The Last of Us – Parte II, la recensione | Rolling Stone Italia
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The Last of Us – Parte II, la recensione

Il sequel più atteso dell'anno (se non di sempre) è ormai alle porte. Valeva davvero la pena trattenere il fiato?

In questa seconda parte troveremo risposta alle tante domande lasciate in sospeso col primo The Last of Us.

Ripetersi a certi livelli nel mondo dell’entertainment è davvero molto difficile, riuscire addirittura a migliorarsi è roba da eletti. Gli esempi in questo senso sono davvero pochi, nella narrativa ci vengono in mente le saghe di Harry Potter e Guida Galattica per Autostoppisti, nel cinema L’Impero Colpisce Ancora, Il Padrino: Parte II e Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan. Nei fumetti l’analisi è più difficile a causa dell’enorme mole di sequel, spin-off e reboot che le varie case editrici hanno varato nel corso degli anni… e nei videogiochi? Le software house che possono rientrare in questo ristretto club sono davvero poche. Valve deve ringraziare Half-Life e Portal, Capcom i soliti Street Fighter e Resident Evil, ma sono i first-party di casa Sony ad avere forse il più alto tasso di sequel di altissimo livello. Tra questi Naughty Dog spicca grazie ai suoi “Numeri 2”, che hanno sempre migliorato i capostipiti: Crash Bandicoot, Jak and Daxter, Uncharted e ora… The Last of Us!

Sarete felici di sapere che Ellie ha imparato a nuotare e suonare la chitarra… e voi potrete farlo con lei!

Un mondo marcio

Un seguito delle (dis)avventure di Joel ed Ellie era desiderato da tutti, ma al tempo stesso temuto. Riuscire a pareggiare le emozioni suscitate dal gioco che ha segnato una generazione e mezza era un rischio enorme. La fine era praticamente perfetta, sorprendente e senza buchi narrativi lasciati alle spalle. Naughty Dog però sentiva che il percorso non era finito, che The Last of Us aveva ancora molto da dire. Tramite una serie di enigmatici trailer ha iniziato a solleticare la curiosità dei fan, sollevando nelle loro teste mille domande che troveranno risposta tra pochi giorni. Ritroviamo i due protagonisti cinque anni dopo il loro primo incontro, ora vivono in una comunità solida che ha imparato a convivere con la presenza degli infetti nel mondo esterno. Qui tutti fanno la loro parte: lavorano, pattugliano le strade, giocano, fanno festa e si innamorano. Una vita pseudo normale che a volte riesce anche a mitigare i ricordi di ciò che si sono lasciati alle spalle.

Sulla vostra strada troverete nuovi tipi di Infetti, ancora più numerosi, pericolosi e resistenti. Meglio muoversi con circospezione

Il tempo passato li ha messi di fronte a prove incredibilmente difficili, che hanno però cementato il loro rapporto. Su di esso però grava una “situazione” che chi ha finito il primo gioco (requisito fondamentale per giocare questa seconda parte) conosce benissimo. Quanto questa influirà su ciò che li attende lo saprete solo giocando, non saremo certo noi a dirvelo. Per ora vi basti sapere che un evento scioccante li porta su strade diverse e dannatamente difficili. In questo nuovo mondo gli infetti sono solo uno dei problemi perché la razza umana sta tentando di riprendersi il suo posto dominante e lo fa seguendo percorsi di sangue. Nel suo nuovo percorso Ellie deve fronteggiare Lupi e Iene, organizzazioni dedite alla ferrea disciplina militare o alla più cieca sudditanza religiosa. Sono gli uni contro gli altri e si spartiscono quel poco che è rimasto.

Una volta terminato il gioco potrete ricominciarlo personalizzando varie opzioni o affrontare gli scontri più intensi.

Il mix perfetto?

La formula “bigger and better” si adatta perfettamente a The Last of Us – Parte II. Naughty Dog ha fatto esplodere ogni singolo elemento del gioco originale verso nuove direzioni, mettendo il giocatore al centro di un mondo non solo più vasto ma anche immensamente più ricco di opzioni. Le meccaniche sono rimaste più o meno le stesse, ampliate e limate a dovere per rendere il fluire delle parti giocate omogeneo alla narrazione. Il risultato è un gioco in cui storia e interattività si fondono senza alcuna interruzione, con passaggi praticamente impercettibili. Al raggiungimento di tale obiettivo contribuisce in larga parte l’incredibile know-how tecnico raggiunto da Naughty Dog, che attualmente ha davvero pochi eguali. Ogni singola ambientazione è mostruosamente ricca di dettagli, molti dei quali non sono messi lì tanto per fare scena ma contribuiscono a rendere “vivo” il mondo di The Last of Us – Parte II.

The Last of Us – Parte II porta su un altro livello il concetto di “gestione delle fonti luminose e del sonoro”. Incredibile.

Esplorare Seattle in ogni suo angolo è un piacere, anche perché sono stati abbattuti un bel po’ dei limiti che fino a questo momento affliggevano la maggior parte degli action-adventure. Sì, perché qui siete voi a decidere cosa fare e come farlo, dove passare per arrivare dal Punto A al Punto B ed eventualmente crearvi una via d’accesso o di fuga spaccando un vetro con un mattone, lanciando una corda oltre un ramo o intrufolandovi in un passaggio nascosto da una siepe. Tale abbondanza di opzioni si estende anche ai combattimenti. In base al vostro modo di giocare, ma anche al livello di difficoltà scelto, potrete tirare dritti verso la meta aggirando la maggior parte dei nemici oppure eliminarli uno ad uno nel modo che preferite per poi girare indisturbati alla ricerca di preziose risorse. Potrete scegliere quali armi ed equipaggiamenti potenziare e sarete liberi di creare nuovi tipi di armi e munizioni in base alle risorse che sarete riusciti a recuperare. Il tutto avverrà in un contesto graficamente spettacolare, con personaggi credibili e caratterizzati alla perfezione da espressioni facciali al limite del fotorealismo. La storia è decisamente più lunga (siamo sulle 25/30 ore) ed intensa rispetto al gioco precedente e pur mancando un po’ l’effetto “wow” suscitato dal primo episodio non lesina momenti assolutamente indimenticabili. La violenza fa parte del gioco e lascia davvero poco spazio all’immaginazione, ma non è mai gratuita o sopra le righe. Tirando le somme finali ognuno di voi deciderà autonomamente chi ha meritato cosa, quali sono i ruoli positivi e negativi… ma possiamo assicurarvi che le risposte non saranno così scontate. Se c’è una cosa che The Last of Us – Parte II ci ha insegnato è che l’essere umano non nasce buono o cattivo, sono le circostanze che lo cambiano e infine definiscono.

Il sistema di crafting (così come quello di potenziamento delle armi) è molto migliorato, più snello e approfondito.

And so…

Di cose da dire su The Last of Us – Parte II ce ne sarebbero ancora tantissime, ma giustamente Sony ci ha imposto di rimanere entro rigidi limiti per non rovinare a voi una delle esperienze interattive migliori di sempre. Il consiglio che vi diamo è di abbracciare il gioco nella sua visione più pura, osando un livello di difficoltà più alto che riporti al giusto posto un elemento survival un po’ troppo sacrificato nelle modalità Facile e Normale. Vi consigliamo inoltre di non partire con un’idea fissa su come vorrete giocare (“ammazzo tutti” o “a tutto stealth”) ma di adattarvi a ciò che il gioco vi metterà di fronte di volta in volta, approfittando del sublime level design messo in campo da Naughty Dog. Questo vi aprirà la strada ad un’esperienza davvero unica, che rimarrà con voi molto più a lungo della durata dei credits finali.

Tra i molti collezionabili che troverete c’è anche un uovo Precursor di Jak and Daxter. Un po’ di autocitazione non fa mai male.

 

Giocate The Last of Us – Parte II se…

Vi piacciono i giochi che al gameplay abbinano storie forti

Amate i titoli che mixano avventura, azione, stealth… e horror

Volete vedere il videogioco tecnicamente più avanzato di questa gen.

Evitate The Last of Us – Parte II se…

Non avete giocato la Prima Parte (vergogna!)

La violenza in un videogioco vi turba (femminucce!)

Pensate di giocarlo in modalità Facile (sfida ridotta a zero!)

Box Info

Produttore: Sony

Distributore: Naughty Dog

Lo puoi giocare su: PS4