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Senza Billie Eilish, Finneas è alla ricerca di se stesso

Per alcuni è solo il fratello della cantante di ‘Bad Guy’. Per altri è il vero artista di famiglia. Nel debutto ‘Blood Harmony’, Finneas O’Connell imbocca la strada del cantautorato pop sincero e un po’ vecchiotto
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In un video caricato su YouTube, la vlogger americana Claudia Sulewski mostra la sua routine mattutina nel bagno d’un hotel newyorchese. Mentre i nomi dei prodotti che usa appaiono in grafica, entra il fidanzato. Si chiama Finneas O’Connell ed è il fratello di Billie Eilish, con cui ha scritto e prodotto When We All Fall Asleep, Where Do We Go?. I due si abbracciano. Se non fossimo abituati a spiare le vite altrui, ci sembrerebbe di violare l’intimità della coppia.

Nel primo EP di Finneas accade qualcosa di simile, senza product placement. Buona parte delle canzoni di Blood Harmony, titolo volutamente ambiguo che evoca il legame di sangue di Finneas con la sorella, sono intatti dedicate all’analisi di vecchie relazioni. Ci sono un pizzico d’ironia e qualche passaggio scanzonato, ma il tono è spesso quello immalinconito di chi, giovanissimo, già comincia a fare i conti con i vecchi amori, con le cose che si lasciano alle spalle, con i rimpianti. Finneas perde un amico così come si perdono le chiavi di casa, interpreta la parte dell’ex che tenta inutilmente di dimenticare un vecchio amore, parla di complicità con l’amica cocainomane – una storia mezza vera e mezza inventata. Blood Harmony è un disco sulla fine dell’adolescenza.

L’EP è il vero e proprio esordio di Finneas e arriva dopo una lunga serie di singoli, in parte qui raccolti. Sono sette canzoni scritte, interpretate, suonate e prodotte dal musicista nella casa di Highland Park, Los Angeles, e poi sui bus, negli alberghi, nei camerini d’Europa, s’immagina durante il tour della sorella. Non ha le strutture frammentate, i passaggi sorprendenti, i timbri marcati di When We All Fall Asleep che lo stesso Finneas ha creato. Il richiamo alla musica elettronica in Shelter, pensata in origine per Avicii, non cambia la sostanza: O’Connell è attratto dalle strutture formali e dallo stile canoro tipici del cantautorato pop, che poi abbellisce con beat e dettagli digitali. Finneas ha solo 22 anni. Quando canta, e lo fa decisamente bene, ne dimostra una decina in più.

Laddove Billie usa un forma di romanticismo funebre per mostrarci il suo lato disturbante e contorto, Finneas sceglie la strada della canzone sincera e diretta e chiude l’album con un pezzo dal titolo serissimo, Die Alone, dove la linea d’ombra che separa giovinezza e vita adulta è rappresentata dall’incendio che un anno fa ha devastato un pezzo di California. Per alcuni Finneas è solo il fratello-di. Per altri è il vero artista di famiglia. Blood Harmony ci dice che non è né l’una, né l’altra cosa: è un autore e interprete di talento che sta cercando uno stile originale e potente.

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