Firma la petizione contro la violenza sugli animali sui social | Rolling Stone Italia
Culture

Firma la petizione contro la violenza sugli animali sui social

Se vi chiedete come ha potuto un ragazzino di 13 anni uccidere un gatto a calci per fare un video su TikTok, è perché non conoscete il mondo dei profili Instagram che torturano animali per i like

Firma la petizione contro la violenza sugli animali sui social

Se in queste ore vi state chiedendo da dove può nascere tanta cattiveria, una mancanza totale di sensibilità e la spudoratezza che ha portato un ragazzino di Casoria persino a condividere su TikTok il momento in cui uccide un gatto con un calcio, allora forse non conoscete così bene i social. 

Quel giovane, probabilmente, frequenta le migliaia di pagine che infestano ogni piattaforma dove qualsiasi tipo di animale (anche i più graziosi e indifesi) viene seviziato e torturato. Ma grazie all’illustratrice Alessia Iannetti e al musicista Fabio Bonci, che hanno condotto le ricerche, e alla scrittrice Isabella Santacroce che si è impegnata personalmente in questa battaglia, abbiamo la possibilità di documentarvi le origini dell’orrore. 

Profili Instagram, Facebook e canali YouTube che diffondono costantemente e violenze che danno il voltastomaco nei confronti di esseri indifesi e che, in particolare per cani e gatti, pensavano di potersi fidare di quello che diventerà invece il loro carnefice. Ecco, quindi, dove nasce tanta “naturalezza” nel farsi filmare mentre si prende a calci un gatto fino a ucciderlo. Da questa abitudine alla crudeltà.

La testimonianza di Alessia Iannetti

Alcuni mesi fa io e alcuni amici abbiamo scoperto un teatro dell’orrore in cui vanno in scena violenze di efferatezza inaudita. Violenze su animali. Gli interpreti in questo palcoscenico di morte, vuoto e inconsapevolezza sono per la maggior parte ragazzini tra i 15 e i 17 anni che si divertono a torturare e a mutilare fino alla morte animali innocenti, spesso i loro animali, gli stessi esseri che dovrebbero solo amare e proteggere.

Io, Fabio, Alexandra, Justina e Arianna seguendo le tracce di alcuni profili che ci sono stati segnalati abbiamo scoperto un abisso popolato da intere reti di utenti dediti a una sorta di culto sanguinario. Sono centinaia, sparsi in tutta Europa, sparsi in tutto il mondo e sono adolescenti. Questi mostri seviziano e uccidono animali domestici fotografando tutto, filmando tutto, per poi pubblicarlo sui loro profili. Alcuni organizzano anche delle dirette e si fanno pagare lo spettacolo, i followers al loro seguito sono migliaia, che apprezzano e condividono gli stessi materiali.

In molti abbiamo contattato gli amministratori di Instagram ma i loro profili sono rimasti attivi per mesi e mesi. Dopo 40 segnalazioni tutte respinte e nottate intere passate a raccogliere prove Fabio è riuscito a far eliminare il profilo di un mostro che si esibisce organizzando dirette in cui compie sevizie di ogni tipo su cani e gatti, conducendoli ad una morte lenta in preda agli spasmi di un’agonia indicibile. Il tutto avviene davanti ad un pubblico di più di 30.000 followers, tutti principalmente minorenni. Dopo incessanti e continue segnalazioni molti di questi profili scompaiono ma solo per poi riapparire, moltiplicandosi in altre decine di profili backup e così lo spettacolo continua.

Abbiamo riscontrato una difficoltà che sembra impossibile da sormontare nel riuscire a creare collaborazioni all’estero con Associazioni e Polizia e abbiamo pensato di lanciare una petizione per chiedere un aiuto direttamente alle persone, a quelle che ancora hanno un cuore e che si impegnano ad essere sempre consapevoli in ogni gesto.

Abbiamo scritto a chiunque: stampa, tv, politici, Polizia, Polizia Postale, Associazioni Animaliste ma il silenzio che circonda questa cosa è assordante. Jung scrisse che “Quando ci si trova faccia a faccia con il male, si ha più che mai bisogno della minima particella di bene. Si tratta di fare in modo che la luce continui a risplendere nelle tenebre, e la nostra candela non ha senso se non nell’oscurità.”

Il potere di allertare l’opinione pubblica ora è nelle mani dei singoli. E’ importante firmare la petizione e condividerla il più possibile per portare il problema alla luce di molti, per fare in modo che la luce continui a splendere. La stessa luce di cui i nostri animali sono portatori. La stessa luce che ci donano ogni giorno nell’accoglierci ed amarci senza giudicarci. E’ tutto quello che possiamo fare e lo dobbiamo loro, per il loro amore, per la loro luce.

L’appello di Isabella Santacroce

Torturano a morte cani e gatti, agonie dell’orrore che anche i bambini possono facilmente visionare sui loro social preferiti, Instagram e YouTube. Ragazzini, spesso minorenni, postando video e organizzando dirette esibiscono la loro ferocia accanendosi su corpicini che conosciamo, amputandoli ancora respiranti, seviziandoli con una cattiveria degna d’ergastolo, tra grida agghiaccianti. Se avete un cane o un gatto già ne sapete l’amore, la purezza, la devozione, e se chiudete gli occhi, vedete tutto, sentite tutto, fino alla fine. E potete vedere tutto, e così i vostri figli se ne avete, facendo una ricerca non poi così difficoltosa.

Ma in fondo sono solo ragazzini, seguiti da tanti ragazzini, cosa vuoi che sia. Si divertono così, lasciamoli fare, sono abituati alla violenza, mangiano ogni giorno con gran gusto animali straziati cucinati dalla mamma che non ha ancora capito che sta nutrendo di spietatezza i suoi pargoli, che gli sta insegnando quanto sia normalità la brutalità. E allora, gli animali possono essere ammazzati nei macelli, e possono essere ammazzati sui social. Guardate che cosa succede nei macelli, e guardate che cosa succede sui social. Quando la smetteremo di essere dei criminali? Prima ho visto il musetto di un cagnolino bianco, un piccolo cagnolino bianco nelle mani di questi diavoli neri. No, non ha potuto difendersi, l’hanno fatto a pezzi mentre gridava, mentre invano supplicava con sguardo straziato e implorante sperando che quel massacro atroce diventasse una carezza, forse sognando arrivasse l’amore. E tutto questo è verità.

La verità è una cosa semplice, per troppa gente insopportabile. Massacrano senza pietà questi ragazzini educati alla violenza, questi idoli di minorenni e non solo che ne guardano la ferocia mangiando panini farciti con cadaveri, eccitandosi di tanta efferatezza. E questi qua, sia i carnefici che i loro fan, da qualcuno sono stati partoriti, allevati, da chi? Chi li ha educati? Chi ha creato questi esseri mostruosi? Non pare però interessare a nessuno, nessuno vuole parlarne. Perché? Conoscete la storia di Luka Magnotta? Dai gatti è passato ad altro, all’uomo, perché è dalla crudeltà verso gli animali che ha inizio la crudeltà verso gli uomini. Ma neppure questo pare interessare. Ricordate la storia della cagnolina Pilù? Leggetene l’orrore interminabile, le sevizie filmate e pubblicate sul web, e piangete, sapendo che il suo aguzzino Gaetano Foco non solo è in libertà, ma si è permesso di denunciare coloro che hanno chiesto giustizia. La vita di un animale ha lo stesso valore della vita di un essere umano, la morte di un’animale è anche la nostra morte. Svegliatevi.

Alessia Iannetti, artista e illustratrice rappresentata dalla Dorothy Circus Gallery di Roma e di Londra, mi ha scritto giorni fa raccontandomi d’aver scoperto assieme ad alcuni amici una rete di psicopatici perlopiù minorenni seviziatori con un grande seguito sui loro profili Instagram, Facebook e YouTube. Lei e Fabio Bonci, direttore e insegnante delle Accademie Musicali Lizard di Massa e Pisa, hanno fatto ricerche raccogliendo materiale terrificante, hanno poi contattato polizia, polizia postale, stampa, tv, politici, Interpol, associazioni animaliste, segnalato i profili su Instagram, creato una petizione online, ricevendo in risposta un quasi assoluto silenzio. Perché? Se degli animali poco vi importa, fatelo per i vostri figli, per voi stessi, per ciò che di noi rimane. Firmate e condividete la petizione, siate di aiuto. Emily Dickinson, la più grande poetessa di tutti i tempi, ha scritto queste parole che dovreste tatuarvi sul cuore: se aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido, non avrò vissuto invano. Per favore, non vivete invano.

Altre notizie su:  rollingaffairs