Dopo The Invisible War, il documentario di denuncia sugli abusi sessuali tra le fila dell’esercito americano, il regista Kirby Dick sposta l’attenzione sul dramma degli stupri nei campus universitari. L’aspetto più grave della faccenda è l’omertà delle università, anche quando le vittime degli abusi chiedono aiuto e giustizia. Nel documentario Dick preferisce non strafare, sacrificando particolari invenzioni tecniche per esporre dettagliatamente l’epidemia di stupri per la quale lo sdegno sembra l’unica reazione sana.
Il filmato comincia con l’immagine di alcuni studenti, entusiasti dopo aver ricevuto la lettera di ammissione al college che hanno sempre sognato di frequentare. Tutte buone notizie, ed è proprio così che vogliono tenere il morale le scuole superiori americane. Anche perché le statistiche sugli stupri sono qualcosa di scomodo, una pessima pubblicità per le nuove iscrizioni o, ancora peggio, per le donazioni dagli ex-alunni, borse di studio e fondi per le attività sportive.
Il trailer in lingua originale:
La congiura del silenzio gioca un ruolo centrale in The Hunting Ground. Soltanto pochi degli accusati hanno fatto un passo avanti per difendersi davanti a una videocamera. Ma perché farlo? Il sistema infatti è pesantemente sbilanciato verso chi commette lo stupro, specie se atleta. Sono invece le vittime, donne e qualche uomo, a prendere coraggio e vomitare davanti alla videocamera tonnellate di frustrazione e dolore represso. Andrea Pino e Annie Clark non si sono limitate a farlo, ma hanno anche messo insieme le forze per formare un’organizzazione di attivisti che ha lo scopo di educare gli studenti a raccogliere le denunce e difendersi anche quando la scuola volta loro le spalle.
Mentre i casi aumentano e i rappresentanti istituzionali fanno finta di niente, il grido di The Hunting Ground si fa sempre più forte, spronando le vittime a uscire allo scoperto.