto Dmitri Maruta / Alamy / IPA

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ufficialmente in lato la dipendenza da videogiochi tra i disturbi mentali. È scoppiato un bel putiferio tra le orde di giocatori, incazzati per la notizia che pare mettere alla sbarra la loro passione, e le associazioni che colgono la palla al balzo per rinfocolare la loro guerra contro il divertimento elettronico.

Calma. La decisione dell’OMS non colpevolizza i videogame in quanto tali, ma sancisce che i soggetti che ne diventano dipendenti potrebbero farlo secondi i crismi di una vera e propria patologia, che come tale andrebbe curata. Succede con la droga, la tv, il cibo, l’alcool, la pulizia della casa e per no il sesso, quindi non c’è di che stupirsi.

Del resto, l’OMS prevede un protocollo di osservazione di ben dodici mesi, prima di dichiarare un giocatore dipendente, in modo patologico, dai titoli elettronici. Prima ancora del disordine, insomma, c’è un problema di confusione.

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