Super Neptunia RPG – Recensione | Rolling Stone Italia
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Super Neptunia RPG – Recensione

Neptunia insegna una lezione importante: se volete stravolgere un prodotto adorato dai propri fan, occupatevene personalmente

La saga di Neptunia ha abituato i propri fan a sistemi di combattimento sempre ricchi di meccaniche interessanti. Da questo punto di vista, Super Neptunia è un enorme passo indietro.

La saga di Neptunia è cresciuta nel corso degli anni, ritagliandosi una fetta di fan sfegatati grazie al continuo lavoro di perfezionamento che gli sviluppatori hanno svolto con il proprio prodotto. La serie è nata come un JRPG tecnicamente arretrato, i cui principali punti di forza erano il character design e il fatto di non prendersi mai troppo sul serio. A differenza di molti altri esponenti del genere, infatti, Neptunia ha sempre sfruttato l’umorismo e l’autoironia per creare un legame forte con i fan, rompendo continuamente la quarta parete per comunicare con chi impugnava il controller. Anno dopo anno, capitolo dopo capitolo, il team di sviluppo ha imparato dagli errori e perfezionato le proprie capacità, fino alla creazione di prodotti tecnicamente solidi e dal gameplay ricco e complesso. Con Super Neptunia RPG questo graduale processo di crescita ha subito una violenta battuta d’arresto, principalmente a causa della scelta scellerata di affidare lo sviluppo a un team esterno.

La direzione artistica è sempre molto ispirata, soprattutto per le ambientazioni e la caratterizzazione dei personaggi. Il bestiario non è sempre convincente, ma la qualità è comunque elevata.

Errori di valutazione

Super Neptunia RPG non è il primo titolo giapponese affidato a uno studio esterno. Quella di appaltare lo sviluppo di videogiochi famosi a compagnie terze è una pratica piuttosto comune nel settore. CAPCOM, per fare un esempio di rilievo, ha affidato a risorse esterne l’eredità di titoli molto importanti e ancora oggi porta avanti questa pratica tra alti e bassi. Quando si percorre questa strada, però, è fondamentale scegliere con attenzione in quali mani mettere le preziose proprietà intellettuali, perché basta davvero poco per incrinare il rapporto costruito con i fan dopo anni di immense fatiche. Purtroppo Compile Heart ha scelto con leggerezza il proprio partner tecnico e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Pur partendo da un’idea gradevole e da una direzione artistica eccellente, Super Neptunia RPG presta il fianco a diverse critiche, soprattutto di natura tecnica, nate dall’inesperienza del team canadese Artisan Studios. Se non avete mai sentito parlare di questi sviluppatori non è certo colpa vostra, visto che stiamo valutando la loro prima esperienza nei videogiochi. Se dopo anni di sforzi affidi tuo figlio a uno sconosciuto senza arte né parte, devi essere pronto ad affrontare le conseguenze della tua decisione.

La frequenza con cui i personaggi rompono la quarta parete per comunicare con gli utenti è piacevole, ma non basta per sostenere l’intero progetto.

Tanto stile, poca sostanza

La cosa che più salta all’occhio all’avvio di Super Neptunia è il passaggio alle due dimensioni. La saga di Compile Heart ha sempre avuto un’anima 3D e nel corso degli anni ha saputo migliorare ed esaltare i modelli poligonali sempre più complessi dei propri personaggi, inserendoli in contesti tridimensionali governati da regole profonde e complesse. La perdita della terza dimensione ha costretto agli sviluppatori di ripartire da zero e a creare meccaniche di gioco nuove di zecca. La possibilità di rinfrescare una serie ormai stanca, però, si è trasformata in un’enorme occasione sprecata. Dietro all’affascinante facciata garantita da ambientazioni ispirate e da personaggi sempre ben caratterizzati, infatti, si nasconde un gioco banale e di poco spessore. Per funzionare a dovere i giochi bidimensionali di esplorazione hanno bisogno di una struttura solida e di un gameplay convincente, due fattori purtroppo assenti in Super Neptunia RPG. I combattimenti sono regolati da un sistema limitato e poco profondo, che dopo una manciata di scontri tende a provocare più di uno sbadiglio. Sul campo di battaglia si possono schierare gruppi di massimo 4 personaggi, disposti in formazioni associate ai tasti frontali del controller. A seconda del tasto premuto, il rispettivo personaggio esegue il proprio attacco, riducendo il tempo di recupero sfruttando i punti deboli del bersaglio. La meccanica di base è interessante, ma bastano pochi minuti per padroneggiarla a fondo. L’assenza di altre dinamiche degne di nota banalizza gli scontri in poco tempo, rendendoli tediosi.

I movimenti della protagonista sono nervosi e difficili da gestire, soprattutto quando si devono affrontare le fasi ricche di salti.

Anima coreana

Quando il sistema di combattimento non coinvolge, a tenere sveglio il giocatore devono pensare la trama e la struttura delle missioni. Purtroppo, anche in questi campi Super Neptunia non riesce a convincere. La storia parte dal classico incipit della protagonista affetta da amnesia e fa ben poco per sorprendere gli utenti cresciuti a pane e JRPG. Gli elementi più interessanti sono le continue battute sui cliché del genere, ma non essendo affiancate da altri elementi degni di nota, alla lunga anche quelle tendono a stancare. Le missioni puntano con decisione verso un approccio da accumulatori seriali, costringendo a ripetere più e più volte le medesime azioni per uccidere un determinato numero di nemici o raccogliere risorse specifiche in grande quantità. Se avete giocato qualche MMO coreano sapete di quale inferno stiamo parlando. Se i trailer e le immagini vi hanno fatto attendere Super Neptunia con impazienza, siamo costretti a spegnere il vostro entusiasmo e a consigliarvi di rivolgere altrove le vostre aspettative. Ci troviamo di fronte al primo passo di un possibile nuovo sviluppo per questa celebre serie, ma per farla crescere a dovere Compile Heart dovrà trovare un partner esterno più navigato, o aggiustare il tiro internamente.

 

Produttore: Idea Factory International

Distributore: Koch Media

Lo puoi giocare su: PS4, Nintendo Switch, PC