Timothy And The Misterious Forest è la celebrazione dei vecchi, gloriosi, giochi di ruolo | Rolling Stone Italia
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Timothy And The Misterious Forest è la celebrazione dei vecchi, gloriosi, giochi di ruolo

Andare in cerca di funghi può essere molto impegnativo. A volte, può rivelarsi addirittura una questione di vita o di morte

Timothy And The Misterious Forest è un’avventura che miscela componenti classiche e moderne.

È la nostalgia il primo sentimento che un quarantenne prova di fronte alla schermata iniziale di Timothy And The Misterious Forest. La nostalgia di un’epoca passata con un Game Boy in mano, a vivere avventure in bianco e nero (che poi bianco e nero non erano). Ed è ancora la nostalgia il primo sentimento che un quarantenne prova una volta avviato Timothy And The Misterious Forest. Questa volta però, è una nostalgia diversa. Più specifica. È la nostalgia di The Legend of Zelda. Perché la sensazione è quella di tornare a giocare a Link’s Awakening. Ma è solo una sensazione…

Un eroe atipico

Timothy è un ragazzino come tanti. Giovane e tranquillo, non ha in programma di impelagarsi in un’impresa epica. Non lo ha proprio. Solo che deve. Deve perché l’unica possibilità di salvezza del suo adorato nonno risiede in un misterioso fungo, che ovviamente non può essere recuperato nel supermercato sotto casa. Deve essere scovato in una foresta che cela al suo interno pericoli e insidie di ogni genere. Così ha inizio un viaggio che si rivelerà moderatamente lungo e piuttosto impegnativo. Chiunque vuole vestire i panni di Timothy deve infatti essere pronto a prendere una sonora dose di schiaffoni virtuali. La morte non è un evento raro nel mondo creato da Kibou Entertainment. Anzi, al contrario, è un concetto con cui bisogna imparare a convivere il più rapidamente possibile. E, se si vuole avere qualche speranza di sopravvivere, deve essere utilizzata come una fonte di informazioni. Ogni volta che la lapide compare su schermo e si torna all’ultimo checkpoint si deve ripartire con qualche certezza in più. Magari è solo il layout di un’ambientazione. O il posizionamento iniziale dei nemici. Tutto conta. Tutto è importante. Anche perché, ed è questo un elemento da tenere sempre a mente, Timothy non è un eroe. O meglio, non lo è nella sua accezione classica di protagonisti di un videogioco. Non è un personaggio che acquisisce armi, abilità, potenziamenti. Le sue capacità sono costanti dall’inizio alla fine. Cammina. In caso di necessità corre. Può sollevare (alcuni) oggetti per scagliarli. E basta. Anzi no. C’è un altro piccolo particolare da tenere in considerazione. È delicato. Molto delicato. Quanto di preciso? Tanto da essere ucciso al solo contatto. Un bel problema, non c’è che dire…

Timothy non dispone di armi o di abilità speciali. Per sopravvivere deve fare conto soprattutto sulla sua capacità di passare inosservato.

Combattere? No, nascondersi!

L’occhio del giocatore che, come abbiamo scritto alla fine dell’introduzione, crede di trovarsi di fronte a un titolo “Zeldastyle”, si sentirà ben presto ingannato. Ma è un inganno che, a dirla tutta, funziona piuttosto bene. Perché se Timothy And The Misterious Forest è diverso da quanto ci si potrebbe aspettare, è comunque un gioco confezionato con notevole cura e basata su concetti di game design ben precisi. È un titolo che riduce al minimo il combattimento e che concentra la progressione su dinamiche maggiormente stealth, con la necessità di rimanere il più a lungo possibile lontano dallo sguardo dei nemici. La fuga non deve essere vista come una sconfitta. Evitare lo scontro non è sinonimo di pavidità. Queste due azioni sono il fulcro di un’avventura in cui si esplora l’ambiente circostante seguendo il classico percorso “recupera l’oggetto A da dare al personaggio B per ricevere in cambio l’oggetto C da usare nel luogo D…”. Con la morte sempre in agguato, la possibilità di salvare solamente in corrispondenza di particolari cristalli inserisce inoltre un pericolo che costringe a operare scelte che variano alla propria indole. Procedere con la teoria dei piccoli passi, e dirigersi verso uno dei punti di salvataggio dopo ogni minimo progresso, oppure correre qualche rischio in più per non ripetere più volte la medesima sezione? A prescindere dalla decisione presa, una cosa appare evidente. Timothy And The Misterious Forest non è un titolo lunghissimo, ma è abbastanza tosto da affrontare. E, interessante extra, propone tre finali sostanzialmente diversi l’uno dall’altro.

Un solo attacco è sufficiente a causare la morte di Timothy e la ripartenza dall’ultimo salvataggio effettuato.

Guardare al passato

Presente e passato si uniscono nella struttura di gioco di Timothy And The Misterious Forest. Il discorso è invece sostanzialmente diverso per quanto riguarda il comparto tecnico. Qui entra in campo solo il passato e, a seconda della propria età, può presentarsi o meno la nostalgia canaglia. A prescindere da quali ricordi possa suscitare, il titolo di Kibou Entertainment mette in mostra un comparto tecnico accattivante nella sua semplicità, con un’ispirazione ben precisa che detta le linee guida sia della grafica che dell’accompagnamento sonoro. Un’esperienza che magari non sarà innovativa, ma che per gli appassionati di “old school” miscelata con qualche novità, può rappresentare un piacevole passatempo.

Produttore: Kibou Entertainment

Distributore: Gamera Interactive

Lo puoi giocare su: PC

 

L’estetica del gioco rimanda al passato, in particolar modo ad alcune produzioni per Game Boy.