Obama vuole facilitare l'uso della marijuana per scopi medici | Rolling Stone Italia
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Obama vuole facilitare l’uso della marijuana per scopi terapeutici

Grazie a una nuova legge sarà più semplice fare ricerca – uno degli ultimi impegni del presidente che ha sottolineato come la cannabis sia mena pericolosa di alcol e sigarette

Obama vuole facilitare l’uso della marijuana per scopi terapeutici

Nonostante siano gli ultimi mesi del suo mandato, l’amministrazione Obama negli scorsi giorni ha compiuto un enorme passo avanti verso l’utilizzo della marijuana per la ricerca medica, muovendo un disegno di legge volto ad alleggerire in maniera sostanziale le restrizioni attualmente in vigore.

È dal 1970, infatti, che la marijuana è classificata nella “Tabella I”, relegata come “droga senza usi medici correntemente approvati e con un alto potenziale di dipendenza e abuso”, al pari di sostanze quali eroina, cocaina e LSD.

Ciò nonostante, anche se per anni il governo statunitense ha periodicamente rifiutato le proposte volte a cambiare questa classificazione, a oggi sono 25 gli stati americani che hanno legalizzato la marijuana per l’uso curativo di malattie come il Parkinson, l’Alzheimer, la sindrome di Tourette, il morbo di Chron o il Lupus, mentre in 4 stati – Alaska, Colorado, Oregon e Washington – ne è consentito l’uso ricreativo.

Per cui, se sull’onda di questo trend già in passato Obama si era schierato in favore di un’apertura sul fronte legalizzazione, dichiarando come la marijuana “sia mena pericolosa di alcol e sigarette”, grazie al disegno di legge che verrà ufficializzato in questi giorni l’America vedrà infrangersi le barriere normative che in passato precludevano ai centri di ricerca universitari di svolgere studi e sperimentazioni sull’uso terapeutico della marijuana.

Fino a oggi, infatti, l’unico istituto autorizzato dalla DEA (Drug Enfocement Administration) a svolgere ricerca in questo campo era l’Università del Mississippi e non senza enormi difficoltà: difatti, per i ricercatori potevano volerci anni a ottenere le quantità necessarie di marijuana, senza contare quanto fosse difficile riuscire a sperimentare marijuana che contenesse grandi quantità di THC, la sostanza rilassante specificatamente usata per gli scopi terapeutici.

D’ora in avanti, invece, qualsiasi università che possegga le strutture adatte a ospitare un centro di ricerca idoneo potrà applicare domanda direttamente alla DEA, cui sarà preposto il compito di valutare le richieste presentate, valutando anzitutto la presenza di misure di sicurezza adatte a ‘proteggere’ le grandi quantità di marijuana necessarie alla ricerca.

Rimanendo in tema, proprio in questi giorni l’attuale “first daughter” e futura studentessa di Harvard, Malia Obama, è stata pizzicata da uno scatto che la immortala al Lollapalooza mentre fuma quello che, almeno dalla foto, sembrerebbe uno spinello fatto a regola d’arte. Ovviamente, come già successo in occasione della pubblicazione di alcune foto di un giovane papà Barack intento a fare la stessa cosa, l’America si è divisa tra i consueti benpensanti e chi invece difende Malia, sottolineando come per la ragazza fosse legale possedere fino a 10 grammi di marijuana dato che in Illinois è consentito, oppure paragonando la foto che la ritrae con quelle dei giovani Trump, Eric e Donald Jr., immortalati affianco ai loro trofei di caccia durante uno degli amati safari.

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