Toro Y Moi - What For? | Rolling Stone Italia
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Toro Y Moi – What For?

Toro y Moi deve la sua esistenza al creatore dello pseudonimo e interprete del personaggio Chazwick Bundlick (che è afro-american filippino vegano ciclista da poco sposato con una di Berkeley) e – allo stesso tempo – alla critica 2.0 dei blog e dei social, che si è inventata proprio per lui il genere chillwave. Non […]

Toro y Moi deve la sua esistenza al creatore dello pseudonimo e interprete del personaggio Chazwick Bundlick (che è afro-american filippino vegano ciclista da poco sposato con una di Berkeley) e – allo stesso tempo - alla critica 2.0 dei blog e dei social, che si è inventata proprio per lui il genere chillwave.Non è importante, anni dopo, che Toro y Moi faccia ancora chillwave. Né che l’abbia fatta mai. L’importante è che i suoi dischi – come questo What For? – suonino ancora concettuali. Suonati cioè come li avrebbero suonati Hall and Oates o il tardo Paul McCartney, con alcuni strumenti d’epoca rimediati su Ebay. Dischi interamente pensati, prima ancora di essere suonati e ascoltati.Il che, se ci pensate bene è la cosa davvero più chill di tutte. “Sostengo che sono il sangue freddo e il cervello a rendere gli attori sublimi”, scriveva Diderot tre secoli fa nel Paradosso dell’Attore. E non si inventa niente, ovvio.

Toro y Moi deve la sua esistenza al creatore dello pseudonimo e interprete del personaggio Chazwick Bundlick (che è afro-american filippino vegano ciclista da poco sposato con una di Berkeley) e – allo stesso tempo – alla critica 2.0 dei blog e dei social, che si è inventata proprio per lui il genere chillwave.

Non è importante, anni dopo, che Toro y Moi faccia ancora chillwave. Né che l’abbia fatta mai. L’importante è che i suoi dischi – come questo What For? – suonino ancora concettuali. Suonati cioè come li avrebbero suonati Hall and Oates o il tardo Paul McCartney, con alcuni strumenti d’epoca rimediati su Ebay. Dischi interamente pensati, prima ancora di essere suonati e ascoltati.

Il che, se ci pensate bene è la cosa davvero più chill di tutte. “Sostengo che sono il sangue freddo e il cervello a rendere gli attori sublimi”, scriveva Diderot tre secoli fa nel Paradosso dell’Attore.
E non si inventa niente, ovvio.

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