Macerie Prime, la recensione | Rolling Stone Italia
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Zerocalcare, le macerie di una generazione

'Macerie Prime' è un'opera personale e dolceamara, un racconto di merendine, animali parlanti e amici sfortunati

Tra serie tv, merendine e animali parlanti, Zerocalcare ha sfondato perché ha saputo raccontare con dovizia di particolari i complessi di una generazione. Ma ora quella generazione non è più così giovane, ha oltrepassato il confine dei trenta e ha nuove domande a cui rispondere. Macerie Prime è la prima parte di una storia in cui Michele Rech affronta la poco attesa maturità, mettendo in discussione alcuni dei suoi “classici”.

A un certo punto l’Armadillo scompare, lasciando spazio a un altro animaletto, perché Zero è subissato dagli “accolli” – centri sociali che vogliono un disegno, qualcuno che gli chiede la sua sulla Siria – e deve affrontare il senso di colpa. Zero può infatti dirsi fortunato: ce l’ha fatta e ha comprato casa, mentre i suoi amici e compagni no, e hanno i problemi tipici di questa generazione.

“I plumcake col latte gelato, le serie tv prima di dormire. Tutte le mie coperte di Linus”, dice a un certo punto, confrontando il suo status da “arrivato” con quello di un vecchio amico senza soldi, ma già sposato. Un’opera personale che finirà nel 2018 con un’altra uscita, ambientata sei mesi dopo. E vedremo se a quel punto Zerocalcare avrà ritrovato la sua parte migliore. Che è poi l’Armadillo, lo si voglia oppure no.

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