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Salmo è in copertina sul nuovo numero di Rolling Stone

Arriva domani in edicola l'intervista in cui il rapper si racconta come mai prima, dalla rabbia e la depressione del passato fino agli ultimi mesi, tra il rifiuto alla poltrona di Asia Argento per X Factor, il nuovo album in arrivo e un messaggio diretto a Salvini. E poi, le interviste a Muse, Damon Albarn, Zoë Kravitz, Baricco o l'inchiesta esclusiva sul ritorno dell'eroina fra i giovanissimi.

«Con Rolling ho sempre avuto un rapporto di amore-odio, ma l’idea di finire in copertina è una di quelle cose che mi fa dire “qualsiasi cosa succederà in futuro, io sono arrivato qua”», racconta Maurizio Pisciottu, in arte Salmo, “la più scintillante anomalia del rap italiano”, a cui abbiamo dedicato la cover story di novembre. Nelle pagine del nuovo numero, in edicola da domani, il 10 volte disco di platino si racconta come mai prima: un incontro al tavolo di un ristorante – ovviamente sardo – diventato un cammino attraverso fiumi di mirto e le rime dal coltello fra i denti che hanno costellato la sua carriera, partita dai graffiti in una cittadina da 40mila abitanti fino ai numeri vertiginosi che precedono l’ultima fatica, Playlist, in uscita il prossimo 9 novembre.

I mesi da cameriere a Londra, le ombre della depressione sconfitta allenandosi con il padre ex body builder – «pesavo 58 chili e stavo sempre con la tremarella» – o il gran rifiuto a X Factor, dopo che gli era stato proposta la sedia di Asia Argento, dissata in un brano del suo ultimo album – «mi hanno offerto un sacco di soldi, fra. Ero tentato, ma ho detto di no». In mezzo la sua voce “politicamente scorretta”, una delle ultime del rap come controcultura gridata su una base: «Certe cose io le ho vissute sul serio: ho dormito per strada, sono stato in giro settimane senza lavarmi», racconta Salmo, “King dell’hardcore” in mezzo allo tsunami sberluccicante della trap che ha travolto la scena contemporanea – «Queste sonorità sono fighe. Ma il genere è nato nelle crack house di Atlanta.la versione italiana, con ragazzini pallidi che cantano di troie e fattanza, rende molto meno […] diventano famosi a vent’anni, senza aver mai sparato né imparato a rassettare il letto». E ancora, il rapporto con la politica – «Non puoi stare con Salvini e ascoltare hip hop. Strappa le mie magliette, brucia i cd. Oppure cambia la tua idea del cazzo» – o la bomba, sganciata sul suo prossimo futuro lontano dal microfono, almeno per un po’: «Mi sono rotto il cazzo del rap game e della competizione. Voglio smettere un po’ con la musica, imparare un po’ la dizione, approfondire il discorso della regia. Non ho mai studiato in vita mia, è la volta buona che comincio».

Salmo è in copertina sul nuovo numero di Rolling Stone. Foto di Stefan Giftthaler

Dopo il rap a briglia sciolta di Salmo la musica continua, nelle interviste con Muse e Damon Albarn: mostri sacri che ritraggono l’attualità attraverso la musica, i primi tra l’utopia e il futuro nostalgico del nuovo disco Simulation Theory, il secondo nello specchio distorto in cui l’ex Blur riflette la sua Inghilterra con il ritorno dei The Good, the Bad & The Queen, Merrie Land. Un omaggio ai Clash e Joe Strummer, la grande voce della protesta punk tornata a riecheggiare in una nuova raccolta, o Alessandro Baricco e la società digitale fotografata dallo scrittore nel suo ultimo libro The Game, analizzato per Rolling insieme al direttore Giovanni Robertini, tra il ruolo epocale del web per le nuove generazioni e la necessità di cambiare il modo in cui cerchiamo di comprendere la contemporaneità e il futuro prossimo.

Il cinema, con la nuova icona hippy di Hollywood Zoë Kravitz, per la prima a nudo nell’intervista di RS USA fra i vicoli di New York, così come per gli scatti esclusivi di Zoey Grossman. Qualche pagina più in là incontriamo Claire Foy, ex-regina d’Inghilterra in The Crown, ora vendicatrice tatuata per Millennium – Quello che non uccide, ultimo capitolo della saga Uomini che odiano le donne. Un’ultima tappa agli studios insieme a Jamie Dorman, spalla del principe dei ladri nel nuovo Robin Hood, prima di tornare in Italia, con le promesse nostrane Alice Pagani e Benedetta Porcaroli, protagoniste di Baby, l’attesissima serie Netflix ispirata a un fatto di cronaca di qualche anno fa – le baby squillo figlie della ‘buona società’ romana.

Non poteva mancare la politica, con un ampio spazio dedicato all’attualità osservata attraverso le lenti di Rolling. Alice, Carmela, Desirée, tre minorenni morte per overdose nell’ultimo mese e un fantasma, quello dell’eroina, che sembrava chiuso nel passato: «Ha mutato aspetto, come un criminale che fa la plastica», raccontano gli esperti del Ser.T nella nostra inchiesta dove abbiamo indagato la ricomparsa di una sostanza che sta trascinando i giovanissimi dalla stagnola all’abisso del buco, con conseguenze devastanti. Non potevamo poi non fare un salto a Roma, in prima fila per il raduno Italia a 5 Stelle, tra Grillo che insulta gli Asperger, le cravatte di Di Maio e una rabbia generale alla ricerca di un nuovo nemico contro cui vomitare, tendenza dilagante nella retorica ditruttivista giallo-verde, analizzata da Massimo Coppola nel suo editoriale.

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