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Roma, carabiniere ucciso: spunta l’ipotesi di un intervento non concordato

'Fanpage' riporta nuovi dettagli sulla ricostruzione dei fatti che hanno portato alla morte di Mario Cerciello Rega: avrebbe fatto un 'favore' a un suo informatore

Roma, carabiniere ucciso: spunta l’ipotesi di un intervento non concordato

Nella notte tra il 25 e il 26 luglio il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega è stato ucciso a Roma da uno studente americano con otto coltellate. Nei giorni successivi si sono susseguite numerose speculazioni su cause e dinamiche di quello che è accaduto, a causa della poca chiarezza sul caso. Ora Fanpage.it riporta una nuova ricostruzione dei fatti che parla di “intervento non concordato”.

Elder Finnegan Lee e Gabriel Christina Natale Hjorth, i due giovani americani arrestati, avrebbero rapinato un pusher dopo essere stati truffati, comprando della innocua polvere bianca al posto della cocaina. Lo spacciatore però, avrebbe chiesto aiuto alle forze dell’ordine, e Mario Cerciello Rega si sarebbe presentato all’appuntamento per recuperare il borsello rubato insieme a un collega, per fare un “favore” a quel pusher che conosceva da tempo e senza allertare la stazione locale di Monteverde.

Per questo i due carabinieri si sarebbero presentati disarmati e in borghese: non si aspettavano di trovarsi davanti gli americani sotto effetto di sostanze stupefacenti. Il resto è tristemente noto: uno dei due ragazzi estrae il coltello e colpisce Rega. Nella confessione Lee ha dichiarato che i due carabinieri non si erano identificati come tali.

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