‘Sex Education 2′: più sesso, un po’ meno cuore | Rolling Stone Italia
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‘Sex Education 2′: più sesso, un po’ meno cuore

Le performance accattivanti e l'empatia di fondo restano, ma la seconda stagione esplora un territorio meno interessante e con più cliché della prima

Aimee Lou Wood, Emma Mackey e Asa Butterfield in 'Sex Education 2'

Foto: Sam Taylor/Netflix

Durante la prima stagione della teen comedy di Netflix Sex Education, il liceale britannico Otis Milburn (Asa Butterfield) dispensava saggi consigli ai suoi compagni di classe su tutte le questioni di cuore e/o sessuali. Nei nuovi episodi, i ruoli si invertono, con Otis che chiede a una ex cliente un tutorial per imparare a dare piacere alla sua ragazza Ola (Patricia Allison). Lui si vanta di aver usato una tecnica di cui ha letto, ma appena prova a mostrarla usando un’arancia, la sua consigliera è sconcertata da quanto la pratica sia goffa e meccanica.

“Non esiste una tecnica magica che funzioni con tutte le donne”, gli spiega. “Ogni arancia è diversa”. E, suggerendo di chiedere direttamente a Ola cosa preferisce, aggiunge: “Sintonizzati sulla sua arancia, sulla sua frequenza”.

Questa è il tipo di saggezza che la creatrice di Sex Education Laurie Nunn avrebbe dovuto distribuire sull’intera stagione. Il debutto dello show era un delizioso mix di trasgressione e dolcezza, vedi Otis e la sua cotta Maeve (Emma Mackey) che avviavano un’attività di terapia sessuale clandestina nella loro scuola, con lui vergine che dispensava consigli raccolti grazie a una vita al fianco della madre sessuologa, Jean (Gillian Anderson). Nunn aveva condito la stagione con tensione romantica e altre tematiche da teen drama. Ma la finta clinica di Otis e Maeve, combinata con altre storie come la lotta del migliore amico gay di Otis, Eric (Ncuti Gatwa), per ritagliarsi un’identità, hanno reso Sex Education qualcosa di assolutamente unico.

Le nuova puntate, però, troppo spesso sono sintonizzate su altre frequenze. Le performance accattivanti e l’empatia di fondo restano – abbastanza per essere felici del ritorno – ma la seconda stagione esplora un territorio con più cliché e meno interessante della prima.

Sex Education: Season 2 | Trailer 2 | Netflix

Otis torna a scuola dicendo a Eric che vorrebbe abbandonare la clinica del sesso ora che sta uscendo con Ola – senza contare che le cose sono parecchio tese tra lui e Maeve. È un trucco familiare a molte premiere della seconda stagione. Ma, anche una volta che l’attività di counseling è tornata in funzione, troppo spesso sembra un ripensamento, o qualcosa per riempire il tempo tra incomprensioni romantiche e riconfigurazioni tra i tanti, tantissimi triangoli amorosi dello show.

Pure nella prima stagione ce n’erano parecchi – a partire da Otis che si strugge per Maeve mentre lei frequenta la star del nuoto Jackson (Kedar Williams-Stirling), per finire con Maeve che si strugge per Otis quando lui e Ola diventano una coppia – ma a volte i nuovi episodi non sembrano in grado di costruire altre configurazioni di personaggi o drammi. Si riconoscono presto i luoghi comuni usati per riunire i protagonisti o separarli. Come i goffi tentativi di Otis di dare piacere a Ola, molto di ciò che accade sembra essere determinato da una formula fissa, anziché da ciò che si adatta ai personaggi, e non serve molto bene né lo show né i suoi ragazzi.

A Otis tocca il peggio, dato che si comporta come uno stronzo per la maggior parte del tempo. C’è una gag in un episodio ambientato a una festa in cui Eric e altri notano che “Otis ubriaco è un mostro”, ma da sobrio non è molto meglio. Nessun personaggio deve essere per forza un santo e gli episodi conclusivi della stagione non sono scontati nel raccontare come il suo cattivo comportamento abbia influenzato le sue relazioni. Ma Sex Education perde la sua scintilla quando Otis è troppo spesso distratto o sgarbato.

Allo stesso tempo, la serie ha reso gli altri personaggi migliori di quanto non fossero prima. Gran parte della storyline di Eric era alimentata dal bullismo implacabile che subiva per mano di Adam (Connor Swindells), figlio del preside della scuola, il signor Groff (Alistair Petrie). Verso la fine della stagione, lo show ha optato per l’ennesimo cliché rivelando che le azioni di Adam erano alimentate dal disprezzo per se stesso, e che lui ed Eric si erano frequentati brevemente prima che Adam venisse spedito alla scuola militare. La seconda stagione introduce un nuovo potenziale partner romantico per Eric, ma vuole pure riscattare Adam, anche dopo che ha fatto alcune cose impossibili da perdonare. Vengono riconosciuti i suoi peccati del passato – uno dei momenti migliori di Otis è quando ricorda a Eric quanto Adam lo abbia fatto soffrire – eppure la sua storia sembra meno concentrata sull’introspezione che sul trovare un modo per fare di più con un personaggio che il team creativo e i fan amano (*).

Asa Butterfield (Otis) e Patricia Allison (Ola). Foto: Sam Taylor/Netflix

(*) Vedi anche: Spike che in Buffy diventa parte della banda e, per un po’, l’interesse amoroso della protagonista; Veronica Mars che ignora il fatto che Logan fosse un sociopatico violento perché Jason Dohring e Kristen Bell hanno un’ottima chimica; Gossip Girl che mette presto da parte le terribili azioni di Chuck Bass; ecc. ecc. ecc.

Nunn e il suo team vogliono anche comprensibilmente fare di più con Jean, dato che Gillian Anderson è strepitosa (pochi attori in televisione sono in grado di farmi ridere come lei quando pronuncia battute come “La bici in questione è la tua vagina?” con il suo umorismo asciutto). Jean si interessa più attivamente di Otis e dei suoi compagni di classe quest’anno, e questo ci regala più tempo di Anderson sullo schermo. Ma la sua crescente importanza nella vita del figlio è un’altra cosa che mette un freno alla clinica del sesso. Periodicamente, l’attività torna alla ribalta e Otis tenterà di offrire consulenza su argomenti come l’asessualità, il dirty talk e le irrigazioni anali. Non è sempre utile come succedeva l’anno scorso, ma c’è ancora una specificità nelle scene cliniche che spesso manca in tutti gli intrecci romantici.

Nonostante tutte queste distrazioni, lo show riesce ancora a fare un lavoro formidabile, anche se più in questioni tangenziali all’amore o al sesso. C’è una storia #MeToo che si dipana con delicatezza per tutta la stagione, portando a uno dei migliori omaggi Eighties della serie (*), perché molti dei personaggi coinvolti finiscono per essere trattenuti in biblioteca, in stile Breakfast Club. Jackson, nel frattempo, si offre di aiutare la secchiona Viv (Chinenye Ezeudu) a sedurre un ragazzo che le piace in cambio di aiuto con il suo ruolo nel musical scolastico su Romeo e Giulietta (**): è una combinazione accattivante, con due personaggi che sono molto più complessi degli archetipi per cui tutti li scambiano. E mentre Maeve è presa da quello che succede tra lei, Otis e Ola, la stagione esplora il suo passato (attraverso il ritorno della madre tossicodipendente, interpretata da Anne Marie Duff di His Dark Materials) e il futuro (con il suo tentativo di tornare a scuola e iscriversi a corsi avanzati). E dato che Otis spesso fa il coglione, spetta proprio a Maeve essere la coscienza della stagione e Mackey si adatta benissimo al compito.

(*) La serie continua a esistere in una sorta di limbo cronologico. L’uso degli smartphone e gran parte della terminologia sulla sessualità e il genere lo rimandano ai giorni nostri, ma gli abiti e la maggior parte delle scelte musicali risalgono agli anni ’60 e ’80, mentre lo show cerca di prendere i migliori elementi di varie epoche, tra cui la nostra.

(**) L’opera teatrale è adattata e prodotta da Lily (Tanya Reynolds), che è rimasta sospesa ai margini della prima stagione, scrivendo il suo fumetto porno-alieno e cercando disperatamente un ragazzo per perdere la verginità. Ha un ruolo di spicco questa volta, in particolare quando lei e Ola diventano amiche e compagne weirdo.

Per fortuna, gli episodi successivi tornano a quello che ha reso speciale questa serie. Ma anche verso la fine, lo show inciampa in schemi troppo familiari presi da altre storie sull’amore, classiche o contemporanee. Alcuni di questi sono inevitabili, ma se anche a questo giro Sex Education andrà bene come sembra, speriamo che le stagioni future ricordino la lezione della consigliera di Otis e la smettano di provare a sintonizzarsi su altre frequenze.