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‘The Looming Tower’: potevamo evitare l’11/9?

Parte da questa domanda la nuova serie sull’incredibile catena di irresponsabilità che ha portato l’FBI e la CIA a ignorare gli indizi che avrebbero potuto evitare gli attentati.
4 / 5

Prendete Homeland (quando ancora funzionava) e mixatelo con House of Cards: quando la lotta al terrorismo si intreccia agli intrighi politici che stanno dietro quei complessi organismi che sono l’FBI e la CIA. Solo che la storia raccontata da The Looming Tower è terribilmente vera.

Tratta dall’omonimo saggio di Lawrence Wright (Le altissime torri, edito da Adelphi), la serie ricostruisce l’incredibile catena di irresponsabilità e miopia che ha portato l’agenzia di controspionaggio e la polizia federale americana a ignorare gli indizi che avrebbero potuto evitare gli attentati dell’11 settembre 2001. Il giorno che ci ha scaraventato dentro un futuro in cui, come ha scritto l’autore inglese Martin Amis all’indomani degli attacchi, nessuno può più illudersi di essere al sicuro.

La cronaca è di per sé avvincente, anche se poco nota: la genesi dell’offensiva di Al-Qaeda contro l’Occidente e l’America in particolare, che entra nel vivo nel 1998, con le esplosioni alle ambasciate USA in Tanzania e Nigeria, che uccisero oltre 200 persone. Il tutto raccontato con la stessa efficacia che Alex Gibney, produttore e regista di alcuni episodi, ha già dimostrato nei documentari Enron – L’economia della truffa e Going Clear: Scientology e la prigione della fede.

Da un lato un giovane agente dell’FBI di origini libanesi, Ali Soufan (Tahar Rahim), che insieme al suo capo John O’Neil (Jeff Daniels, in un ruolo che ricorda quello di Newsroom) fa parte dell’unità antiterrorismo dell’FBI. Dall’altro Martin Schmidt (Peter Sarsgaard), cinico analista della CIA che ignora l’ordine di condividere informazioni con l’FBI, convinto che l’agenzia di controspionaggio sia l’unica in grado di proteggere gli Stati Uniti.

La figura di Schmidt sembra stereotipata: in quanti film e serie recenti c’è un uomo della CIA barbuto e machiavellico, disposto a sacrificare chiunque e qualsiasi cosa in nome dell’interesse nazionale? Ma quando un organo dello Stato per più di mezzo secolo si è macchiato di ogni nefandezza, poi non deve lamentarsi se gode di pessima reputazione. The Looming Tower si sofferma sulle vite private dei protagonisti – le numerose amanti di O’Neil, il rapporto con l’Islam di Soufan, ecc. –, e va così oltre l’arida scansione dei fatti, per creare un racconto corale che, quasi vent’anni dopo, riesce a raggiungere la giusta epicità. Nel cast anche Alec Baldwin (George Tenet, controverso direttore della CIA), e il sempre ottimo Michael Stuhlbarg.

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