Streets of Rage 4: la recensione | Rolling Stone Italia
Recensioni

Streets of Rage 4: la recensione

Un ritorno eccellente dopo un’assenza durata 26 anni, per rivitalizzare un genere che punta tutto sul divertimento immediato

Il mito sta per tornare: è valso la pena aspettarlo?

Nel pieno dell’era 16-bit, su SEGA Mega Drive venne pubblicato Streets of Rage, picchiaduro a scorrimento nato per contrastare il dominio di CAPCOM in un settore allora molto popolare. L’interpretazione SEGA del genere si rivelò subito vincente grazie alla combinazione di una serie di elementi realizzati in modo superbo. All’ottima giocabilità si affiancavano infatti un livello di difficoltà ben studiato, una grafica appagante e una colonna sonora memorabile, attualissima ancora oggi. Dopo il successo del primo Streets of Rage la serie si è sviluppata ulteriormente con altri due capitoli, aggiungendo nuovi personaggi e sperimentando meccaniche inedite. Dopo il declino dei picchiaduro a scorrimento, colpevoli di non essere riusciti ad adattarsi all’avvento della grafica poligonale, la serie è rimasta a lungo nel dimenticatoio, in attesa del momento giusto per tornare a infiammare il cuore e le dita dei giocatori. Quel momento è finalmente arrivato e grazie agli sforzi congiunti di Dotemu, Guard Crush Games e Lizardcube possiamo scendere di nuovo in strada a prendere a calci la criminalità.

La modalità multiplayer permette di eseguire combo chilometriche grazie alla collaborazione tra più personaggi. Occhio, però. Il rischio di colpire gli alleati è elevato!

Break Stuff

Per questo importante ritorno in scena gli sviluppatori hanno deciso di non allontanarsi troppo da ciò che aveva reso celebri i capitoli originali di Streets of Rage. Si avvia il gioco, si sceglie uno dei protagonisti e si percorrono 12 ambientazioni piene di teppisti e poliziotti corrotti da riportare sulla retta via a suon di pugni sui denti. Fin dai primi istanti si respira la stessa atmosfera degli episodi precedenti, ed è praticamente impossibile non sentirsi catapultati nelle vecchie camerette protagoniste della pre-adolescenza di molti appassionati. La trama è ancora una volta un pretesto semplice ma efficace. Dieci anni dopo la sconfitta del folle mister X, i famigerati fratelli Y, suoi diretti discendenti, seminano il panico per le strade di Oak Wood City, corrompendo le forze dell’ordine e lavorando in gran segreto a un piano per manipolare l’intera popolazione della città. Per evitare che la situazione degeneri, Axel e Blaze rinunciano alla vita normale che avevano faticosamente conquistato e tornano ad affrontare il crimine nell’unico modo che conoscono. Al loro fianco ci sono le nuove leve Cherry, figlia del pluridecorato poliziotto Adam, e Floyd, enorme lottatore dalle braccia bioniche.

Il gioco è piano di citazioni ai vecchi capitoli. Nella vetrata, per esempio, potete vedere il famigerato Mister X.

Fucking Hostile

Nei vecchi capitoli di Streets of Rage le meccaniche base erano le stesse per tutti i personaggi e gli unici elementi distintivi erano le tecniche utilizzate per sbarazzarsi dei nemici sullo schermo. Con Street of Rage 4 gli sviluppatori hanno preferito scegliere una strada diversa, nel tentativo di associare un’esperienza unica a ogni singolo lottatore. Axel è un combattente bilanciato adatto a ogni genere di situazione. Blaze è una lottatrice tecnica che ama saltare da un avversario all’altro e attraversare in un lampo le ambientazioni grazie ai suoi rapidi calci volanti. Cherry è il personaggio più veloce del gioco e può contare sulla meccanica della corsa derivata da Streets of Rage 3. Floyd è il classico bestione tutto muscoli, lento come un carrarmato, ma in grado di afferrare due nemici contemporaneamente per abbatterli in un lampo. Adam, il quinto personaggio sbloccabile durante il gioco, è l’unico in grado di sfruttare la meccanica dello scatto in avanti e all’indietro, perfetta per accorciare o allungare le distanze con i bersagli. Il sistema di combattimento è ben studiato e nonostante il numero non certo altissimo di tecniche a disposizione permette di sperimentare per creare combo sempre più complesse e articolate. Non siamo ai livelli di ciò che può essere fatto in River City Girls, ma c’è comunque un buon margine di creatività con ogni combattente. Per la prima volta in questo genere, inoltre, le mosse speciali che consumano energia permettono di recuperare le forze perdute a patto di non farsi colpire da nessun attacco per un breve periodo di tempo. Questa dinamica spinge i giocatori a usare le tecniche più potenti per creare combo lunghe e spettacolari, mettendo però in palio parte della propria energia. Tutto questo stimola il miglioramento, gratificando costantemente le persone coinvolte nelle risse virtuali.

Renegades of Funk

L’esperienza si esaurisce in un paio d’ore abbondanti, ma il gioco è progettato secondo uno schema che favorisce la rigiocabilità. La qualità del gameplay spinge infatti a ripetere più e più volte la campagna per puro divertimento, sia da soli che in compagnia degli amici. La modalità multiplayer permette a un massimo di quattro giocatori di affollarsi nelle strade di Oak Wood City, a patto di giocare offline sulla stessa console. Per qualche strano motivo, il multiplayer online è limitato a due giocatori. Ad arricchire ulteriormente l’esperienza ci sono la Battle Mode, dove si possono usare e sfidare vari personaggi in violente risse a schermata fissa, la modalità Boss Rush e la durissima modalità Arcade, in cui l’obiettivo è finire il gioco con un solo credito. A tutto questo si aggiungono numerosi extra da sbloccare, tra cui le versioni pixelose dei personaggi dei capitoli precedenti, che una volta selezionate costringono a giocare con le meccaniche dei vecchi Streets of Rage. Questo pacchetto stellare è ulteriormente impreziosito da una veste grafica eccellente, interamente animata a mano e con fondali ricchi di dettagli, e da una colonna sonora che porta avanti la tradizione di eccellenza tipica della serie. Anche se il supporto dello storico compositore Yuzo Koshiro è piuttosto limitato, i brani della OST deliziano le orecchie con pezzi elettronici che spaziano su diversi generi, a seconda dell’ambientazione a cui sono legati. Il vero tocco di classe, però, è la possibilità di ascoltare le colonne sonore originali dei tre capitoli precedenti. Grazie agli sforzi di tutti gli studi impegnati nello sviluppo, Streets of Rage non solo riesce a tenere alto il nome della serie, ma ha il merito di ricordare ai giocatori l’esistenza di titoli brevi ma intensi, puri concentrati di divertimento da apprezzare sia da soli che in compagnia.

 

Giocate Streets of Rage 4 se…

Avete amato le sale giochi negli anni ‘80/’90

Cercate una sfida impegnativa

Siete fan dei sistemi di combattimento ben studiati

Evitate Streets of Rage 4 se…

Cercate esperienze lunghe e complesse

Siete degli inguaribili pacifisti

Amate i giochi tranquilli

Info Box

Produttore: DotEmu, Yooreka Studio (Greater China)

Distributore: DotEmu, Yooreka Studio (Greater China)

Lo puoi giocare su: PS4, XboxOne, Nintendo Switch, Steam