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Nel mondo delle mamme influencer contro le mascherine

Mentre la pandemia continua, negli Stati Uniti c'è una nuova fonte di disinformazione sul coronavirus: le mamme influencer di Instagram secondo cui le mascherine fanno male ai bambini

Nel mondo delle mamme influencer contro le mascherine

Questa settimana Jodie Meschuk, un’antivaccinista con 19mila follower su Instagram, ha postato una serie di grafiche con disegnati dei bambini e la scritta “smascheriamo i nostri figli. Parliamone da mamma a mamma”. Le grafiche contenevano una serie di errori e falsità sui rischi associati all’indossare la mascherina, affermando ad esempio che farlo possa portare a “inalare micro particelle di muffa create dal vapore del respiro bloccato dalla mascherina”, a “inalare C02 accumulata tramite il respiro” e che possa avere conseguenze quali “riduzione delle funzioni cognitive” e addirittura “per bambini molto piccoli che non sono in grado di comunicare quando hanno bisogno di più ossigeno, la morte per soffocamento”.

“La nostra comunità sta riscontrando casi di TUTTI questi problemi nei bambini. LASCIATE RESPIRARE I BAMBINI”, concludeva il post.

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Last week, I wrote a post under a graphic that said "Friends Don't Let Friends Mask Their Children." Wow, it started some great discussion! A couple of you requested a TOOL YOU CAN USE to encourage your friends to weigh the costs and benefits of putting masks on children. Well, you asked, and so I've created a clear and simple half-sheet flyer for you to engage in conversation with people around you. You don't even have to state your opinion, if you're afraid of causing conflict. Just hand them the flyer and say something like, "I thought this was interesting and I'm wondering what you think." This is for your use, wherever you see fit. Think about the people in your community who interact with or influence kids the most, such as teachers, school admin, day care staff, the dance studio, the gymnastics center, the karate dojo, your friends and neighbors, your MOPS group, your extended family, and whomever else you want to challenge to think outside the box. You can share it on your social media (please tag me) and we can educate parents together. Sound good? The download is completely FREE, no need to sign up for anything at all. See link in profile.

Un post condiviso da Jodie Meschuk (@jodiemeschuk) in data:

Il post di Meschuk è diventato virale e ha esposto un problema pressante negli Stati Uniti in piena pandemia: le mamme influencer negazioniste del coronavirus e attiviste contro le mascherine. Come Jalynn Schroeder, che ha condiviso il post in questione con i suoi 54mila follower e che di recente è passata a postare contenuti legati alla teoria del complotto QAnon. 

Ovviamente il messaggio contenuto nel post è sbagliato e pericoloso. Secondo il dott. Peter Hotez, professore alla National School of Tropical Medicine del Baylor College of Medicine, “in generale, per una persona sana o con un livello moderato di disabilità, non ci sono controindicazioni di sorta che io sappia riguardo al mettere la mascherina”, spiega, aggiugendo che la disinformazione diffusa da post come quello di Meschuk è “il prezzo che paghiamo per anni di tagli all’istruzione”.

Eppure questo messaggio sulle mascherine non è qualcosa che riguarda pochi complottisti ai margini del discorso pubblico. Molti influencer di lifestyle hanno condiviso informazioni sbagliate sull’argomento, in post che spesso giocano sul tema della libertà personale e l’opposizione all’obbligo di portare la mascherina – uno degli argomenti più usati dalla destra americana – ma che a volte toccano anche preoccupazioni sanitarie, affermando che le mascherine sarebbero inefficaci a prevenire il COVID-19 (falso) o addirittura che facciano male alla salute.

Un post sul profilo di Heidi St. John – madre di sette figli, autrice di un podcast e influencer da 32mila follower – è un repost di un video in cui si vede una donna che tossisce quello che sembra essere vapore accumulato dentro la mascherina. “Pensate ancora che le macherine funzionino?” dice la didascalia. Un altro post sul profilo di Echo Unafraid, anche questa una mamma influencer da 43mila follower, mostra una mascherina calpestata per terra con una didascalia contraria alla “discriminazione” nei confronti di chi si rifiuta di indossare la mascherina. “Io CREDO nle diritto di fare la cosa giusta per il tuo corpo, il tuo volto, la tua salute, le tue convizoini, la tua famiglia, TE STESSA! Con o senza la mascherina!” dice la didascalia. (“Non faccio parte di nessun partito politico e non scelgo le cose che mi importano in base all’agenda della politica. Non sono contro i vaccini, contro le mascherine, contro la scienza o contro niente”, ha detto a Rolling Stone quando l’abbiamo contattata per un commento).

Molti post virali in questo angolo di Instagram mostrano una convergenza tra diverse teorie del complotto – come quella secondo cui l’azienda di arredamento Wayfair sarebbe collegata a un giro di rapimenti di bambini – e la propaganda contro le macherine. “Voi vi preoccupate del fatto che non metto la mascherina, io mi preoccupo dei pedofili che rapiscono i bambini e si vantano dei loro crimini. #WeAreNotTheSame #Wayfair #PedoGate”, dice un post virale, mentre un altro ipotizza che i bambini che indossano la mascherina siano più a rischio di essere rapiti perché “come si fa a identificare un bambino rapido se non sappiamo che aspetto ha perché ha la mascherina?

Molti di questi contenuti hanno anche messaggi anti-vaccini. “L’opposizione alla mascherina per certi versi è diventata un’estensione del movimento antivaccinista”, spiega Hotez. “Entrambe le cose vengono presentate sotto la falsaa bandiera della dell’obiezione e della libertà di scelta medica”. Ma mentre le mascherine stanno diventato sempre più un elemento di scontro politico, quello che era iniziato come un movimento molto marginale “sta cominciando a diventare più mainstream e normalizzato, e questo è uno dei grossi probemi che dobbiamo affrontare adesso. Le mascherine sono viste come un segno di rivolta, di identità politica, e questa è una cosa molto pericolosa”.

Instagram ha preso diverse iniziative per cercare di limitare la diffusione della disinformazione sulla piattaforma. Ad esempio ha istituito delle policy contro la disinformazione sui vaccini e bloccato numerosi hashtag. Qualche mese fa aveva annunciato l’intenzione di usare fact-checkers di terze parti per combattere la disinformazione sul COVID-19, come già fa Facebook, abbassando il rating dei contenuti che vengono indicati come falsi e dando la priorità agli account di fonti come l’OMS quando si cercano informazioni riguardo al coronavirus. E sono stati introdotti dei disclaimer che dicono “cerchi informazioni sui vaccini?” e offrono un link al sito del Centers for Disease Control and Prevention, che compaiono quando si cercano hashtag come #nomasksneeded, #maskscauseillness e simili. 

Molte di queste influencer oltre ai contenuti contro le mascherine, condividono molti continuti più “normali” sul tema salute e benessere e non hanno idee estremiste. Un post che è scettico sulle macherine, per esempio, è spesso scritto con un linguaggio che parla del condurre una vita salutare, il che fa sì che questo genere di contenuti venga normalizzato più facilmente. E una volta che si entra nel giro dei contenuti contro le mascherine è facile perdersi e venire iniziati da altre teorie del complotto. Seguire una di queste influencer, ad esempio, automaticamente spinge l’algoritmo di Instagram a consigliarne diverse altre, tutte che condividono gli stessi contenuti contri i vaccini o negazionisti del COVID-19.

Questa svolta anti-mascherine è in un certo senso sorprendente visto quanto attenti sono stati in passato gli influencer a non esprimere opinioni politiche per paura di alienarsi i brand e perdere follower. Eppure l’enorme crescita delle teorie del complotto durante la pandemia sembra aver cambiato il loro atteggiamento. “Grazie per queste informazioni! Ogni volta che vedo un bambino con la mascherina mi si spezza il cuore”, dice un commento sotto il post di Meschuk.

Questo articolo è apparso originariamente su Rolling Stone US

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