The Claypool Lennon Delirium: come se gli ultimi 50 anni di rock non siano mai passati | Rolling Stone Italia
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The Claypool Lennon Delirium: come se gli ultimi 50 anni di rock non siano mai passati

Il frontman dei Primus e il figlio di John Lennon sono riusciti a infilare in "South Of Reality" una fetta consistente della musica rock, in chiave prog

A distanza di tre anni dall’ottimo esordio Monolith of Phobos, il delirante duo composto dal frontman dei Primus, Les Claypool, e il figlio d’arte Sean Lennon, torna con South of reality, un nuovo intenso album composto da nove tracce della durata totale di 47 minuti, in cui sono riusciti a infilare un  pezzo consistente di storia della musica rock degli ultimi cinquant’anni.

Non oso nemmeno immaginare quali siano le ansie da prestazione e le nevrosi di chi fa musica andando in giro con il cognome e il sangue di John Lennon,  ma si dà il caso che la storia degli ultimi cinquant’anni abbia un’unica origine e riconduce appunto ai Beatles e allora forse al buon Sean potrebbe anche sembrare addirittura tutto un po’ buffo, il che gli permetterebbe di maneggiare la materia con quella leggerezza di chi sta giocando con qualcosa che ha inventato il babbo e che per eredità è di diritto un po’ più sua che di tutti gli altri.

Al di là delle cazzate, non è una cosa banale riuscire a essere così citazionisti nelle atmosfere e nelle chitarre e riuscire a fare un lavoro interessante. E ci sono tanto i Beatles, nei cori e negli assoli (scusate il titolo lunghissimo, non è colpa nostra: Blood and rockets – Movement I, Saga of Jackson Parsons – Movement II, Too the Moon), soprattutto dei Beatles più lisergici, dissonanti e lennoniani di Being for benefit of Mr. Kite! o Glass onion. Ma poi il vaso di Pandora esplode e troverete tracce di grunge al punto che il pezzo di apertura Little fishes ha un riff che sembra un tributo a Heart-Shaped Box, per poi diventare tutta un’altra cosa. Andando avanti con l’ascolto arriveranno dei Frank Zappa che hanno pippato, ma anche esempi recenti della migliore psichedelia cruda e distorta: su tutti i Black Angels e All them witches. Poi arrivano anche stralci dei Mars Volta più mistici, non soltanto per le citazioni alla filosofia Thelema di Aleister Crowley o alle dosi di simbolismo e occultismo sparate nell’immaginario che pervade tutto il disco, ma anche per le visioni del miglior Omar Rodríguez-López con la chitarra, a tal proposito ecco un altro simpatico titolo lunghissimo: Cricket Chronicles Revisited – Part I, Ask Your Doctor, Part II, Psyde Effects.

I Les Claypool Lennon Delirium suonano come se fossero un’istituzione del progressive contemporaneo e invece suonano insieme da meno di un lustro, ma soprattutto suonano come se gli ultimi cinquant’anni non fossero mai passati. Però non è questo l’importante, vero?

 

 

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