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A che punto è l’Italia contro l’omofobia

È uscito il report di Arcigay con i dati relativi agli ultimi dodici mesi: 104 casi (riportati dalla stampa) in un anno

Oggi è la giornata mondiale contro omo-bi-transfobia. Foto: Fernando Lòpez

Oggi è la giornata mondiale contro omo-bi-transfobia. Foto: Fernando Lòpez

Arcigay ha pubblicato il report relativo agli ultimi dodici mesi, in occasione della giornata mondiale contro l’omo-bi-transfobia. E sono dati che mettono in evidenza ancora 104 episodi, tutti accaduti tra il 17 maggio 2015 e oggi. Ancora, perché fino a quando quella cifra non sarà zero, sarà sempre troppo alta.

I casi documentati sono soltanto quelli riportati dai mass media, un quadro che si può definire come “la punta dell’iceberg” di quello che accade quotidianamente in Italia tutti i giorni in ogni ambiente. Che fa ancora più paura, anche in un’annata in cui anche le istituzioni si sono mosse per garantire diritti a tutti.

Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay, commenta così gli ultimi mesi. «Quello che ci lasciamo alle spalle non è un anno qualunque: durante gli ultimi dodici mesi il Parlamento e il Paese hanno attraversato in maniera profonda il dibattito sulle unioni tra persone dello stesso sesso, fino all’approvazione di una legge appena una settimana fa», dice a commento del report.

Dei 104 casi documentati, però, tanti, troppi sono terribili. Nel lungo elenco, pieno di minacce, violenze e insulti, ci sono anche due suicidi e due omicidi.

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha commentato la giornata, dicendo che «offre l’occasione di riflettere sulla centralità della dignità umana e sul diritto di ogni persona di percorrere la vita senza subire discriminazioni». Mattarella procede dicendo che è necessaria «la piena realizzazione di questa libertà, che deve appartenere a tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale delle persone», al fine di costruire «un ordinamento che garantisca il pieno rispetto dei diritti fondamentali e costituisca un pilastro della convivenza civile».

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