Lâultimo decennio â diciamo abbondante â eĚ stato dominato da eminenze grigie del songwriting, mostri sacri alla stregua di Max Martin e Ryan Tedder, che tramavano nei dietro le quinte della splendida macchina del pop. Eppure tra di loro, soltanto la 40enne australiana Sia Furler eĚ stata in grado di diventare una star di per seĚ.
Sia si eĚ creata una carriera personale da artista, partendo da una predilezione per la musica elettronica nei primi anni 2000, per poi trovare la propria voce e meritarsi a tutti gli effetti un posto dâonore nella top 40 dei migliori spara-hit del momento, scrivendo pezzoni per BeyonceĚ, Rihanna e altri. PeroĚ la cartuccia migliore lâha conservata per se stessa, col successo del 2014 Chandelier, un brano straordinario, che racchiude una descrizione diabolicamente accattivante dellâalcolismo, talmente realistica da poter spaventare a morte gli azionisti del Jim Beam. Le canzoni di Sia sono in grado di rinnovare la tradizione di ballate lite-rock alla Diane Warren o Phil Collins, immettendole nellâepoca contemporanea fatta di neo-femminismo in salsa R&B, regalandoci quindi dei testi sullâimpegno, lo sforzo e il sacrificio, la perseveranza e la redenzione. Le tracce vengono costruite a partire da strofe cariche di tensione e presentimento per arrivare a un ritornello dalla portata eminentemente catartica.
Sia eĚ stata in grado di affinare questa formula talmente bene che il suo settimo album potrebbe essere considerato un manuale sullâarte di scrivere canzoni di successo. I pezzi, originariamente, erano stati pensati per dei cantanti famosi, ma poi sono stati rifiutati dagli stessi. Il risultato eĚ uno studio affascinante su come deve essere immaginarsi una vita indossando i panni artistici di qualcun altro.
This Is Acting si apre con due pezzi che Sia sperava di veder finire su 25 di Adele. EĚ impressionante la vicinanza â sia per quanto riguarda il fraseggio che la tonalitaĚ â rispetto alla cantante piuĚ amata del momento, come emerge in maniera nitida nel piano di Bird Set Free. Mentre Alive eĚ un pezzo soul struggentissimo, dal retrogusto vintage, che sarebbe diventata con buona probabilitaĚ la hit piuĚ dirompente su quellâLP da milioni di copie. Anche quando lâaccoppiata tra lâartista e il materiale non eĚ forse tra le piuĚ riuscite, la qualitaĚ musicale rimane comunque a livelli altissimi: Rihanna, ad esempio, potrebbe averci visto giusto a rifiutare Cheap Thrills, ma la melodia agile e festaiola sarebbe stata perfetta per una cantante piuĚ scanzonata e vivace di lei, qualcuno tipo Ariana Grande. Altri brani degni di nota, come il vigoroso inno dal sapore industrial Unstoppable, sarebbero potuti essere incisi da svariati musicisti, da Katy Perry a Miley Cyrus per esempio. Bisogna pure ammettere che alle volte questi âscartiâ sembrano soltanto â beh, come dire â degli scarti.
Footprint eĚ il figlio ripudiato di una sessione con BeyonceĚ e dei testi da calamitine per frigorifero (il progresso di una relazione eĚ messo a confronto con âdue orme nella sabbiaâ), quindi BeyonceĚ ha fatto bene a rifiutarlo. Eppure, in modo abbastanza stupefacente (considerata lâevidenza che siamo di fronte a un album che ha piuĚ a che vedere con un tipo di versatilitaĚ utilitarista che non con il piacere istintivo di scrivere canzoni per seĚ) la personalitaĚ di Sia non stenta ad affiorare, in alcuni casi sfiorando vette impressionanti.
Il punto piuĚ alto, in questo senso, si raggiunge con One Million Bullets. Qui ci troviamo a fare i conti con lâunica canzone che lâartista ha pensato fin dal principio per se stessa. Sullo sfondo un poâ lugubre di un piano, con una melodia in chiave minore, sentiamo la voce di Sia offrirsi come protettrice, martire e musa del suo stesso amore. Il suo tono eĚ perfetto nello struggersi in maniera sublime sulle note del coro, chiedendo se anche il suo amore sarebbe disposto a sacrificarsi per lei. Se, come suggerisce il titolo del disco, This Is Acting (tradotto: questa eĚ una messa in scena), si tratta di una performance che colpisce anche piuĚ della vita stessa.