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2015: l’anno della Marijuana

Ripercorriamo le tappe fondamentali per la presa di coscienza sulla questione cannabis, che quest'anno ha fatto passi da gigante in USA, Canada e persino in Italia (quasi)

2015: l’anno della Marijuana

Quando gli americani andranno alle urne a Novembre, staranno esprimendo un voto sul nuovo presidente, su alcune battaglie cruciali in Senato e per il futuro della Marijuana legalizzata. Almeno in cinque stati federali, inclusa la California, si deciderà se regolarizzare l’erba come l’alcool e tutti i prodotti riservati al consumo degli adulti. In altri stati, tra cui i più conservatori, si valuterà invece se ammettere l’impiego della Marijuana a scopi medici.

Il 2015 è stato quindi l’opportunità perfetta perché la pianticella venisse portata da attivisti e business men all’attenzione pubblica. E nonostante siano soggetti a restrizioni in ambito pubblicitario, sono riusciti nell’improbabile impresa di portare il green carpet davanti alla porta di consumatori tutt’altro che tradizionali come genitori e nonni. Il tutto, sotto forma di dispensari in stile Apple Store e imballaggi accattivanti. Mentre il giorno delle elezioni si avvicina sempre di più, ripercorriamo i traguardi raggiunti quest’anno nella crociata a favore della legalizzazione.

1 gennaio: Il Colorado completa il primo anno dalla legalizzazione dell’erba
Il primo giorno dell’anno, le vendite di erba legalizzata in Colorado e nello stato di Washington erano in corso da un anno e, come i sostenitori della causa amano dire, il cielo non è crollato sulla testa di nessuno. Nel solo 2014, i proventi derivati dalla vendita di erba a scopi medici e ricreativi hanno raggiunto 700 milioni di dollari in Colorado. Nel 2015 le vendite risultano persino in aumento.

Quella del Colorado è stata la scintilla che ha fatto esplodere la polveriera. Nel 2014, Alaska, Oregon e Washington D.C. hanno votato anch’essi a favore dell’erba ricreativa.

8 gennaio: Peter Thiel investe nella corsa verde
Founders Fund, un gruppo di investitori guidato da Peter Thiel ha investito milioni di dollari in un fondo sulla cannabis, Privateer Holdings. Ma la corsa alla collina verde si è rivelata prematura. Mentre le compagnie specializzate hanno continuato a guadagnare, Privateer si è guadagnato soltanto la nomea di affare più fallimentare dell’anno. Ma la società non demorde e nel frattempo ha già acquisito il sito Leafly e Marley Natural, rinominato come il cantante reggae.

25 febbraio: la Jamaica depenalizza la marijuana
Vista la tendenza negli USA, il parlamento giamaicano ha depenalizzato il possesso di piccole quantità di marijuana, approvando anche programmi di ricerca scientifica e uso medico. Inutile ricordare che sull’isola caraibica il consumo di erba è diffusissimo, grazie a Bob Marley e alla cultura/religione rastafariana. La legge è entrata in vigore in aprile e a novembre High Times ha ospitato proprio in Jamaica una delle sue famose Cannabis Cup.

20 aprile: Denver festeggia accendendone una
A Denver, l’annuale festa del 20 aprile (4/20) ha ospitato le esibizioni di alcuni artisti come Redman, Method Man e i Cypress Hill, oltre che a manifestazioni e un brunch a crepes…ehm, aromatizzate. Anche Snoop Dogg era tra quelli, e nello stesso anno ha lanciato il suo sito Leafs by Snoop.

28 luglio: Chris Christie dice no alla legalizzazione
Il candidato repubblicano e governatore del New Jersey Chris Cristie ha consolidato la propria posizione anti-legalizzazione. «Se siete fatti di erba oggi in Colorado, godetevela finché potete», ha detto in un comizio nel New Hampshire: «Per gennaio 2017 avrò rinforzato le leggi federali.» E per quanto sia ammessa a scopi medici in 23 stati, la marijuana rimane illegale a livello federale.

3 settembre: niente marijuana pubblica in Colorado
Dalla legalizzazione, molti visitatori del Colorado sono rimasti delusi dal divieto ai non residenti di poter comprare o consumare erba in molti hotel e in pubblico. Una Denver con i coffe shop come Amsterdam resta ancora un sogno lontano.

28 settembre: l’FBI divulga i dati degli arresti. 700 mila nel solo 2014
I dati della legalizzazione sono in controtendenza rispetto a quelli degli arresti per possesso di marijuana. Dai 775 mila del 2007, nel 2104 si è scesi a 700 mila, l’88% dei quali per uso personale. Alcuni studi hanno inoltre provato che questi arresti interessano sproporzionatamente gli afroamericane, cosa che fa intendere ulteriori problemi di razzismo dei poliziotti.

1 ottobre: la proposta dell’intergruppo “Cannabis Legale” arriva alla Camera dei Deputati italiana
La proposta, che verrà discussa a giorni in parlamento, propone la possibilità di coltivare fino a 5 piante e possedere fino a 15 grammi di erba. Sarebbe comunque vietato lo spaccio e il possesso fra i minorenni.

Alcuni soldati americani in una piantagione in Afghanistan

Alcuni soldati americani in una piantagione in Afghanistan

 

18 ottobre: dopo l’elezione in Canada, Justin Trudeau ha espresso pareri favorevoli alla legalizzazione
Justin Trudeau è stato eletto primo ministro del Canada e le sue idee liberali fanno presagire una possibile legalizzazione. Anche il padre di Trudeau, l’equivalente di JFK per gli americani, aveva tentato la stessa strada, abbandonando poi l’idea.

28 ottobre: Bernie Sanders chiede la fine del divieto federale
Il rivale democratico di Hillary Clinton, Bernie Sanders, ha espresso la volontà di abolire il divieto federale sulla marijuana durante un discorso alla George Mason University. «Il nostro sistema federale lascia a piede libero criminali di Wall Street ma in prigione ci vanno i giovani consumatori di marijuana.»

4 novembre: il Messico apre le porte all’erba
La corte suprema messicana ha dichiarato che crescere e distribuire marijuana per uso personale è un diritto dell’uomo, aprendo un’autostrada di possibilità per la messa in regola.

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