Resident Evil (Switch) – Recensione | Rolling Stone Italia
Recensioni

Resident Evil (Switch) – Recensione

Ennesima resurrezione per la serie Capcom, che torna in casa Nintendo con il remake del primissimo capitolo, a suo tempo esclusiva GameCube

Nastri d'inchiostro e vecchie macchine da scrivere. Da quanti anni li usiamo per salvare i progressi?

Il nuovo millennio era iniziato da poco quando nel corso di un’anonima mattinata Capcom fece esplodere la bomba. Una manciata di immagini mostravano l’ingresso di un’enorme villa vittoriana,  una grande scalinata dominata da un enorme ritratto di famiglia, una sala da pranzo illuminata dal flebile fremore di candele. Era un panorama familiare ma chi vide per la prima volta quegli scatti non poteva credere ai propri occhi: Resident Evil era appena rinato in una forma impossibile da immaginare anche nei sogni erotici più spinti dei fan. Un remake che fece versare ettolitri di bava e che probabilmente, per un breve periodo, spinse non poco le vendite della sfortunata console GameCube.

I modelli poligonali dei protagonisti hanno retto decentemente la vecchiaia, alcuni scenari purtroppo no.

Colpo di genio

L’intuizione avuta da Capcom era tanto banale quanto geniale: rifare il gioco originale aggiornandone unicamente la veste grafica e aggiungendo un pizzico di materiale inedito. Nessuno stravolgimento, una lezione che compagnie come Square Enix ad esempio non hanno voluto imparare (qualsiasi riferimento al remake di Final Fantasy VII è ASSOLUTAMENTE voluto). Il risultato? La perfezione quasi assoluta. Jill, Chris, Barry, Wesker, l’Unità Alpha, il Tyrant, i maledetti Hunter… tutto era come allora eppure nuovo, bellissimo. Il successo fu tale da riportare in un colpo in alto la saga, che stava iniziando ad invecchiare male. L’esclusiva GameCube si sarebbe poi dissolta negli anni a venire con la conversione su tutte le piattaforme esistenti. Tutti volevano (ri)giocare Resident Evil. Il destino però si sa, fa dei giri pazzeschi per poi tornare da dove era partito… ed eccoci qui, a testimoniare l’ennesima rinascita di Resident Evil Rebirth, che arriva su Switch dandoci addirittura la possibilità di godercelo “on the go”.

Sbloccare tutti gli obiettivi richiede il completamento del gioco varie volte, più le modalità aggiuntive.

Invecchiato male?

Per poter apprezzare un titolo del genere a distanza di così tanto tempo è necessario non fare troppo gli schizzinosi. Questa ennesima edizione del gioco non è stata rivista o potenziata e lo capirete subito, dai filmati che introducono gli eventi. Non è la vostra vista ad essere calata ma la risoluzione rimasta identica alle ultime versioni. Stringete i denti perché una volta “in salvo” nella famigerata Mansion le cose migliorano, un po’. I modelli poligonali in-game fanno ancora una discreta figura, mentre i fondali statici purtroppo no. In alcune schermate i colori sembrano quasi bruciati e dovrete alzare la luminosità quasi al massimo per poter notare alcuni dettagli. Se riuscirete a resistere a questo bombardamento di poligoni e texture old-gen vi troverete comunque tra le mani uno dei migliori survival horror mai realizzati. Impegnativo, longevo e ricco di spunti post-endgame che vi invoglieranno a tentare una seconda e terza run.

Gli enigmi non sono mai stati il pezzo forte del titolo, ma contribuiscono a sottolineare l’atmosfera horror.

L’anima del commercio

Il voto di un qualsiasi gioco deve obbligatoriamente essere legato alle sue qualità tecniche e ludiche, ma non può prescindere dal rapporto qualità/prezzo. Nel caso di Resident Evil (ma il discorso vale anche per i capitoli Zero e 4, usciti  in contemporanea su Switch) siamo di fronte ad un titolo il cui valore è rimasto quasi immutato nel tempo, ma che su altre piattaforme è possibile reperire a prezzi nettamente inferiori. Scegliere di lanciare ogni singolo gioco di questo trittico a 30 Euro è una mossa quasi irrispettosa, sia nei confronti dei vecchi fan che di coloro che vorrebbero magari avvicinarsi a questi vecchi capitoli per la prima volta. Sarebbe stato più sensato tirare fuori una Origins Collection come quella uscita su PS4, Xbox One e PC. Purtroppo così non è stato per ragioni che ci sfuggono. Basta quindi l’incentivo della portabilità per invogliarvi all’acquisto? Se la vostra risposta è “sì” allora preparate contanti o carte di credito, l’orrore vi aspetta. Di nuovo!

Produttore: Capcom

Distributore: Nintendo

Lo puoi giocare su: Switch